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  • Giovedì 21 luglio 2022

Il gasdotto Nord Stream ha ripreso a funzionare, poco

Dopo che per alcuni giorni si era temuto che non avrebbe riaperto a fine manutenzione: rimangono però molte preoccupazioni

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Dopo alcuni giorni in cui le autorità europee avevano temuto un taglio definitivo delle forniture, giovedì il gasdotto Nord Stream, che porta il gas naturale dalla Russia alla Germania e da lì all’Europa, ha ripreso a funzionare a seguito della fine di una manutenzione programmata. Lo ha confermato l’agenzia energetica tedesca, aggiungendo però che il flusso di gas rimane eccezionalmente basso: circa il 30 per cento della capienza abituale.

Nord Stream aveva interrotto le forniture l’11 luglio per lavori di manutenzione programmata. Il flusso di gas russo verso l’Europa, tuttavia, era in diminuzione da settimane, e le autorità europee avevano temuto che la Russia avrebbe approfittato della scusa della manutenzione per interromperle del tutto. C’erano vari segnali che lo lasciavano supporre, e mercoledì la Commissione Europea aveva presentato un piano per razionare il gas nel corso dei prossimi mesi, proprio in previsione di tagli alle forniture.

Per ora, tuttavia, Nord Stream sembra aver riaperto, benché con flussi molto limitati, come ha confermato su Twitter Klaus Mueller, il capo dell’agenzia governativa tedesca che si occupa delle reti energetiche.

Da settimane, ormai, l’azienda energetica statale russa Gazprom cita questioni tecniche e di manutenzione per giustificare la riduzione delle forniture di gas naturale. Una delle questioni principali era stata la mancata restituzione di una turbina che era stata inviata alla società tedesca Siemens per essere riparata, e altre questioni tecniche. La turbina era stata mandata nei mesi scorsi in Canada per essere riparata in uno stabilimento di Siemens, ma il Canada ne aveva bloccato la restituzione a causa delle sanzioni dei paesi occidentali contro il settore energetico russo. La turbina è infine stata rimandata indietro questa settimana, anche se non è chiaro se questo abbia effettivamente favorito la riapertura di Nord Stream.

La questione dei pezzi di ricambio bloccati dalle sanzioni è stata citata anche dal presidente russo Vladimir Putin, che mercoledì ha detto che il flusso di gas rischia di ridursi al 20 per cento già dalla prossima settimana.

Queste minacce di Putin, unite al fatto che già adesso il flusso di gas è ridotto al 30 per cento, rimangono preoccupanti. «C’è ancora ovviamente moltissima incertezza su come saranno i flussi nelle prossime settimane e mesi», ha detto a Bloomberg Warren Patterson, un esperto del settore energetico.