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  • Sabato 26 novembre 2022

Come si vive a Kiev, senz’acqua e senza luce

Ci si riscalda nei pochi bar aperti e si raccoglie l'acqua piovana dai tubi di scarico, mentre il governo cerca contromisure

Un bar illuminato con un generatore di corrente a Kiev (EPA/SERGEY DOLZHENKO)
Un bar illuminato con un generatore di corrente a Kiev (EPA/SERGEY DOLZHENKO)
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I bombardamenti russi in Ucraina degli ultimi giorni hanno danneggiato gravemente le infrastrutture civili in molte aree del paese e soprattutto a Kiev, la capitale, dove la popolazione non era mai stata così in difficoltà nella vita quotidiana. A più di due giorni dall’ultimo bombardamento, il sindaco Vitali Klitschko ha detto che circa il 60 per cento della città è ancora senza energia, mentre in moltissime case, uffici e luoghi pubblici manca del tutto anche l’acqua.

È il risultato di una strategia che la Russia sta portando avanti con insistenza da circa un mese e mezzo, in seguito a diverse pesanti sconfitte subite sul campo e come segno di ritorsione: il suo esercito bombarda le città ucraine su larga scala, puntando a colpire in modo specifico le principali infrastrutture civili che garantiscono elettricità, riscaldamento, acqua e telecomunicazioni agli abitanti. L’obiettivo è mettere il più possibile in difficoltà la popolazione e creare una crisi energetica nel paese mentre le condizioni climatiche si fanno sempre più difficili per l’arrivo dell’inverno.

Gli abitanti di Kiev si sono ormai abituati a frequenti blackout e in generale a condizioni di vita molto precarie, ma cercano di portare avanti una vita tutto sommato normale: molti vanno ancora al lavoro, per esempio. Negli ultimi giorni le cose sono diventate però ancora più difficili: le temperature si sono abbassate notevolmente e l’attuale mancanza di elettricità e riscaldamento sta avendo conseguenze più problematiche del solito, oltre al fatto che la situazione riguarda sempre più persone.

Le carenze d’acqua in città in questi giorni sono state talmente vaste che diverse persone hanno cercato di recuperarne un po’ dai tubi di scarico dell’acqua piovana, mentre sono sempre lunghissime le file nei punti pubblici per la distribuzione dell’acqua, con le persone che riescono al massimo a riempire una o due bottigliette di plastica ciascuna. Ha aiutato un po’ il fatto che giovedì, il giorno dopo l’ultimo bombardamento, a Kiev abbia piovuto, dopo alcuni giorni in cui aveva solo nevicato.

Sono condizioni difficili da credere per una città come Kiev, che prima dell’inizio della guerra era una grande e moderna capitale di circa 3 milioni di abitanti. I giornalisti di Associated Press sul posto hanno raccontato che le persone stanno cercando rifugio in massa nei pochissimi bar che per qualche ragione hanno ancora acqua ed elettricità. Le persone scrivono ad amici e parenti per sapere se da loro è rimasta in funzione almeno una delle due cose, e nel caso si organizzano per riunirsi tutti dove ci si può riscaldare o per portarsi un po’ d’acqua.

In uno dei bar visitati da Associated Press una 34enne di Kiev ha raccontato che al mattino, prima di andare a lavoro, usa due bicchieri d’acqua per fare una specie di doccia e tiene i capelli legati per evitare di lavarli.

Nel frattempo squadre di ingegneri energetici e operai sono al lavoro per cercare di ripristinare le principali infrastrutture: giovedì mattina il 70 per cento della città era senza elettricità e in due giorni si è passati al 60, mentre l’acqua è cominciata a tornare in tante abitazioni, seppure con una pressione molto bassa.

Difficoltà come quelle che si sono avute a Kiev hanno riguardato anche moltissime altre città in tutta l’Ucraina, sempre in conseguenza dei bombardamenti russi. Kherson, la città da poco riconquistata dall’esercito ucraino, è stata tra quelle che hanno subito gli attacchi più pesanti: sono stati colpiti palazzi residenziali e negozi, e l’ospedale stesso è rimasto senza acqua ed elettricità.

In vista dell’inverno e con la situazione che potrebbe peggiorare, le autorità ucraine hanno deciso di aprire in tutto il paese migliaia di luoghi di rifugio riscaldati, dove le persone possono andare a chiedere un pasto caldo, elettricità o connessione internet. Sono stati chiamati “punti di invincibilità” e al momento sono più di 3.700.

Venerdì la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha fatto sapere che l’Unione Europea invierà all’Ucraina aiuti consistenti, sia per ripristinare le infrastrutture danneggiate che per preservarle. Gli aiuti serviranno inoltre a mantenere in funzione i nuovi “punti di invincibilità”. Von der Leyen ha detto che le donazioni europee comprenderanno 200 trasformatori elettrici di medie dimensioni, due autotrasformatori (uno di grandi e uno di medie dimensioni) e 40 grandi generatori di corrente, in grado da soli di fornire energia ininterrottamente a un ospedale di piccole e medie dimensioni.

I bombardamenti russi mirati alle infrastrutture civili sono stati ampiamente condannati da molte associazioni internazionali per i diritti umani e dai leader occidentali, tra cui il presidente francese Emmanuel Macron, che li ha definiti crimini di guerra. La Russia ha riconosciuto di averle prese di mira in modo sistematico, presentandole apertamente come parte di una strategia di guerra per disincentivare l’invio di armi all’Ucraina e la sua resa. Dmitri Peskov, il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, ha detto che al governo ucraino basterebbe soddisfare le richieste russe, cioè arrendersi, per «porre fine a tutte le possibili sofferenze della popolazione civile».