Calenda è uscito dalla coalizione con il PD

A distanza di pochi giorni il leader di Azione ha cambiato idea, e dice di non volersi alleare con Sinistra Italiana, Verdi e Impegno Civico

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Carlo Calenda, leader di Azione, ha annunciato domenica pomeriggio che il suo partito uscirà dalla coalizione di centrosinistra, a cui aveva aderito soltanto pochi giorni fa dopo lunghe e travagliate trattative con il Partito Democratico. «Ci ho creduto, e forse sono stato ingenuo» ha detto Calenda ospite del programma Mezz’ora in più di Lucia Annunziata, attribuendo la decisione alla permanenza e al ruolo nell’alleanza di Sinistra Italiana e dei Verdi, partiti con i quali aveva instaurato un duro scontro negli ultimi giorni perché non sostenevano il governo Draghi, a cui secondo lui avrebbe dovuto invece ispirarsi la coalizione. Ha parlato di «decisione sofferta», criticando anche l’inclusione nell’alleanza di ex esponenti del Movimento 5 Stelle, a partire da Di Maio.

Calenda, dopo aver trattato per giorni con il PD sulle condizioni dell’alleanza, aveva infine raggiunto un accordo martedì scorso, ottenendo peraltro condizioni molto favorevoli per quanto riguardava la spartizione dei collegi alle elezioni del 25 settembre. Nei giorni successivi però aveva iniziato a criticare molto duramente le posizioni degli altri alleati che si erano detti intenzionati ad aderire alla coalizione di centrosinistra prima di lui, facendo appelli piuttosto espliciti perché rivedessero le loro posizioni specialmente sulle questioni ambientali, come l’opposizione ai rigassificatori e agli inceneritori.

Il segretario del PD Enrico Letta, che era stato evidentemente colto di sorpresa dall’intensità degli attacchi di Calenda, aveva provato un po’ in tutti i modi a tenere insieme l’alleanza, cercando di dare garanzie sia ad Azione sia a Sinistra Italiana e Verdi, che nel frattempo avevano manifestato a loro volta insofferenza verso le critiche di Calenda, rispondendo con toni poco concilianti.

«Mi pare da tutto quel che ha detto che l’unico alleato possibile per Calenda sia Calenda» ha commentato Letta dopo l’intervista. La decisione di Calenda mette probabilmente anche in dubbio l’alleanza di Azione con +Europa, il partito di Emma Bonino e Benedetto Della Vedova, che secondo i giornali potrebbe decidere di restare nell’alleanza di centrosinistra. Calenda peraltro è sembrato possibilista su un’eventuale alleanza con Italia Viva di Matteo Renzi per formare quello che in questi giorni è stato chiamato “terzo polo” di centro.

L’annuncio di Calenda mette fine a una settimana estremamente complicata e anche piuttosto imprevedibile per il PD, che finora aveva concentrato di fatto tutte le sue risorse ed energie in vista delle elezioni nella costruzione di un’alleanza che alla fine è durata solo pochi giorni. Per oltre una settimana Calenda di fatto ha monopolizzato le attenzioni mediatiche rivolte al centrosinistra, che a questo punto dovrà cambiare drasticamente i piani per una campagna elettorale che sarà diversa da quella che aveva progettato Letta.

La legge elettorale con la quale si andrà a votare a settembre, il cosiddetto “Rosatellum”, prevede che 221 parlamentari vengano eletti in collegi uninominali, nei quali vincerà il candidato che prenderà almeno un voto più degli altri (gli altri parlamentari saranno eletti con metodo proporzionale). Per poter vincere nei collegi uninominali i partiti sono quindi incentivati a formare coalizioni che sostengano gli stessi candidati, e per questo le alleanze sono diventate uno dei temi più dibattuti di questa campagna elettorale.

I partiti di destra – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – avevano annunciato una coalizione elettorale poco dopo la caduta del governo Draghi e questo aveva reso particolarmente rilevante per il centrosinistra e per Letta la costruzione di una alleanza che potesse giocarsela perlomeno in alcuni collegi. Con l’attuale legge elettorale, infatti, secondo i sondaggi l’alleanza di destra potrebbe arrivare ad avere una larghissima maggioranza in Parlamento.