L’Unione Europea ha raggiunto un accordo con l’Ungheria per sbloccare gli aiuti all’Ucraina e per approvare una tassa minima sui profitti delle multinazionali

Viktor Orban (AP Photo/Franc Zhurda)
Viktor Orban (AP Photo/Franc Zhurda)

Lunedì l’Unione Europea ha raggiunto un accordo con l’Ungheria per sbloccare lo stanziamento di 18 miliardi di euro di aiuti all’Ucraina e per approvare una tassa minima sui profitti delle multinazionali (già approvata dal G20 lo scorso anno): sono due misure su cui l’Ungheria aveva posto il proprio veto impedendone l’attuazione, dato che le decisioni del Consiglio dell’Unione Europea vanno approvate all’unanimità dai governi di tutti i paesi membri.

Il veto dell’Ungheria era stato probabilmente un modo per fare pressione sugli stati membri dell’Unione per sbloccare l’erogazione dei fondi europei strutturali che la Commissione Europea aveva proposto di sospendere per via di una serie di carenze del paese nel rispetto dello stato di diritto (concetto che è tra i principi fondanti dellUnione Europea e presuppone il rispetto dei diritti fondamentali della popolazione e un potere giudiziario indipendente e imparziale, tutti elementi fortemente a rischio in Ungheria).

L’accordo, raggiunto dopo mesi di complicate negoziazioni, prevede che l’Ungheria ritiri il proprio veto in cambio della riduzione dei fondi europei bloccati (da 7,5 miliardi a 6,3 miliardi di euro). Prevede anche lo sblocco dei 5,8 miliardi di euro del Recovery Fund (il piano di aiuti economici per il rilancio dei paesi colpiti dalla pandemia) destinati all’Ungheria: quest’ultima erogazione sarà però condizionata dal completamento di 27 riforme su corruzione e indipendenza giudiziaria da parte del governo ungherese.