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  • Mercoledì 22 giugno 2022

Il percorso di un libro in un magazzino di Amazon

Foto e video della trafila che affronta, tra scatoloni e tapis roulant, prima di essere consegnato a chi lo ha ordinato

(Valentina Lovato)
(Valentina Lovato)
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Nel 2021 il 45 per cento dei libri di varia (cioè non scolastici) acquistati in Italia sono stati venduti da librerie online secondo i dati dell’Associazione italiana editori, e nei primi quattro mesi di quest’anno la quota è stata abbastanza simile. Non si sa con esattezza quanti libri comprati su internet passino attraverso le librerie online, ma è noto che in grandissima parte siano spediti dal sito di e-commerce Amazon. Per scoprire che percorso facciano molti dei libri che non sono scelti da scaffali fisici, in librerie in cui si entra dalla porta, ma dalle vetrine digitali, si può dunque seguirne uno attraverso un magazzino di Amazon.

Abbiamo visitato quello che si trova tra Castelguglielmo e San Bellino, in provincia di Rovigo, e che tendenzialmente spedisce i libri (e gli altri oggetti) che vengono comprati su Amazon nel Nord-Est dell’Italia, sempre che non superino i 15 chili (per prodotti più pesanti e tendenzialmente più voluminosi ci sono magazzini diversi). Nel gergo interno è chiamato “BLQ1”, perché ogni magazzino di Amazon prende il suo nome dalla sigla dell’aeroporto internazionale più vicino, in questo caso quello di Bologna: si può scoprire da quale stabilimento di Amazon provenga un pacco cercando questa sigla o altre simili sull’etichetta. BLQ1 ha aperto nel settembre del 2020 e per questo è tra i magazzini più tecnologicamente avanzati di Amazon in Italia, uno dei più automatizzati.

Ovviamente tutto inizia e finisce con un camion. Ogni magazzino di Amazon riceve continuamente prodotti di ogni genere da aziende e distributori: arrivano sui bilici, quei grossi camion che siamo abituati a chiamare tir, che vengono parcheggiati in modo che i lavoratori del magazzino abbiano accesso al carico attraverso grandi portelloni di accesso.

(Valentina Lovato)

In questo periodo dentro BLQ1 ci sono dei lavori in corso che permetteranno di automatizzare maggiormente le operazioni di scarico: si stanno allestendo grossi tapis roulant che arriveranno fino all’imbocco dei bilici e che permetteranno agli addetti allo scarico di prendere i pacchi contenenti i prodotti e di affidarli immediatamente a un nastro trasportatore. Attualmente è ancora richiesto l’uso di muletti o di carrelli detti transpallet che si conducono a mano (possono essere elettrici o meno): vengono usati per spostare le merci dai camion fino a uno dei tanti nastri trasportatori già in uso o, nel caso dei pacchi più grandi, direttamente alle postazioni dei lavoratori che si occupano della “ricezione dei prodotti”.

Pacchi in arrivo dall’esterno su un nastro trasportatore (Valentina Lovato)

Pacchi in arrivo dall’esterno trasportati con un muletto (Valentina Lovato)

Poi gli addetti alla ricezione aprono i pacchi in cui i prodotti arrivano e ne registrano l’ingresso nel sistema informatico di gestione del magazzino.

Il libro di cui abbiamo seguito il percorso è una copia di Roma città chiusa, un libro di foto di Anton Giulio Onofri pubblicato nel maggio del 2021 dalla piccola casa editrice Timía. Al momento della visita del Post a BLQ1 era l’unica copia presente nell’intero magazzino – un basso assortimento di questo genere è frequente con le pubblicazioni meno note e richieste, o uscite da diversi anni.

Il libro è arrivato nel magazzino in una scatola di Emmelibri, la società che coordina le attività distributive e commerciali di Messaggerie, a sua volta il più grande distributore di libri italiano. L’addetto alla ricezione ha aperto la scatola, registrato la sua presenza in BLQ1 insieme a quella di alcuni altri libri, e poi lo ha riposto in un tote, cioè un contenitore aperto di plastica nera, uguale a migliaia di altri presenti nel magazzino ma precisamente identificato dal sistema di gestione grazie a un codice a barre appiccicato su un lato. Il lavoratore alla ricezione ha scansionato il codice a barre su Roma città chiusa e quello del tote per far sapere al sistema che il libro era arrivato e si trovava all’interno di quello specifico contenitore. Grazie a uno schermo con tastiera ha potuto verificare che il prodotto fosse stato registrato correttamente e nella giusta quantità.

Un lavoratore di Amazon addetto alla ricezione mostra al Post come i libri vengono registrati nel sistema del magazzino. Una precisazione necessaria: l’operazione di descatolamento e registrazione viene praticata molto più velocemente di come è mostrata qui (Valentina Lovato)

Una volta riempito con diversi prodotti a seconda delle indicazioni del sistema gestionale, il tote viene messo su un nastro trasportatore che scorre parallelamente sotto a quello da cui arrivano le scatole con i prodotti e che lo porta ai piani superiori (BLQ1 ne ha tre), quelli che costituiscono il magazzino vero e proprio.

(Valentina Lovato)

Questa parte dello stabilimento è divisa in due settori: quello in cui lavorano gli umani e quello di pertinenza dei robot. In un magazzino come BLQ1 infatti i prodotti sono riposti all’interno di scaffali gialli, con una struttura molto leggera, che vengono spostati da robot azzurri somiglianti ai tosaerba automatici: per ragioni di sicurezza le persone non possono accedere alla zona in cui i robot (e gli scaffali) si muovono, salvo interventi di manutenzione. I lavoratori operano ai bordi dell’area di stoccaggio: ognuno ha una postazione in cui riceve i tote e via via li svuota riponendo gli oggetti al loro interno in uno degli scaffali, che un robot ha portato nei pressi della postazione. Quando una persona lavora in questo ruolo è chiamata stower, dal verbo inglese stow che significa “riporre, stivare”.

