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  • Lunedì 23 gennaio 2023

Il Napoli è a metà dell’opera

Ha concluso il girone di andata con 50 punti su 57 disponibili e un distacco di almeno tre vittorie dalle avversarie

Il Napoli riunito dopo la vittoria contro la Salernitana (Francesco Pecoraro/Getty Images)
Il Napoli riunito dopo la vittoria contro la Salernitana (Francesco Pecoraro/Getty Images)

Dopo la vittoria contro la Salernitana di sabato pomeriggio il Napoli ha concluso il girone di andata della Serie A al primo posto in classifica con 50 punti ottenuti in 19 partite. Ne ha lasciati per strada soltanto 7 (con due pareggi e una sconfitta) e così facendo è diventata la terza squadra italiana in un campionato a venti squadre a raggiungere i 50 punti in un girone di andata: soltanto Juventus e Inter ci erano riuscite finora (in quattro occasioni diverse).

A prescindere dai risultati di Inter e Milan nelle ultime partite della 19ª giornata in programma tra lunedì e martedì, al termine del girone di andata il Napoli avrà almeno 9 punti di vantaggio dalla seconda, ovvero il distacco dato da tre vittorie.

Se si conta anche il percorso fatto in Champions League (dove attende di giocare gli ottavi contro il Francoforte), la stagione del Napoli finora è stata pressoché perfetta, tanto che anche la sorprendente eliminazione agli ottavi di Coppa Italia contro la Cremonese ultima in Serie A non ha cambiato più di tanto il bilancio.

In campionato la squadra allenata da Luciano Spalletti ha il miglior attacco con 46 gol (8 in più dell’Inter) ottenuti con il maggior numero di tiri verso la porta tra le venti squadre del campionato: sono 328, almeno una trentina in più delle rivali. I 46 gol sono stati realizzati da 15 giocatori diversi, con il contributo decisivo del centravanti Victor Osimhen, capocannoniere del campionato con 13 gol, appena uno in meno dei 14 che segnò in tutta la scorsa stagione.

Ma il Napoli ha anche la miglior difesa, seppur con margini minori rispetto alle avversarie. Rappresenta comunque un dato significativo perché, più dell’attacco, dimostra come la squadra sia riuscita non solo a rimpiazzare i tanti giocatori importanti ceduti in estate, ma anche a migliorare. In difesa in particolare questo sembrava altamente improbabile dopo la cessione al Chelsea di Kalidou Koulibaly, per anni uno dei migliori difensori della Serie A.

Victor Osimhen (Francesco Pecoraro/Getty Images)

Il suo sostituto, il sudcoreano Kim Min-jae, acquistato in estate dai turchi del Fenerbahce, è già ritenuto uno dei migliori difensori della stagione. In attacco invece l’altro acquisto estivo, Khvicha Kvaratskhelia, acquistato dalla Dinamo Batumi per sostituire il capitano Lorenzo Insigne, è il miglior esordiente della Serie A con 7 gol e 7 assist decisivi alla sua prima stagione in Italia.

Dopo una delle partite più emblematiche di questa stagione, la vittoria per 6-1 ad Amsterdam contro l’Ajax, il nuovo capitano Giovanni Di Lorenzo — peraltro in gol contro la Salernitana — aveva spiegato: «Sono andati via grandissimi giocatori di personalità e questo ha responsabilizzato tutti. Per questo stiamo venendo fuori alla grande. Nessuno si aspettava questo impatto dei nuovi. Stiamo dimostrando di essere un grande gruppo ed è merito anche del mister, che tiene tutti sulla corda e dà a tutti la possibilità di dare il loro contributo».

Questa responsabilizzazione collettiva si nota soprattutto nel modo in cui la squadra si gestisce in campo attaccando gli spazi senza rimanere troppo legata ai moduli di gioco, che in questo caso passano in secondo piano. I giocatori in campo prendono liberamente iniziativa, vengono seguiti dai compagni e coperti nelle loro posizioni iniziali. È anche in questo modo che il Napoli arriva solitamente a controllare le partite con il più alto possesso palla del campionato.

L’ultima vittoria contro la Salernitana è stata anche la 276ª in carriera per Spalletti, diventato così l’allenatore con più partite vinte in Serie A nell’era dei tre punti. Le ha ottenute nell’arco di 25 anni allenando sei squadre, alcune di queste per più di una volta. A differenza di altri, tuttavia, non ha mai vinto uno Scudetto. Ne ha parlato dopo la gara di sabato, dicendo: «Abbiamo un’occasione irripetibile e bisogna comportarsi di conseguenza».

È dal 1990 che il Napoli non vince il campionato e dal 1992 — l’anno dopo la vittoria della Sampdoria di Vialli e Mancini — che lo Scudetto viene vinto soltanto dalle squadre di Roma, Milano e Torino.

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