Repubblica ha pubblicato stralci più ampi delle conversazioni tra Alfredo Cospito e alcuni boss mafiosi in carcere citate in parlamento da Giovanni Donzelli

 Alfredo Cospito ascoltato in videoconferenza dalla Corte d'assise d'appello di Torino il 5 dicembre (ANSA/TINO ROMANO)
Alfredo Cospito ascoltato in videoconferenza dalla Corte d'assise d'appello di Torino il 5 dicembre (ANSA/TINO ROMANO)

Giovedì Repubblica ha pubblicato diversi stralci delle conversazioni avute nel carcere di Sassari dall’anarchico Alfredo Cospito e da alcuni membri della criminalità organizzata come lui in regime detentivo di 41-bis, contro cui Cospito fa uno sciopero della fame dal 19 ottobre scorso. Alcuni virgolettati decontestualizzati erano stati citati martedì alla Camera dal deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli, a cui le aveva riferite il suo collega di partito Andrea Delmastro, sottosegretario alla Giustizia con delega al DAP, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. L’intervento di Donzelli aveva creato grosse polemiche, dato che per il suo ruolo sembra probabile che – ma questo aspetto è attualmente in corso di verifica – non avrebbe dovuto conoscere quelle informazioni, né tantomeno avrebbe potuto divulgarle: sul caso la procura di Roma ha avviato un’inchiesta.

L’intento di Donzelli era di denunciare l’esistenza di una presunta collaborazione tra la criminalità organizzata e Cospito per spingere lo stato ad abolire il 41-bis, di cui secondo Donzelli i mafiosi «hanno il terrore» perché gli impedisce «di controllare il territorio». Gli stralci pubblicati da Repubblica forniscono però un maggiore contesto per inquadrare e interpretare meglio le conversazioni. Cospito è l’unica persona che in Italia è detenuta al 41-bis senza far parte della criminalità organizzata, e può trascorrere le cosiddette “ore d’aria” solo in compagnia di detenuti al 41-bis, che sono quindi per forza di cose appartenenti a gruppi mafiosi.

In una conversazione Francesco Di Maio, affiliato al clan camorristico dei Casalesi, dice a Cospito di aver sentito alla televisione delle proteste in corso in Italia in sostegno dell’anarchico e lo esorta «a continuare tale battaglia, perché “pezzettino dopo pezzettino si arriverà al risultato”», intendendo l’abolizione del 41-bis. L’agente del GOM (Gruppo operativo mobile) che scrive la relazione sulla conversazione sottolinea come Cospito «quasi a prendere le distanze dai manifestanti, riferiva: “Questi stanno facendo casino in tutta Italia, me lo ha riferito anche il mio avvocato. Ci sono presidi e interviste in tutte le piazze d’Italia. Questi vengono a rompermi il cazzo ma deve essere una lotta contro il regime 41-bis e contro l’ergastolo ostativo, non deve essere una lotta solo per me. Per me…noi 41-bis siamo tutti uguali».

Parlando invece con il boss della ’ndrangheta Francesco Presta delle proteste in sua solidarietà, Cospito dice che «fuori non si stanno muovendo solo gli anarchici, ma anche altre associazioni. Adesso vediamo che succede a Roma tra qualche giorno. In televisione non ne stanno parlando ancora molto». Presta gli risponde che deve «mantenere sempre l’andamento, altrimenti poi si dimenticano. Bisogna sempre attirare l’attenzione, non è più come negli anni Ottanta, la gente adesso ha conosciuto il benessere… Sarebbe importante che la questione arrivasse a livello europeo e magari ci levassero l’ergastolo ostativo».

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