La disastrosa campagna del governo spagnolo sui corpi delle donne in spiaggia

Ha usato senza permesso le foto di diverse modelle, a una delle quali è stata nascosta una protesi alla gamba

(Ministero dell'Uguaglianza spagnolo)
(Ministero dell'Uguaglianza spagnolo)

La campagna di comunicazione del ministero dell’Uguaglianza spagnolo per invitare tutte le donne a sentirsi a proprio agio sulle spiagge, a prescindere dal loro aspetto esteriore, è stata duramente criticata a pochi giorni dal suo inizio: non tanto per il modo in cui diffonde il messaggio, ma perché nell’illustrazione scelta per rappresentarlo sono state ritratte alcune donne che non avevano dato il consenso all’uso della loro immagine. La foto di una di loro, per giunta, è stata modificata digitalmente per nascondere la sua protesi alla gamba, un intervento in evidente contraddizione con lo spirito della campagna.

L’illustrazione, accompagnata dallo slogan «L’estate è anche nostra», mostra cinque donne in costume da bagno sorridenti, che appaiono a proprio agio: tre sono in sovrappeso; una è anziana, ha subito una mastectomia (l’asportazione della mammella) ed è in topless; la quinta ha un corpo più conforme ai tradizionali canoni di bellezza, ma non ha le ascelle depilate.

https://twitter.com/IgualdadGob/status/1552202130177642496

La prima donna che si è riconosciuta nell’immagine, e che in particolare ci ha visto una riproduzione di una sua specifica fotografia che aveva pubblicato online, è Nyome Nicholas-Williams, una modella di Londra che ha 80mila follower su Instagram. Nella foto è la seconda da destra. «È la seconda volta che mi capita questa cosa! Era già successo nel 2020, quando la mia immagine era stata usata per fare delle illustrazioni su prodotti in vendita», ha scritto Williams sul social network, aggiungendo: «Il fatto è che non direi mai di no sapendo che è per una buona causa però accidenti, chiedetemi il permesso. È così frustrante!».

 

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Successivamente anche un’altra modella britannica si è riconosciuta nell’illustrazione, ma con un rilevante fotoritocco: la sagoma nell’angolo in basso a sinistra arriva da una fotografia di Sian Green-Lord, ma modificata in modo che non si veda la protesi che usa dal 2013, quando le fu amputata la gamba sinistra in seguito a un incidente. «Non so come spiegare quanto mi sento arrabbiata in questo momento», ha detto Green-Lord in un video su Instagram, dove ha quasi 17mila follower: «Una cosa è usare la mia immagine senza permesso. Un’altra è modificare il mio corpo. […] Non so cosa dire, ma questa cosa va oltre lo sbagliato».

 

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La campagna di comunicazione è stata realizzata grazie a una collaborazione tra il ministero guidato da Irene Montero, del partito di sinistra Podemos, e l’Instituto de las Mujeres, un’organizzazione che dipende dal ministero e si occupa di parità di genere e dei diritti delle donne. È stata realizzata dall’illustratrice Gisela Escat, che usa il nome d’arte Arte Mapache e che si è fatta conoscere rappresentando le persone che hanno un corpo diverso da quello dei canoni tradizionali di bellezza.

Giovedì Escat ha chiesto scusa per aver utilizzato le immagini senza permesso e ha detto che dividerà il compenso ricevuto per l’illustrazione (4.490 euro) tra le persone che ha ritratto. Non ha detto di aver raffigurato tutte persone reali, ma nella serie di tweet che ha scritto per scusarsi ha citato anche Raissa Galvão, modella brasiliana con 304mila follower su Instagram, che è la terza da destra e che a sua volta è stata inclusa senza permesso.

https://twitter.com/ArteMapacheArt/status/1552700880138420224

Per il momento il governo spagnolo non ha commentato la vicenda. Già prima che emergessero queste segnalazioni, peraltro, la campagna aveva ricevuto delle critiche: qualcuno per esempio aveva osservato che le donne in sovrappeso potevano andare in spiaggia anche prima, senza che il ministero dell’Uguaglianza dicesse loro che potevano farlo senza problemi. Ángela Rodríguez Pam, segretaria di stato per l’Uguaglianza e contro la Violenza di genere, aveva chiarito che molte donne si aspettano di essere «odiate» perché esibiscono un corpo diverso dai canoni tradizionali: «quello che rivendichiamo è che tutti i corpi vanno bene».