È il giorno del Consiglio dei ministri a Cutro

Dovrebbe essere discusso un decreto in tema di immigrazione, ma se ne parla soprattutto per le divergenze tra Meloni e Salvini

Giorgia Meloni e Matteo Salvini
(ANSA/FABIO FRUSTACI)
Giorgia Meloni e Matteo Salvini (ANSA/FABIO FRUSTACI)
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Nel pomeriggio di giovedì il Consiglio dei ministri si riunirà in via eccezionale nel municipio di Cutro, la piccola città in provincia di Crotone, in Calabria, al largo della quale nella notte tra il 25 e il 26 febbraio c’è stato un drammatico naufragio in cui sono morte 72 persone migranti. La decisione di svolgere il Consiglio dei ministri a Cutro è stata presa dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, come atto simbolico per dimostrare la vicinanza del governo ai morti e alle loro famiglie: si prevede che nel corso della riunione verrà discusso e approvato un nuovo decreto per contrastare l’immigrazione irregolare e agevolare il flusso di migranti regolari.

Il Consiglio dei ministri doveva essere preceduto da una riunione preparatoria mercoledì pomeriggio, in cui si sarebbero dovuti discutere alcuni dettagli tecnici del decreto, ma è stata posticipata a giovedì mattina. I quotidiani di giovedì hanno pubblicato vari retroscena, che come tali vanno presi con cautela, secondo cui il rinvio sarebbe stato deciso anche in ragione di una situazione non proprio armonica all’interno della coalizione di governo. In particolare da diversi giorni i giornali stanno raccontando di divergenze tra Fratelli d’Italia, il partito di Meloni, e la Lega, il partito di Matteo Salvini, vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Il motivo sarebbe soprattutto la volontà di Salvini di inserire nel decreto norme più rigide, che riprendano in parte i cosiddetti “decreti sicurezza”, le due leggi estremamente restrittive sull’immigrazione e l’integrazione volute da Salvini quando era ministro dell’Interno nel primo governo di Giuseppe Conte: i decreti furono approvati tra il 2018 e il 2019, e cambiati nel 2020 dal secondo governo Conte, di cui la Lega non faceva più parte.

Meloni e il suo partito sarebbero invece contrari al ripristino dei decreti sicurezza, tanto più durante il Consiglio dei ministri organizzato a Cutro dopo la strage di migranti. Peraltro, scrivono i giornali, Meloni avrebbe deciso di prendere direttamente in gestione il tema dell’immigrazione, sottraendolo al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, vicino alla Lega e molto criticato per alcune sue dichiarazioni dopo il naufragio, e affidandolo al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.

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Per il momento Meloni e Salvini non hanno fatto commenti pubblici sulla questione, ma Salvini ha fatto capire come la pensa piuttosto chiaramente con un post sui suoi profili sui social network, in cui ha elogiato la recente proposta di legge del governo britannico che prevede l’espulsione di chiunque entri irregolarmente nel Regno Unito, con pochissime eccezioni, in violazione delle leggi internazionali sul diritto di asilo. Nel frattempo, comunque, la Lega ha presentato un progetto di legge per ripristinare i decreti sicurezza: la discussione del testo, i cui primi firmatari sono i parlamentari Igor Iezzi e Riccardo Molinari, comincerà oggi alla commissione Affari costituzionali della Camera.

Per quanto riguarda il contenuto del decreto che verrà discusso nel Consiglio dei ministri, per ora non ci sono certezze. I giornali hanno ipotizzato che potrebbero esserci norme più dure per punire i cosiddetti “scafisti”, cioè le persone che guidano le barche di migranti e che però spesso non c’entrano nulla con i gruppi di trafficanti che organizzano i viaggi. Attualmente rischiano fino a 5 anni di carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma il decreto dovrebbe prevedere un aumento della pena, fino a 10 anni di carcere. Il decreto dovrebbe contenere anche un aumento dei fondi destinati ai centri di identificazione ed espulsione, e un incremento del numero di persone migranti che possono entrare regolarmente in Italia (si parla di 20mila persone in più già ora e di altre 60mila per la fine dell’anno).

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