Perché in Germania i cuscini per dormire sono così grossi

Chi non ci è abituato li trova spesso scomodi, ma sono apprezzatissimi dai tedeschi per ragioni storiche

(EPA/ Karl Josef Hildenbrand, ANSA)
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I cuscini per dormire a cui generalmente siamo abituati in Italia sono più o meno rigidi e hanno una forma rettangolare, che varia tra i 70 e gli 80 centimetri di lunghezza e una larghezza che va dai 40 ai 50. Sono misure piuttosto standard e del tutto simili a quelle dei cuscini che si trovano per esempio in Austria o in altri paesi europei. I cuscini che si usano in Germania invece sono quadrati e sono anche molto più grandi: con una misura di 80 centimetri per 80 e un’imbottitura che nella gran parte dei casi è di piumino o piuma d’oca, spesso vengono considerati troppo grossi, troppo soffici e troppo scomodi dalle persone straniere che visitano la Germania e soprattutto da quelle che ci vivono.

Sui social network si trovano decine di messaggi di utenti che prendono in giro le dimensioni dei cuscini usati in Germania e si lamentano del fatto che non diano abbastanza sostegno alla testa e al collo durante il sonno, nemmeno quando si piegano in due. Sul forum Toytown Germany, per esempio, c’è chi li ha definiti «terribili», «uno spreco di spazio» o «una m*rda. Grandi sacchi di nulla».

Uno degli articoli più popolari sul sito dello scrittore di viaggi canadese Ryan Murdoch è proprio quello che riguarda i tipici cuscini tedeschi, che ha definito «un crimine contro il sonno». Nel suo articolo Murdoch si chiede come possano «avere senso», visto che secondo lui sono «pateticamente sottili» e date le loro dimensioni buona parte della superficie che non è occupata dalla testa di chi ci dorme resta inutilizzata.

Secondo Murdoch anche un altro tipo di cuscino diffuso in Germania, una specie di “mezzo cuscino” che misura 40 centimetri per 80, è inefficiente, visto che «si sgonfia fino allo spessore di un fazzoletto nel momento in cui ci si mette la testa per ‘riposarsi’».

 

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Come racconta un recente articolo del Wall Street Journal, quella di riposare su cuscini grossi in Germania è un’abitudine che dura da secoli. Il fatto che si possano piegare in due oppure abbracciare e strizzare mentre si dorme, inoltre, è tra i motivi principali per cui sono apprezzati da molte persone tedesche (esiste anche un’espressione specifica che descrive questa azione, “knautschen das Kissen”, “accartocciare il cuscino).

Secondo Tom Kieskemper, direttore delle vendite di Sanders-Kauffmann, una storica azienda tedesca specializzata in biancheria da letto, le dimensioni dei cuscini in Germania sono condizionate dalla passione dei tedeschi per piumoni e cuscini.

In un manuale tedesco rivolto alle donne e pubblicato per la prima volta nel 1792 si dice che nel corredo ideale ci devono essere tra le altre cose un piumone, un coprimaterasso e due grandi cuscini, oltre per esempio ad altri cuscini da posizionare sulla testata e sul fondo del letto. Alcuni di questi cuscini col tempo hanno smesso di essere usati, ma la consuetudine di usarne di grossi per dormire è rimasta.

– Leggi anche: Perché c’è chi dorme con le federe di seta

In un libro che parla della storia dei letti e della biancheria da letto in Germania, l’accademico Joachim Becker racconta che popolazioni germaniche presero l’abitudine di usare un cuscino dai romani, che li utilizzavano anche per sedersi in maniera più confortevole. Secondo Becker, citato dal Wall Street Journal, una volta che si erano abituati ai cuscini di piume, i colli delle persone «non potevano più farne a meno».

Becker scrive che nei secoli successivi l’utilizzo dei cuscini fu mantenuto e si diffuse durante tutto il Medioevo e il Rinascimento, ma si rafforzò soprattutto con l’arrivo del periodo industriale, quando cominciò a essere avviata la produzione di massa.

Secondo gli archivi di Sanders-Kauffmann, che fu fondata nel 1885, all’epoca le macchine tessili erano progettate per realizzare solo stoffe e tessuti larghi 140 oppure 160 centimetri: ancora oggi i cuscini sono larghi 80 centimetri perché per ottimizzare la produzione le aziende che si occupavano di biancheria da letto tagliavano semplicemente in due i tessuti da 160 centimetri, ha spiegato Kieskemper.

Un’immagine tratta dal film “La mandragora” (1952) del regista austriaco Arthur Maria Rabenalt in cui la protagonista è adagiata su un letto con due grossi cuscini quadrati (dpa, ANSA)

Una delle altre cose di cui si è lamentato Murdoch nel suo articolo è che in Germania è anche molto comune usare due piumoni singoli al posto di uno solo oppure di lenzuola e coperte. Sempre secondo Kieskemper questa abitudine deriva dal fatto che le aziende tessili non erano in grado di produrre tessuti più larghi, che coprissero senza difficoltà due persone che dormissero nei letti matrimoniali oppure in due letti singoli vicini: sempre per ragioni legate alla produzione si cominciò così a usare due piumoni singoli larghi 140 centimetri, che è la misura standard della loro larghezza ancora oggi.

Quella di dormire con due piumoni singoli è una consuetudine diffusa anche in altri paesi dell’Europa settentrionale, in particolare quelli scandinavi.

Fino ad alcuni secoli fa in Europa le persone – che fossero in confidenza o estranee – erano abituate a dormire nello stesso letto perché non tutte se ne potevano permettere uno, ma in particolare per preservare il calore prodotto dai corpi, soprattutto nei paesi con un clima rigido. Adesso che nella gran parte dei casi ogni persona ha il proprio letto, in paesi come Danimarca, Svezia e Norvegia è comunque frequente che anche nei letti matrimoniali si utilizzino due piumoni singoli.

Secondo chi vive in questi paesi o ha cominciato a usare due piumoni anche altrove, è un’abitudine che permette di non litigarsi le coperte con le persone con cui si dorme e consente di mantenere la propria temperatura corporea ideale, oltre a essere una soluzione più pratica per il riordino dopo aver dormito. Secondo alcuni esperti del sonno, inoltre, dormire sotto i piumoni singoli migliorerebbe la qualità delle ore dormite proprio perché riduce i possibili fastidi dati dai movimenti che le persone con cui si condivide il letto fanno mentre si dorme o dal fatto di ritrovarsi scoperti.

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