Sentiremo parlare di Italexit?

Il partito della destra complottista di Gianluigi Paragone è dato vicino al 3 per cento, ma non è chiaro se riuscirà a raccogliere le firme per presentarsi alle elezioni

(Mauro Scrobogna /LaPresse)
(Mauro Scrobogna /LaPresse)
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Mercoledì il senatore ed ex giornalista Gianluigi Paragone ha avviato la campagna elettorale del suo partito, Italexit, che intende presentarsi alle elezioni politiche del 25 settembre a destra della coalizione di destra, con un programma radicale che avalla peraltro anche diverse teorie complottiste. Italexit è nato nel 2020, quando Paragone uscì dal Movimento 5 Stelle: da allora si è presentato in varie elezioni comunali e oggi è dato dai sondaggi molto vicino al 3 per cento, la soglia di sbarramento prevista dall’attuale legge elettorale per entrare in Parlamento. Al momento però Paragone non è certo che Italexit riesca davvero a presentarsi alle elezioni politiche.

Italexit ha infatti un grosso problema a raccogliere le firme necessarie per inserire i suoi candidati nelle liste elettorali. La legge stabilisce che in caso di scioglimento anticipato  delle Camere, come avvenuto poche settimane fa, ciascun partito che intende presentarsi alle elezioni politiche debba raccogliere 750 firme per ogni collegio plurinominale previsto dalla legge elettorale. Significa raccogliere almeno 36.750 firme per la Camera e 19.500 per il Senato entro il 22 agosto, termine ultimo per presentare le liste. «Come scalare l’Everest con le infradito», sostiene Paragone, che ormai da settimane sta chiedendo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella una specie di esenzione.

Nel frattempo Paragone – che ha 50 anni e prima di entrare in politica aveva diretto quotidiani come La Padania e Libero e condotto vari talk show – ha comunque avviato la campagna elettorale presentando una serie di proposte e di persone che saranno candidate nelle liste del partito, se riuscirà a presentarsi. «La prima cosa da fare è aprire un tavolo per uscire dall’Europa e dalla NATO», ha detto Paragone nella conferenza stampa di avvio della campagna elettorale.

Nel sito ufficiale del partito non è ancora disponibile un programma, ma Paragone negli ultimi tempi ha preso posizioni che si possono collocare nell’estrema destra euroscettica, contraria ai vaccini e al Green Pass, filorussa, ostile all’immigrazione in qualsiasi forma, sostenitrice dell’esistenza di vari grandi complotti dei governi e delle multinazionali a danno del “popolo”, evocato più volte da Paragone.

Fra i candidati presentati da Paragone ci sono varie persone che negli ultimi due anni hanno ottenuto una piccola celebrità nell’ambiente della destra complottista italiana: ci sono Stefano Puzzer, ex leader del movimento che organizzò lo sciopero del porto di Trieste, Nunzia Schilirò, ex vicequestora nota per il suo impegno contro il Green Pass, l’odontoiatra no vax Andrea Stramezzi, la giornalista inviata della trasmissione di Rete 4 Fuori dal coro Raffaella Regoli, fra gli altri. In teoria fra i candidati dovevano esserci anche alcuni parlamentari che in questa legislatura erano usciti dal M5S per fondare il gruppo parlamentare indipendente Alternativa: venerdì però Alternativa si è tirata indietro, sostenendo di avere trovato candidati «neofascisti» nelle bozze di liste di Italexit.

Secondo l’aggregatore di sondaggi di YouTrend al momento Italexit è intorno al 2,9 per cento, molto vicina alla soglia di sbarramento, un punto sotto il cartello elettorale di Verdi e Sinistra Italiana – di cui si parla molto in questi giorni – e sopra Italia Viva di Matteo Renzi. Finora Italexit ha ottenuto il suo risultato elettorale più significativo alle elezioni amministrative di Milano del 2021. Paragone era candidato sindaco e ottenne il 2,99 per cento dei voti, senza riuscire a entrare in consiglio comunale per poche decine di voti.