Twitch pagherà un po’ meno i suoi utenti più seguiti

Dopo aver fatto di tutto per trattenerli, la più frequentata piattaforma di streaming di videogiochi ora sembra avere altre priorità

(Ansa)
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Twitch, la piattaforma di streaming di videogiochi (ma non solo) più importante del mondo, ha annunciato che ridurrà le percentuali dei ricavi dei suoi “streamer” più seguiti. Col termine “streamer” ci si riferisce a quegli utenti che usano la piattaforma per fare dirette video e che guadagnano (e fanno guadagnare a Twitch) grazie agli abbonamenti pagati dagli altri utenti per guardarli.

Fino a poco tempo fa Twitch, che è di proprietà di Amazon, si era impegnata in tutti i modi per trattenere i propri streamer più seguiti, inizialmente imponendo loro una clausola di esclusività, e poi ritirandola in seguito al passaggio di alcuni di questi al concorrente YouTube (che è di proprietà di Google). Ultimamente però, come ha scritto il sito di tecnologia The Verge, «sembra che Twitch non sia più interessata a soddisfare quel gruppo di creatori di contenuti come lo era in passato».

Fino all’anno scorso Twitch proponeva agli streamer più seguiti – circa un decimo di tutti quelli attivi – un contratto più vantaggioso di quello standard, che però smetterà di esistere a partire da giugno dell’anno prossimo. Nel comunicato pubblicato da Dan Clancy, presidente di Twitch, per annunciare questa novità si legge che il motivo di questa decisione è che l’azienda ritiene che per correttezza tutti gli streamer dovrebbero avere lo stesso contratto, a prescindere dal loro seguito. Più avanti però aggiunge anche che «offrire video live in alta definizione, a bassa latenza e sempre disponibili in quasi ogni angolo del mondo è costoso».

Il contratto che Twitch offriva fino a circa un anno fa agli streamer più seguiti prevedeva una divisione dei guadagni tale per cui a loro andava il 70 per cento dei ricavi degli abbonamenti e la piattaforma tratteneva il restante 30 per cento. Era una proposta molto più vantaggiosa rispetto a quella standard, che prevede invece una divisione a metà. A partire dai contratti che verranno rinnovati dopo il primo giugno dell’anno prossimo invece, gli streamer più seguiti avranno il 70 per cento solo per i primi 100mila euro di guadagni annui (cifra che questi utenti superano nel giro di poco) e poi passeranno al 50 per cento.

Da quando è stata acquisita da Amazon, Twitch ha sempre faticato a tenere insieme i costi della piattaforma e quelli degli streamer più seguiti, che sono di fatto il prodotto principale su cui si basa l’attrattiva dei Twitch e anche quelli più difficili da trattenere. Clancy ha spiegato che «i costi dei video live per uno streamer da 100 CCU [spettatori attivi] che trasmette in streaming 200 ore al mese sono più di 1000 dollari al mese».

È probabile che molti streamer non prenderanno bene la novità e cominceranno a guardarsi intorno in cerca di contratti più vantaggiosi con altre piattaforme. Nell’ultimo anno era già successo con tre streamer molto popolari, Ludwig, Myth e LilyPichu, che da Twitch erano passati a un contratto in esclusiva con YouTube.

Allo stesso tempo però, nello streaming di videogiochi Twitch è ancora la piattaforma più grossa e frequentata e forse per questo ha deciso di potersi permettere di ritrattare le sue condizioni senza rischiare di perdere troppe personalità importanti. Come riporta un report di Streamlabs, tra aprile e giugno del 2022 gli utenti di Twitch hanno guardato 5,64 miliardi di ore di video su 9,6 milioni di canali. La seconda piattaforma di streaming di videogiochi dopo Twitch, YouTube Gaming, arriva appena a 1,13 miliardi di ore.

Twitch ha anche fatto sapere che gli streamer che perderanno una parte dei loro ricavi con queste nuove condizioni potranno recuperarla usando un nuovo programma di pubblicità introdotto ad agosto. Kaitlyn Siragusa, una streamer americana nota col nome di Amouranth che ha circa 15mila abbonati, ha detto al New York Times che guadagnare soldi con le pubblicità è molto meno interessante per gli streamer che farlo attraverso gli abbonamenti: «le pubblicità fanno impazzire il pubblico. Forse per Twitch sarà più vantaggioso, ma per noi? Non è l’ideale».