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All’interno del magazzino non esiste un settore dedicato ai libri, uno dedicato ai cosmetici, uno agli smartphone e così via: gli oggetti vengono riposti non in base alla categoria merceologica a cui appartengono, ma sulla base degli spazi disponibili negli scaffali al momento dello stoccaggio. Il sistema sa in ogni momento quali sono liberi e porta agli stower uno scaffale che ha spazi adatti per ospitare specifici oggetti, selezionandolo in base a principi di efficienza logistica.

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Anche nella fase di stoccaggio vengono letti i codici a barre, sia quello dei tote che quello dei prodotti al loro interno: in questo modo il sistema gestionale è informato del fatto che i secondi sono stati immagazzinati. Il tutto viene verificato anche da una telecamera in grado di confermare l’identità del singolo prodotto e suggerire allo stower dove non riporlo: se infatti alcuni scomparti dello scaffale sono già troppo pieni, una luce rossa li illumina per suggerire che siano esclusi.

(Valentina Lovato)

Ci sono delle regole su come gli stower devono riporre gli oggetti, e i libri in particolare, secondo la bin etiquette (bin significa “contenitore”). In generale, gli oggetti non devono sporgere (ci sono comunque delle fasce elastiche che li trattengono), né coprire altri oggetti. Nel caso dei libri il titolo deve essere visibile dall’esterno; inoltre devono essere disposti in verticale e solo nei ripiani più in basso: in questo modo dovrebbe essere più difficile che vengano danneggiati. La copia di Roma città chiusa che abbiamo seguito è dunque stata riposta nella seconda fila di scomparti dal basso, in uno spazio identificato con la sigla 3B.

(Valentina Lovato)

Non appena un libro è inserito in uno scaffale giallo diventa disponibile sul sito di Amazon. Nel caso di Roma città chiusa è stato possibile verificarlo immediatamente dato che prima che il libro arrivasse nel magazzino BLQ1 non c’erano copie disponibili su Amazon.

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Per vedere cosa succede dopo l’ordine di un libro, lo abbiamo ordinato: per questo subito dopo è cominciata la sua uscita dal magazzino, che normalmente avviene in seguito a un certo periodo trascorso negli scaffali.

Una volta che un libro (o un qualsiasi altro prodotto) è stato acquistato, l’ordine è inoltrato a uno specifico magazzino a seconda dell’indirizzo di chi lo ha acquistato e delle disponibilità. In questo caso a BLQ1, per forza di cose. Appena possibile il sistema del magazzino ha fatto sì che lo scaffale contenente Roma città chiusa arrivasse a un’altra delle postazioni per umani presenti nei piani superiori dei magazzini, una di picker – il verbo inglese pick significa “prendere, estrarre”. Da lì un addetto lo ha prelevato.

(Valentina Lovato)

A questo punto inizia un percorso in senso inverso: il picker ha inserito il libro in un tote dopo aver scansionato i codici a barre di entrambi, e ha avviato il tote su un nastro trasportatore che lo ha riportato al piano terra.

(Valentina Lovato)

La discesa – come già la salita – avviene lungo un tapis roulant “a chiocciola”.

(Valentina Lovato)

I tote “in uscita” sono trasportati verso le postazioni dei packer, cioè le persone che impacchettano i prodotti destinati ai clienti di Amazon – sono gli unici nell’intero magazzino ad avere per le mani nomi e indirizzi, anche se per pochissimo tempo dato che procedono molto velocemente. Esistono diverse linee di packing, a seconda che il pacchetto da fare debba contenere uno o più prodotti. Anche i packer, come chi li precede, scansionano i codici a barre per informare il sistema gestionale di ciò che sta succedendo.

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Roma città chiusa, essendo stato ordinato da solo, è stato avviato verso le postazioni di packing dove non si gestiscono pacchi contenenti più oggetti.

(Valentina Lovato)

I prodotti impacchettati e quindi pronti per la spedizione sono messi sopra l’ennesimo nastro trasportatore e avviati verso l’uscita dal magazzino.

Nastro trasportatore con alcuni pacchetti pronti per la spedizione (Valentina Lovato)

(Valentina Lovato)

Dal nastro trasportatore i pacchetti sono indirizzati verso alcuni carrelli che raccolgono pacchi che condividono la destinazione – non nel senso che dovranno essere mandati tutti nella stessa località, ma che per almeno un pezzo del viaggio successivo viaggeranno sullo stesso camion.

(Valentina Lovato)

Il percorso del libro dentro il magazzino si conclude come era iniziato: con un camion. I carrelli vengono portati in una delle zone con i portelloni aperti sull’esterno. Durante le operazioni di carico le chiavi dei camion vengono agganciate alla saracinesca del portellone corrispondente, come garanzia del fatto che non si muoverà mentre gli addetti lo riempiono.

(Valentina Lovato)

A questo punto il percorso all’interno del magazzino finisce, ma fuori ci sono ancora uno o due passaggi prima della consegna a casa di chi ha fatto un ordine su Amazon: prima i pacchi vengono avviati nei sortation center, magazzini più piccoli la cui posizione sul territorio è stata pensata per rendere più efficienti i trasporti; lì sono smistati e poi inviati in strutture ancora più piccole, le delivery station, più distribuite sul territorio: in Italia ce ne sono circa 40. Da lì poi sono portati nelle case: ma se qualcuno ordina un libro da Rovigo, il pacco di BLQ1 che lo contiene passa direttamente alla delivery station locale.

– Leggi anche: Compriamo meno libri dell’anno scorso