Secondo fonti dell’intelligence statunitense il tentato attacco al Cremlino potrebbe essere stata un’operazione segreta dell’Ucraina

Un fotogramma del momento dell'esplosione in uno dei video circolati online e diffusi da numerosi corrispondenti occidentali
Un fotogramma del momento dell'esplosione in uno dei video circolati online e diffusi da numerosi corrispondenti occidentali

Due funzionari dell’intelligence degli Stati Uniti hanno detto in forma anonima al New York Times che il tentato attacco con droni sul Cremlino di inizio maggio potrebbe essere stata un’operazione di «unità speciali dell’esercito o dell’intelligence ucraine».

Nella notte tra il 2 e il 3 maggio due droni avevano cercato di colpire il Cremlino a Mosca, che è la sede di varie istituzioni dello stato russo e la residenza ufficiale del presidente Vladimir Putin. Il governo russo aveva detto che i droni erano stati intercettati prima che colpissero il Cremlino, e aveva accusato l’Ucraina di essere responsabile del tentativo di attacco. Il governo ucraino aveva però negato, come ha sempre fatto nel caso di altri attacchi compiuti in territorio russo negli ultimi mesi.

I funzionari dell’intelligence statunitense hanno detto al New York Times che, in base a intercettazioni di conversazioni di funzionari russi e ucraini, ritengono possibile che il tentativo di attacco sia stato compiuto dall’Ucraina. Ma hanno aggiunto che non ci sono prove per sostenere che sia stato ordinato direttamente dal governo ucraino.

I funzionari hanno anche detto di non poter assicurare che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky fosse a conoscenza dell’attacco, dato che operazioni segrete di questo tipo (in inglese covert operations) potrebbero essere portate avanti dai servizi di intelligence ucraini in modo autonomo, senza la supervisione di Zelensky o di altri membri di governo.

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