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  • Martedì 6 giugno 2023

Cosa succede dentro al Milan

La proprietà statunitense vuole cambiare l'approccio dirigenziale e ha licenziato Paolo Maldini e Frederic Massara, tra i responsabili della vittoria dello Scudetto nel 2022

Paolo Maldini, a destra, con Frederic Massara, direttore sportivo del Milan e suo principale collaboratore
(Foto Alfredo Falcone/LaPresse 17)
Paolo Maldini, a destra, con Frederic Massara, direttore sportivo del Milan e suo principale collaboratore (Foto Alfredo Falcone/LaPresse 17)
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Martedì pomeriggio il Milan ha fatto sapere di avere concluso il proprio rapporto di lavoro con Paolo Maldini, importante dirigente della squadra nonché storico ex capitano. La notizia era stata anticipata lunedì sera da diversi giornalisti che seguono la squadra. La proprietà del club, che fa riferimento al fondo d’investimento statunitense RedBird, non lo ha ancora annunciato ufficialmente ma dovrebbe avere concluso i rapporti anche col direttore sportivo Frederic Massara, il vice di Maldini.

Nel comunicato stampa diffuso dal Milan si legge che le responsabilità che aveva Maldini «saranno assegnate a un gruppo di lavoro integrato che opererà in stretto contatto con il Coach della prima squadra, riportando direttamente all’Amministratore Delegato».

Secondo quanto riportato dai giornali non si è trattato di una separazione consensuale, ma di una decisione presa da Gerry Cardinale, fondatore di RedBird e proprietario del Milan dal 31 agosto 2022, quando ne completò l’acquisto per 1,2 miliardi di euro. Maldini e il suo principale collaboratore Massara insomma sono stati licenziati, nonostante avessero ancora un anno di contratto e fossero considerati fra i principali responsabili del ritorno ad alti livelli del Milan, che l’anno scorso aveva vinto il suo primo Scudetto negli ultimi dieci anni.

La notizia è particolarmente rilevante ed è molto commentata per l’importanza che Maldini aveva nel presente della società e per il suo passato nel club: da giocatore è stato al Milan per 25 anni, vincendo 26 trofei e diventando uno dei simboli della storia della squadra. Suo padre Cesare aveva giocato nel Milan fra il 1954 e il 1966, e poi lo aveva allenato negli anni Settanta. I suoi figli Christian e Daniel sono calciatori professionisti, cresciuti nelle giovanili del club: Daniel ha anche esordito in prima squadra (ora è in prestito allo Spezia). La storia della famiglia Maldini è insomma un pezzo importante della storia del Milan.

Nel giugno 2019 Paolo Maldini era rientrato nel club da dirigente e sotto la sua gestione tecnica il Milan era tornato a vincere il campionato italiano dopo oltre 10 anni, nella stagione 2021-22. A lui era stato riconosciuto tra gli altri meriti anche una sorta di ruolo di guida per i tanti giovani giocatori di cui era ed è composta tuttora la squadra. Maldini era anche considerato un elemento carismatico nei rapporti esterni della società oltre che una garanzia, per i tifosi, della bontà delle intenzioni di RedBird.

Fino alla scorsa stagione la dirigenza del Milan era stata molto lodata per la capacità di creare una squadra vincente mantenendo un notevole controllo dei costi e investendo su calciatori giovani e non troppo conosciuti che sono potuti crescere all’interno della società, anche a livello di quotazioni di mercato. Il portiere Mike Maignan, il difensore Theo Hernandez, il centrocampista Sandro Tonali e l’attaccante Rafael Leão erano stati alcuni degli acquisti della coppia Maldini-Massara, e sono stati giocatori fondamentali per la crescita di questi anni.

Oggi il Milan paga per gli ingaggi dei suoi giocatori circa 87 milioni all’anno, circa la metà della Juventus, 50 milioni in meno dell’Inter, poco più del Napoli che ha appena vinto lo Scudetto, e più o meno la stessa cifra della Roma, arrivata sesta. Il Milan inoltre ha bilanci sani e quasi nessun debito: negli ultimi sei mesi del 2022 ha persino registrato un utile di qualche milione di euro, condizione rarissima per una squadra di calcio italiana di alto livello. L’Inter, che fra qualche giorno giocherà la finale di Champions League dopo avere battuto proprio il Milan in semifinale, l’anno scorso aveva un debito di 86 milioni di euro e i suoi proprietari la gestiscono grazie a un prestito di 275 milioni di euro ricevuto nel 2021, a interessi altissimi.

Il proprietario Gerry Cardinale con Paolo Maldini a settembre 2022 (Foto Spada/LaPresse 03)

Il Milan ha chiuso l’ultima stagione al quarto posto in campionato, posizione che garantisce l’accesso alla prossima Champions League, ritenuto l’obiettivo minimo delle squadre di alto livello in Serie A. Tuttavia il quarto posto è stato ottenuto soltanto grazie alla penalizzazione di 10 punti assegnata alla Juventus dalla giustizia sportiva per il caso delle plusvalenze false.

Per il Milan quella appena conclusa è stata una stagione di alti e bassi. Dopo essere rimasto fra le prime posizioni fra gennaio e febbraio ha perso quasi tutte le partite giocate, compromettendo la possibilità di difendere lo Scudetto: in Champions League la squadra è andata meglio, anche grazie a un tabellone decisamente agevole, ma in semifinale è stata piuttosto nettamente sconfitta dall’Inter, senza mai dare l’impressione di potersela giocare alla pari. Al contempo in questa stagione il Milan ha battuto per due volte il Napoli, una in Serie A vincendo 4-0 proprio a Napoli, e due volte la Juventus.

