Italia e Austria non riescono a mettersi d’accordo sul passo del Brennero

Il governo italiano vorrebbe meno limitazioni per i camion che trasportano merci, quello austriaco per ora non ci sente

(Lorenzo Zambello/LaPresse)
(Lorenzo Zambello/LaPresse)
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Ormai da diversi anni Italia e Austria non riescono a trovare un accordo sulla gestione di un tratto di autostrada a nord del passo del Brennero, fra la provincia italiana di Bolzano e la regione austriaca del Tirolo. L’autostrada si trova in territorio austriaco ma viene utilizzata in larga parte dai camion delle aziende di trasporto italiane, dato che è la strada più veloce per collegare Italia e Germania. Negli ultimi anni il governo austriaco ha aumentato le limitazioni alla circolazione dei camion, a suo dire per ridurre le emissioni inquinanti dovute al traffico: l’Italia sostiene invece che le limitazioni danneggino eccessivamente i camion italiani e più in generale lo scambio di merci con la Germania.

La settimana scorsa la Corte di Giustizia europea si è rifiutata di esaminare la richiesta di alcune associazioni di categoria italiane che aveva come obiettivo quello di costringere la Commissione Europea a prendere provvedimenti contro l’Austria. A fine febbraio il ministro dei Trasporti italiano Matteo Salvini si era incontrato con la ministra per l’Ambiente e la Mobilità austriaca, Leonore Gewessler, senza successo. Al momento è difficile prevedere se e quando i due paesi troveranno un compromesso.

Il tratto di autostrada in questione è lungo poco più di cento chilometri: il tratto A13 va dal passo del Brennero, il principale valico alpino che collega Italia e Austria, alla città austriaca di Innsbruck. Il tratto A12 invece parte da Innsbruck e arriva fino a Kufstein, l’ultima città austriaca prima del confine con la Germania, a nord. Per l’Italia è un tratto di autostrada fondamentale: il Sole 24 Ore scrive che nel 2022 sono passati dal Brennero circa 2,4 milioni di camion, mentre secondo una stima di Conftrasporto, l’associazione di categoria delle aziende di trasporto merci, ogni anno dal valico passano merci per un valore di circa 160 miliardi di euro.

L’Austria sostiene che tutto questo traffico sia estremamente dannoso per l’ambiente, e contribuisca ad aumentare le emissioni inquinanti nelle aree percorse dall’autostrada. Nel suo sito ufficiale il Tirolo ricorda che «da anni vengono rilevati sforamenti dei valori limite di biossido di azoto (NO₂) in atmosfera, in particolare nell’area dell’autostrada Inntal A12 e dell’autostrada del Brennero A13». «Le analisi hanno rilevato che questi sforamenti dei valori sono dovuti principalmente al traffico autostradale», precisa il sito.

Da tempo il governo nazionale e quello regionale hanno quindi imposto estese limitazioni al traffico dei camion in quel tratto autostradale: non possono circolare di notte né quasi mai il sabato mattina. Vengono ammessi poi solo veicoli commerciali Euro 6 che producano emissioni di ossidi di azoto non superiori a 0,4 grammi per kilowattora.

Le associazioni di categoria italiane, fra cui soprattutto l’ANITA (Associazione Nazionale Imprese Trasporti Automobilistici), sostengono che le limitazioni imposte dall’Austria violino la libera circolazione delle merci prevista dai trattati fondativi dell’Unione Europea. La versione dell’Austria è che i provvedimenti presi servono a loro volta a rispettare altre leggi europee, quelle sulla tutela dalle emissioni inquinanti nell’atmosfera.

In una recente intervista alla Tiroler Tageszeitung la ministra Gewessler, indicata dai Verdi, ha ribadito la necessità delle limitazioni ai camion, sostenendo che i tirolesi «soffrono enormemente il transito dei mezzi pesanti» e che «ne va della tutela della salute e della qualità della vita».

A fine dicembre la provincia italiana di Bolzano aveva presentato i risultati di uno studio di fattibilità sull’introduzione di un sistema a “slot”, che prevede fasce orarie prenotabili dalle aziende di trasporto per i propri mezzi, in modo da gestire i flussi ed evitare ingorghi. Il giorno stesso l’associazione di categoria ANITA l’ha giudicata irrealizzabile e poco compatibile con i propri interessi.

L’Italia ha da tempo un problema di eccessiva dipendenza dallo scambio di merci su gomma, cioè con i camion: nel 2021 l’80 per cento delle merci passate in Italia è stato trasportato su gomma, contro una media europea di poco più del 70 per cento. Il traffico su ferro, quindi attraverso i treni merci, produce molte meno emissioni inquinanti ma in certi casi è più costoso e complesso da organizzare. In Italia si sposta su ferrovie poco più del 10 per cento delle merci, contro una media europea del 17 per cento, che nel 2030 secondo gli obiettivi dell’Unione Europea dovrebbe raggiungere il 30 per cento.

Anche al Brennero si sta lavorando da anni per spostare la maggior parte del traffico su ferro: entro il 2032 dovrebbe essere completata una galleria ferroviaria di 64 chilometri che diventerà il collegamento ferroviario sotterraneo più lungo al mondo. Parallelamente però bisognerà intervenire sulla cooperazione amministrativa e burocratica fra Italia e Austria: un recente rapporto dell’Agenzia Europea per le Ferrovie (ERA) ha mostrato che oggi i treni merci che passano dal Brennero rimangono fermi fino a cinque ore per controlli in gran parte evitabili.