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  • Mercoledì 25 maggio 2022

Cos’è questo presunto “piano italiano” per la pace in Ucraina

I giornali ne parlano da qualche giorno con una certa enfasi, ma sembra un documento molto vago e poco preso sul serio

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il segretario generale dell'ONU António Guterres (ANSA/ANGELO CARCONI)
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il segretario generale dell'ONU António Guterres (ANSA/ANGELO CARCONI)
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Da circa una settimana sui giornali italiani si parla con una certa insistenza di un “piano di pace” che l’Italia avrebbe cominciato a far circolare in ambienti diplomatici con alcune proposte per porre fine alla guerra in Ucraina. Del piano ha parlato con enfasi in particolare Repubblica, che è stato il primo giornale a darne conto, e che l’ha presentato come un tentativo concreto di trovare una soluzione diplomatica al conflitto dando al tempo stesso centralità all’azione del governo italiano.

Ma a una settimana dall’uscita delle prime informazioni, sembra che il tentativo diplomatico italiano non sia mai davvero partito, sempre che sia stato un tentativo serio. Il contenuto del piano è confuso e non particolarmente efficace, non ha ottenuto significativo sostegno dai governi internazionali e soprattutto non è nemmeno chiaro se le parti in causa – Russia e Ucraina – abbiano avuto modo di valutarlo. Non è nemmeno chiaro, peraltro, se tutto il governo sia coinvolto nella promozione del piano. Di fatto non ha avuto finora alcun peso nella trattativa diplomatica e quasi certamente non ne avrà. Il quotidiano Domani ha titolato che «non è mai davvero esistito», lasciando intendere non tanto che il documento non ci sia, quanto che non abbia avuto finora nessuna efficacia.

Dell’esistenza di un “piano di pace italiano” aveva scritto per prima Repubblica il 18 maggio. Il quotidiano scriveva che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio aveva consegnato al segretario generale dell’ONU António Guterres un documento elaborato «in stretto coordinamento con Palazzo Chigi», che prevedeva un percorso in quattro tappe per ottenere dapprima un cessate il fuoco e arrivare infine alla risoluzione diplomatica del conflitto. Nel suo articolo, Repubblica citava varie fonti del ministero degli Esteri e riprendeva passaggi del documento, lasciando intendere che l’esistenza del “piano italiano” fosse stata rivelata al giornale dal ministero stesso.

A giudicare dalle prime informazioni, tuttavia, sembra che il piano del ministero degli Esteri fosse piuttosto abbozzato.

I quattro punti previsti per raggiungere la pace tra Russia e Ucraina sarebbero: cessate il fuoco immediato; garanzia che l’Ucraina rimanga neutrale; una soluzione di compromesso per Crimea e Donbass; un nuovo patto di sicurezza europea e internazionale. Sono tutti passaggi corretti e necessari, ma non costituiscono una novità: tutti i negoziati condotti in questi mesi sono partiti da una base simile. Il problema, finora, è stato che le due parti in conflitto non sono riuscite a trovare un accordo soprattutto a causa della completa chiusura della Russia, che ha violato la maggior parte dei cessate il fuoco e ignorato gli appelli per la pace.

Il piano italiano, almeno per come descritto dalla stampa, non sembra portare nessuna novità o miglioramento da questo punto di vista: non si capisce bene come dovrebbe ottenere un cessate il fuoco immediato, quali sarebbero le «soluzioni di compromesso» per le zone contese né cosa significhi creare un nuovo patto di sicurezza. Il piano prevede tutta una serie di paesi garanti e gruppi internazionali che dovrebbero sorvegliare sugli accordi, ma non è nemmeno specificato, secondo Repubblica, quali sarebbero questi paesi.

Non è da escludere che il piano sia più dettagliato e concreto di come lo hanno descritto i giornali, e che contenga proposte effettivamente attuabili, ma dalle informazioni disponibili appare un documento piuttosto vago.

Soprattutto, sembra che il piano sia stato creato all’interno del ministero degli Esteri e che la sua esistenza sia stata resa pubblica senza consultare le parti in conflitto né gli alleati internazionali.

L’unica cosa che si sa con sicurezza è che il ministro Di Maio ha consegnato il documento a Guterres la settimana scorsa, ma da quel momento in poi non è chiaro chi lo abbia consegnato a chi, e l’ipotesi più probabile, almeno finora, è che non sia stato valutato seriamente da nessuna delle parti in causa. Secondo Repubblica, «è possibile» che Guterres abbia «condiviso» il documento «con i due belligeranti». Ma sia Russia sia Ucraina hanno detto o fatto capire di non averlo ricevuto (benché anche su questa questione ci sia stata un po’ di confusione): Dmitri Peskov, il portavoce del Cremlino, ha detto che la Russia non ha ancora ricevuto il piano, e anche l’Ucraina non ha dato conferme sulla questione.

Ci sono state però delle reazioni, soprattutto da parte russa: l’ex presidente russo Dmitri Medvedev, per esempio, ha rifiutato e criticato il piano con una certa violenza, ma sembra che anche lui ne abbia letto sulla stampa. Lo stesso vale probabilmente per alcuni funzionari ucraini, che in questi giorni hanno ringraziato l’Italia per il suo sostegno ma non sono scesi nei dettagli.

Anche gli alleati non sembrano aver dato molto rilievo al piano di pace italiano, e ancora una volta non è chiaro chi l’abbia ricevuto e letto. Nessun governo occidentale l’ha commentato, mentre l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, Josep Borrell, ha detto soltanto: «Appoggiamo ogni tentativo di mettere fine alla guerra», aggiungendo però che il presupposto per ogni accordo deve essere il ritiro delle forze russe.

Nemmeno il presidente del Consiglio Mario Draghi, benché secondo Repubblica risultasse coinvolto nel progetto, ha mai parlato pubblicamente del “piano italiano”. Martedì Di Maio ha ridotto le aspettative sul piano italiano: lo ha definito «un lavoro embrionale» e ha aggiunto che «oggi non ci sono le condizioni per la pace, abbiamo di fronte una guerra lunga e logorante».