In queste settimane si è parlato molto di come il calciomercato della scorsa estate, gestito da Maldini e Massara, non abbia portato giocatori in grado di aggiungere valore alla squadra titolare, nonostante una spesa di quasi 50 milioni. L’acquisto di gran lunga più deludente è stato quello del trequartista belga Charles De Ketelaere: pagato circa 35 milioni, in questa stagione ha giocato 40 partite senza segnare alcun gol, e realizzando un solo assist.

Nell’ultima parte di stagione inoltre il suo gioco ha subito un’involuzione preoccupante, anche rispetto ai primi mesi al Milan, tanto che i tifosi milanisti a San Siro hanno preso a incoraggiarlo e applaudirlo a ogni giocata non sbagliata. L’attaccante Divock Origi, uno dei più pagati al Milan ma anche dell’intera Serie A, non è mai stato incisivo. Yacine Adli, uno dei migliori centrocampisti della scorsa Serie A francese comprato a gennaio dell’anno scorso per anticipare la concorrenza, ha giocato 140 minuti in stagione, corrispondenti a una partita e mezzo.

Secondo le ricostruzioni uscite sui media sportivi la proprietà del club avrebbe imputato a Maldini proprio l’ultima campagna acquisti considerata «sbagliata», dopo che la scorsa estate il dirigente aveva chiesto garanzie di totale indipendenza prima della firma del rinnovo del contratto. L’accordo per il rinnovo era arrivato molto tardi e al termine di lunghe trattative, nonostante i festeggiamenti in corso per la vittoria del campionato: cosa che secondo alcuni aveva condizionato le possibilità di giocare d’anticipo. La scorsa estate il Milan aveva trattato per mesi il centrocampista Enzo Fernandez, che a gennaio è stata una delle rivelazioni dell’Argentina che ha vinto i Mondiali. Al termine della competizione Fernandez è stato acquistato dal Chelsea per 121 milioni di euro.

I media sportivi segnalano inoltre alcuni attriti personali fra Maldini e il proprietario Gerry Cardinale, non è chiaro se dovuti a idee diverse sulla gestione della squadra o alla sua comunicazione pubblica, che in questi anni è stata gestita quasi interamente da Maldini. Ma soprattutto, secondo alcuni giornalisti che seguono il calciomercato, il fondo RedBird avrebbe l’intenzione di instaurare un modello di gestione del club calcistico diverso, facendo un più ampio e costante ricorso ai dati e alle statistiche per guidare le scelte di mercato, seguendo modelli sempre più diffusi negli ultimi dieci anni anche nel calcio europeo, seppure nati originariamente nello sport americano.

Lo scorso settembre Gerry Cardinale in un convegno a Londra aveva spiegato il suo approccio, già utilizzato in Francia al Tolosa (altra squadra di proprietà del fondo) nonché la collaborazione di RedBird con Billy Beane, il dirigente protagonista di Moneyball, libro scritto da Michael Lewis sulla storia della prima squadra di baseball a usare questi modelli, gli Oakland Athletics, da cui poi fu tratto un celebre film del 2011. «Tutti usano i dati statistici, ma noi pensiamo di avere un vantaggio nel modo diverso in cui li utilizziamo. Billy Beane è stato decisivo nel convincermi che il calcio europeo potesse essere una grande opportunità», disse Cardinale.

Modelli simili non sono ancora stati sperimentati a livello europeo su una squadra del livello del Milan: e soprattutto i tifosi temono che nel migliore dei casi acquistando giocatori giovani ci vorranno anni per competere stabilmente ad alti livelli.

– Leggi anche: La squadra danese che sceglie i giocatori come in Moneyball

Il comunicato ha confermato che almeno Maldini non verrà sostituito da nuove figure nello staff dirigenziale, che invece subirà una riorganizzazione. Cardinale dovrebbe essere più coinvolto in prima persona nelle decisioni di alto livello, che comprendono anche la costruzione di un nuovo stadio, mentre la figura centrale e con maggiori poteri sarà l’attuale amministratore delegato Giorgio Furlani, che viene dal mondo della finanza e che faceva parte dal 2018 del Consiglio di amministrazione del Milan in quanto dirigente del fondo Elliott, precedente proprietario della società.

Per quel che riguarda il calciomercato maggiori responsabilità dovrebbero essere affidate a Gerry Moncada, 36 anni, al Milan dal 2018 e finora capo degli osservatori, cioè i collaboratori che seguono partite e campionati italiani ed esteri alla ricerca di nuovi talenti. Moncada è uno degli osservatori più stimati del campionato, e sebbene nel calcio sia difficile ricostruire la genesi di certe trattative sembra che alcuni degli acquisti decisivi fatti dal Milan negli ultimi anni si debbano alle sue intuizioni.

Il Milan sembra quindi essere indirizzato verso un profondo rinnovamento, completato anche dal recente addio di Zlatan Ibrahimovic, nonostante soltanto un paio di anni fa sembrava avere avviato infine un ciclo promettente dopo un decennio in cui si erano susseguiti vari tentativi di rifondazione e altrettanti fallimenti.