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  • Mercoledì 17 agosto 2022

Il quartiere ateniese Exarchia contro la metropolitana

La zona è sede da decenni di movimenti anarchici e di sinistra, e ora diversi abitanti locali temono una sua gentrificazione

Agenti di polizia nel quartiere di Exarchia a dicembre 2020 (Nikolas Georgiou/ZUMA Wire)
Agenti di polizia nel quartiere di Exarchia a dicembre 2020 (Nikolas Georgiou/ZUMA Wire)
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La mobilitazione degli abitanti del quartiere Exarchia di Atene contro la costruzione di una stazione della metropolitana nella piazza centrale della zona, piazza Exarchia, è in corso da ormai una settimana, con scontri con la polizia, due arresti e dieci fermi. I contestatori ritengono che la metro, che fa parte della linea 4, potrebbe portare a una gentrificazione del quartiere, noto per essere sede da ormai oltre cinquant’anni di movimenti di sinistra e anarchici.

I lavori sono cominciati il 10 agosto, alle 4 e mezza del mattino. Nonostante le proteste, sono proseguiti nei giorni successivi solo per la presenza continua, ventiquattro ore al giorno, di un presidio di polizia in assetto antisommossa. La polizia in realtà da qualche anno è una presenza costante nel quartiere, ma la necessità di difendere il cantiere, protetto anche da una recinzione metallica alta un paio di metri, ha spinto le autorità locali ad aumentare il numero degli agenti impiegati.

I motivi dell’agguerrito fronte contrario al progetto sono principalmente due.

Anzitutto i lavori cambieranno l’aspetto della piazza, con l’introduzione di scale mobili e ascensori e la rinuncia ad alcuni spazi verdi (temporanea, secondo chi difende il progetto: gli alberi sarebbero poi ripiantati).

La seconda critica è di natura più ampia: secondo molti degli abitanti storici l’arrivo della metropolitana a Exarchia sarà un passo decisivo per un processo di gentrificazione del quartiere. Si teme che le case, diventate più appetibili per residenti e turisti, cresceranno di prezzo, portando progressivamente all’espulsione dei residenti attuali e a una specie di assimilazione del quartiere, che ancora oggi è una realtà differente rispetto a molte altre zone di Atene.

Un murale a Exarchia (AP Photo/Dimitri Messinis)

Exarchia si trova vicino alle università e al Politecnico, ma anche ai centrali e turistici quartieri di Monastiraki e di Piazza Omonia. Rispetto alle zone vicine, è formato da una comunità per lo più omogenea e differente, da una dozzina di isolati spesso divisi da strade pedonali ed è sprovvisto di negozi della grande distribuzione. Le sue strade sono ricche di bar, librerie e negozi di dischi.

Gli edifici sono pieni di graffiti e murales, nel corso degli anni molti sono stati occupati a più riprese e dal 2019 si sono succedute varie operazioni di sgombero. Exarchia è sede di vari movimenti di sinistra, antifascisti e anarchici, che hanno dato una forte identità al quartiere e attirato nuovi residenti, anche dall’estero. La zona è molto popolare fra studenti, artisti e intellettuali; secondo i politici e la stampa conservatori, anche fra senzatetto e piccoli criminali, in particolare legati allo spaccio di droga.

Il vicino Politecnico nel 1973 fu sede di una delle più importanti proteste contro la Giunta militare dei Colonnelli, al potere in Grecia fra il 1967 e il 1974, finita con un’irruzione della polizia negli edifici occupati dagli studenti che causò 24 morti.

Proprio ricordando quei fatti tragici, in Grecia fu in seguito approvata una legge che vietava l’ingresso delle forze dell’ordine nelle strutture universitarie. Tale “protezione”, cancellata nel 2019 dal nuovo governo di destra di Nuova Democrazia, contribuì alla crescita del quartiere come centro politico e di controcultura. Exarchia fu protagonista anche di successive proteste: nel 2008 un agente di polizia uccise un ragazzo di 15 anni, Alexis Grigoropoulos; il caso divenne di rilevanza nazionale e provocò sommosse violente in tutto il paese, durate circa un mese.

Il luogo dove si ricorda Alexis Grigoropoulos, quindicenne ucciso da un agente di polizia (EPA/SIMELA PANTZARTZI)

A partire dal 2015, quando si intensificarono gli arrivi dei migranti in Grecia, il quartiere divenne un centro di ospitalità: attivisti occuparono circa dieci edifici della zona, trasformati in case più o meno temporanee per molti migranti, in maggioranza siriani.

Dal 2019 molti degli edifici occupati sono stati sgomberati, ma l’opposizione al governo centrale, al sindaco Mpakogiannī, esponente di Nuova Democrazia, e in generale alle forze dell’ordine è continuata, testimoniata anche dagli onnipresenti murales. Le attività artistiche e culturali, oltre a un’attiva vita notturna, hanno inoltre reso Exarchia attraente anche per un turismo alternativo.

Uno dei murales sugli edifici del quartiere (EPA/SIMELA PANTZARTZI)

Il timore di una gentrificazione, provocata anche dal diffondersi delle abitazioni affittate ai turisti attraverso Airbnb o piattaforme simili, è uno dei punti centrali dell’opposizione alla costruzione della metropolitana, che vede proteste quotidiane e tentativi di bloccare i lavori del cantiere.

Il progetto fu approvato nel 2018 da un governo di sinistra: secondo chi lo sostiene è un passo necessario per sviluppare la zona e collegarla meglio al resto della città (nelle vicinanze c’è anche il Museo archeologico nazionale, meta di molti turisti). Alcuni esponenti del partito socialista hanno definito gli oppositori una “minoranza”, mentre il partito di sinistra Syriza non ha ancora preso una posizione, attirandosi le critiche del governo.

Su Kathimerini, giornale greco conservatore, la battaglia di Exarchia è stata paragonata a quella dei nativi americani contro la ferrovia nel 1860: «La loro cultura non poteva sopravvivere al progresso che la ferrovia avrebbe portato. È esattamente quello che temono i nativi di Exarchia».

– Leggi anche: C’è un grosso caso di spionaggio politico in Grecia