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  • Mercoledì 1 febbraio 2023

La minaccia dei talebani in Pakistan

Il gruppo terroristico del TTP, affiliato con i talebani afghani, sta mettendo in difficoltà il governo, come dimostra l'attentato di lunedì a Peshawar

Il servizio funebre di una delle persone uccise nell’attentato a Peshawar (AP Photo/Muhammad Sajjad)
Il servizio funebre di una delle persone uccise nell’attentato a Peshawar (AP Photo/Muhammad Sajjad)
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L’attacco suicida di lunedì contro la moschea di un quartier generale della polizia a Peshawar, in Pakistan, è stato ricollegato quasi immediatamente al gruppo terroristico noto come Tehrik-i-Taliban Pakistan (TTP), cioè i cosiddetti talebani pachistani, che hanno una lunga storia di attentati feroci nel paese. Il gruppo, che ha ripreso le operazioni dopo una tregua terminata a novembre, sta creando sempre più difficoltà al governo e alle forze dell’ordine del Pakistan, anche a causa dell’aiuto e della protezione che sta ricevendo dall’Afghanistan, dove governa un altro gruppo ideologicamente e militarmente affine, quello dei talebani afghani.

L’attacco di lunedì ha provocato 101 morti, la gran parte dei quali poliziotti che stavano pregando, e 217 feriti. È avvenuto all’interno di una sede della polizia locale, in una zona teoricamente molto sicura, e mostra come, dopo un periodo di tregua, la regione di Peshawar nel nord-ovest del Pakistan sia nuovamente esposta agli attacchi terroristici e alle azioni criminali del TTP, che nell’area gestisce anche una rete di estorsioni.

L’attribuzione dell’attentato di lunedì al TTP non è ufficiale, ma è estremamente probabile. Poco dopo l’attacco, uno dei comandanti del TTP aveva pubblicato un tweet in cui ne attribuiva la responsabilità al gruppo terroristico, ma successivamente un altro portavoce del gruppo aveva negato ogni collegamento. È comunque molto probabile che i talebani pachistani abbiano avuto un ruolo nell’attentato, o ne siano direttamente responsabili.

L’area di Peshawar, che si trova molto vicina al confine con l’Afghanistan ed è popolata a maggioranza dalla medesima etnia (la maggioranza della popolazione della regione è pashtun, esattamente come il gruppo principale dei talebani afghani), è da decenni al centro dei gravi conflitti che interessano la regione, e ne subisce le violenze.

Il TTP, cioè il gruppo dei talebani pachistani, si formò nel 2007 come organizzazione affiliata ma separata dai talebani afghani, in protesta contro l’aiuto che il governo pachistano stava dando alle operazioni militari degli Stati Uniti nella regione. L’obiettivo del TTP era rovesciare il governo pachistano e sostituirlo con un governo religioso, esattamente come avevano fatto anni prima i talebani afghani in Afghanistan, prima di essere scacciati dall’invasione americana del 2002.

Il TTP divenne ben presto una delle organizzazioni terroristiche più temibili del Pakistan, grazie anche al sostegno dei talebani afghani, e compì gravissimi attentati in tutto il paese. Soprattutto nella regione di Peshawar, dove manteneva il grosso della sua base. Il più grave fu nel 2014, quando i miliziani entrarono in un grosso complesso scolastico e uccisero 147 studenti (bambini tra i 6 e i 17 anni) e insegnanti. La strage alla scuola di Peshawar provocò una risposta durissima dell’esercito pachistano, che mise in atto un’operazione antiterrorismo imponente e costrinse gran parte dei miliziani del TTP a rifugiarsi in Afghanistan.

Nel 2021 il ritorno dei talebani afghani al governo dell’Afghanistan, dopo il ritiro americano dal paese, ha creato una fase nuova nel rapporto tra Pakistan, TTP e talebani afghani.

Il governo e soprattutto l’esercito pachistano, pur essendo formalmente alleati degli Stati Uniti nella guerra al terrorismo e pur combattendo sul proprio territorio il TTP, hanno sempre mantenuto un rapporto a dir poco ambiguo con i talebani afghani: li hanno aiutati e protetti segretamente per anni. Quando infine i talebani afghani hanno riconquistato il potere in Afghanistan, l’esercito pachistano ha sperato che i talebani afghani, riconoscenti per il sostegno fornito nel corso degli anni, avrebbero contribuito a tenere a bada il TTP, approfittando dell’influenza esercitata sul gruppo. Non è successo.

Nella seconda metà dell’anno scorso i talebani afghani hanno patrocinato alcuni negoziati che si sono tenuti a Kabul, la capitale afghana, e che hanno consentito di ottenere alcuni mesi di tregua nelle violenze compiute dai talebani pachistani. Ma i negoziati sono falliti a novembre, senza troppo impegno da parte dei talebani afghani, e le violenze in Pakistan e soprattutto a Peshawar sono riprese. Anzi, si sono semmai amplificate, perché il TTP ha approfittato della tregua per riorganizzarsi e riarmarsi. I talebani afghani, poi, hanno liberato vari membri del TTP che erano stati imprigionati negli anni precedenti, e ospitano e proteggono a Kabul la leadership del gruppo.

Da mesi a Peshawar i miliziani del TTP minacciano le autorità e compiono estorsioni e atti di intimidazione contro la borghesia laica cittadina, gli imprenditori e i politici locali. La popolazione ha manifestato contro le violenze, ma per ora ogni azione del governo pachistano è stata inutile. L’attacco di lunedì contro la moschea potrebbe provocare un’altra grossa operazione di antiterrorismo da parte dell’esercito, come quella del 2014, ma questa volta il governo potrebbe essere più cauto, perché affrontare apertamente il TTP potrebbe significare mettersi contro anche i talebani afghani.