Antonio Panzeri, in carcere per lo scandalo di corruzione al Parlamento Europeo, ha firmato un accordo di collaborazione con la procura belga in cambio di uno sconto di pena

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Antonio Panzeri in una foto del 2017 (ANSA)

L’ex europarlamentare Antonio Panzeri, in carcere dall’inizio di dicembre per il grosso scandalo di corruzione al Parlamento Europeo, ha ammesso il proprio coinvolgimento nel caso e ha firmato un accordo per collaborare con la procura belga in cambio di uno sconto di pena. In un comunicato della procura belga si dice che Panzeri si è impegnato a fare «dichiarazioni sostanziali, rivelatrici, sincere e complete» rispetto al proprio coinvolgimento nel caso e a quello di altre persone.

Panzeri era stato arrestato con l’accusa di essere la figura di riferimento di un’ampia rete di corruzione da parte del Qatar (il piccolo e ricchissimo paese del Medio Oriente dove si sono svolti gli ultimi Mondiali di calcio), che coinvolgeva anche altri esponenti politici, italiani e non. L’Echo scrive che Panzeri in particolare avrebbe confessato di aver pagato una somma tra i 120mila e i 140mila euro al parlamentare belga di origine italiana Marc Tarabella, il cui ufficio era stato perquisito nell’ambito delle indagini. Sempre secondo L’Echo, in base all’accordo con la procura belga, Panzeri verrebbe condannato a una pena di cinque anni, di cui uno da trascorrere in carcere, a una multa di 80mila euro, e alla confisca di beni stimati in 1 milione di euro.

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