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  • Mercoledì 15 marzo 2023

Che significa il voto al Senato sul “certificato europeo di filiazione”

Una proposta di regolamento europeo sul riconoscimento dei genitori non biologici ha ricevuto un parere critico dalla maggioranza

Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris in occasione della registrazione dei nomi di entrambi i genitori negli atti di nascita delle figlie e dei figli di famiglie omogenitoriali, nel 2018
(ANSA / CIRO FUSCO)
Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris in occasione della registrazione dei nomi di entrambi i genitori negli atti di nascita delle figlie e dei figli di famiglie omogenitoriali, nel 2018 (ANSA / CIRO FUSCO)

Martedì la commissione del Senato che si occupa di politiche europee ha votato una risoluzione con cui si è espressa negativamente su una proposta di regolamento europeo che puntava a uniformare le procedure di riconoscimento dei figli in tutti gli stati dell’Unione europea. Il voto della commissione non ha valore legislativo (la proposta di regolamento europeo è ancora in discussione e dovrà essere votata in futuro dal Consiglio dell’ Unione), ma ha comunque un significato politico: ha permesso alla maggioranza che sostiene il governo di prendere posizione su uno dei temi più discussi e problematici tra quelli che riguardano i diritti civili, all’origine di varie discriminazioni.

La proposta di regolamento europeo permetterebbe a coloro che hanno avuto figli in qualsiasi stato europeo diverso dal proprio di essere automaticamente riconosciuti come genitori anche nel proprio paese, attraverso un “certificato europeo di filiazione”. In Italia sarebbe una misura fondamentale per centinaia di famiglie omogenitoriali, cioè formate da coppie di donne o di uomini, ma anche per coppie eterosessuali che abbiano avuto figli ricorrendo alla gestazione per altri, ossia la tecnica di procreazione assistita con cui la gestazione viene portata avanti da una persona esterna alla coppia.

In Italia infatti sono vietate sia la procreazione assistita per persone dello stesso sesso – che devono ricorrere alla fecondazione eterologa, cioè alla donazione esterna di gameti (le cellule sessuali, ovuli o spermatozoi) – che la gestazione per altri: chi vuole avere figli in questo modo deve quindi concepirli all’estero, dopodiché il genitore non biologico deve chiedere il riconoscimento del proprio legame di parentela in Italia. Ma non essendoci una legge sulla trascrizione nei registri di stato civile, il riconoscimento era fino a poco tempo fa a discrezione delle amministrazioni locali (ci arriviamo).

In molti casi per ottenere il riconoscimento bisogna attraversare lunghe e costose controversie legali, fino alla conclusione delle quali il genitore non biologico è per lo stato formalmente un estraneo rispetto al bambino o alla bambina. Significa per esempio che può aver bisogno di una delega per poter andare a prendere i figli a scuola: sono discriminazioni che colpiscono prima di tutto gli stessi figli, a cui viene negato il rapporto giuridico con uno dei due genitori.

La proposta di regolamento europeo prevede in estrema sintesi che i genitori di un minore riconosciuti da uno stato dell’Unione siano riconosciuti anche da tutti gli altri paesi senza procedure particolari. Nel concreto, il certificato europeo di filiazione si potrebbe richiedere su base volontaria sia dai figli, o da un loro rappresentante legale, sia dai loro genitori, e non sarebbe in alcun modo sostitutivo dei documenti nazionali.

Secondo la commissione sulle politiche dell’Unione europea, presieduta dal senatore Giulio Terzi di Sant’Agata di Fratelli d’Italia, la proposta di regolamento europeo non rispetta «i principi di sussidiarietà e di proporzionalità»: cioè sarebbe un’invasione delle istituzioni europee nella politica nazionale.

Inoltre, sempre secondo la maggioranza, approvare la proposta di regolamento riconoscerebbe implicitamente la legittimità delle forme di procreazione assistita vietate in Italia, a cui i partiti della coalizione di destra sono generalmente contrari. Claudio Borghi, senatore della Lega, ha aggiunto che approvare la proposta di regolamento europeo sul riconoscimento dei figli in tutti gli stati europei equivale a uno «sdoganamento della compravendita di bambini». La risoluzione che esprime un parere sul mancato rispetto dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità è stata votata con 11 voti favorevoli e 7 contrari.

Il voto sulla proposta di regolamento europeo è arrivato negli stessi giorni in cui il governo ha adottato un’ulteriore misura molto restrittiva sulle famiglie non tradizionali. Basandosi su una sentenza della Corte di Cassazione che escludeva «la automatica trascrivibilità del provvedimento giudiziario straniero», il ministero dell’Interno ha inviato da poco una circolare a tutte le prefetture chiedendo sostanzialmente che i sindaci rispettino la sentenza, smettendo cioè di trascrivere i certificati esteri.

La circolare ha già avuto effetti concreti: martedì Beppe Sala, il sindaco di Milano, ha detto che smetterà di registrare i genitori non biologici negli atti di nascita di bambini con due padri o con due madri (in questo secondo caso solo se nati in Italia: nei casi di coppie di donne il cui parto sia avvenuto all’estero non esistono ancora indicazioni precise). Milano era una delle poche città in Italia a riconoscere automaticamente la genitorialità di coppie di donne o di uomini diventati genitori tramite la fecondazione eterologa o la gestazione per altri.

– Leggi anche: Fare una famiglia non tradizionale in Italia