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  • Mercoledì 17 agosto 2022

L’Atletico Tucumán contro le grandi di Buenos Aires

La squadra di calcio di un capoluogo rurale argentino è inaspettatamente prima in classifica e insegue un successo storico

di Pietro Cabrio

Tifosi dell'Atletico Tucumán allo stadio Monumental di San Miguel (Marcelo Endelli/Getty Images)
Tifosi dell'Atletico Tucumán allo stadio Monumental di San Miguel (Marcelo Endelli/Getty Images)
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La massima serie del campionato di calcio argentino si gioca da giugno a ottobre e funziona in modo diverso da come siamo abituati in Europa. Partecipano ventotto squadre e c’è solo un girone di andata, perché le squadre si incontrano tutte una sola volta. I metodi per stabilire le retrocessioni e le qualificazioni alle coppe sono piuttosto complicati, ma vincere è semplice: basta arrivare primi, e per ora al primo posto c’è l’Atletico Tucumán, squadra del nord del paese che il campionato non lo ha mai vinto e che fino a sei anni fa giocava in seconda divisione.

Dopo tredici partite giocate su ventisette, l’Atletico Tucumán è primo con 28 punti, tre in più del Gimnasia La Plata e quattro in più di Huracan e Godoy Cruz. Le due grandi squadre di Buenos Aires, invece, sono in difficoltà: il River Plate è distante sette punti dal primo posto, mentre il Boca Juniors ne deve recuperare nove.

Fin qui l’Atletico Tucumán ha vinto otto partite, ne ha pareggiate quattro e ha subito la sua prima e per ora unica sconfitta il 6 agosto contro l’Arsenal di Sarandí, in una partita segnata dall’espulsione di un suo giocatore a venti minuti dalla fine. Non è una squadra che segna molto, anzi: con una media di poco superiore a un gol a partita ha un attacco da parte bassa della classifica e fin qui non ha mai vinto segnando più di due gol. Ma ha la miglior difesa del campionato, con appena sei gol subiti, contro i venti del Boca Juniors, per fare un esempio.

Una tifosa dell’Atletico Tucumán (Marcelo Endelli/Getty Images)

Manca ancora un bel po’ — circa metà campionato da disputare — ma per la storia dell’Atletico Tucumán trovarsi in quella posizione significa già molto.

È la squadra di San Miguel de Tucumán, la città più a nord del campionato argentino: una zona del paese che non ha mai vinto nulla di importante. Nonostante il calcio sia popolare come altrove e San Miguel abbia oltre 600 mila abitanti, l’economia della regione e in particolare della provincia di Tucumán — soprannominata “il giardino della Repubblica” per la sua connotazione rurale e agricola — non ha mai permesso alle squadre locali di competere contro quelle dell’area metropolitana di Buenos Aires, sede di ben 15 dei 27 club che compongono il campionato.

Quello che sorprende di più è che nella storia recente dell’Atletico Tucumán non ci sono stati grossi cambiamenti e il club è sempre lo stesso. Le squadre argentine sono di proprietà dei soci iscritti che eleggono i loro presidenti, e dal 2019 il presidente dell’Atletico Tucumán è Mario Leito, deputato per la provincia di Tucumán alla Camera argentina. Il club però di soci ne ha appena qualche migliaia, contro gli oltre duecentomila del Boca Juniors, o i centomila del River Plate, due squadre che anche grazie alla loro fama mondiale dispongono di risorse nemmeno paragonabili.

Nell’Atletico Tucumán non si trovano grandi nomi, né giocatori particolarmente conosciuti, sia a livello nazionale che internazionale, e sono quasi tutti argentini. Cinque anni fa avevano ottenuto quello che ancora oggi è uno dei loro più grandi risultati con la qualificazione alla Coppa Libertadores — la coppa continentale del calcio sudamericano — in cui poi erano arrivati fino ai quarti di finale, cioè fra le migliori otto squadre del Sud America.

L’anno scorso, però, erano arrivati penultimi in campionato, dopo aver cambiato quattro allenatori in una sola stagione e aver vinto appena quattro partite su venticinque. Quei risultati avevano alimentato critiche rivolte soprattutto alla dirigenza, accusata di non rispondere più ai soci ma solo a sé stessa. Nella pausa estiva la stessa dirigenza ha deciso tuttavia di ripartire con Lucas Pusineri, allenatore di origini italiane precedentemente all’Independiente di Avellaneda, e la scelta si è rivelata giusta. Anche senza grossi investimenti, Pusineri è riuscito a ricompattare il gruppo a partire dalla sua difesa e, stando a quello che raccontano in Argentina, a creare un ambiente molto unito e coinvolgente.

In pochi mesi l’Atletico Tucumán è passato da una situazione critica ad essere la prima squadra d’Argentina, almeno per quello che si è visto finora. Nelle prossime quattordici giornate proverà a conservare il vantaggio accumulato in classifica: per farlo dovrà tenere a distanza le squadre di Buenos Aires che, nonostante il loro andamento altalenante, hanno sempre i mezzi per riprendersi e difendere il titolo nazionale che vincono ininterrottamente dal 2013.

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