Per la prima volta un diplomatico russo si è dimesso per protesta contro l’invasione dell’Ucraina

Si chiama Boris Bondarev e ha motivato la sua decisione dicendo di non essersi «mai vergognato tanto del suo paese»

Boris Bondarev sul suo profilo LinkedIn
Boris Bondarev sul suo profilo LinkedIn

Lunedì un diplomatico della rappresentanza permanente russa alle Nazioni Unite a Ginevra si è dimesso in segno di protesta per l’invasione dell’Ucraina: è la prima manifestazione pubblica di dissenso nei confronti della guerra da parte di un diplomatico russo – potrebbero anche essercene state altre, di cui non si è a conoscenza.

Il diplomatico si chiama Boris Bondarev e ha 41 anni; dal 2002 al 2019 aveva lavorato con il ministero degli Esteri russo, e da allora all’ONU e in particolare all’interno della Conferenza del Disarmo, l’organismo delle Nazioni Unite che si occupa dei negoziati della comunità internazionale in materia di disarmo e di non proliferazione delle armi. All’interno della rappresentanza permanente russa aveva il grado di consigliere – ruolo che viene dopo quelli di ambasciatore, ministri plenipotenziari e primi consiglieri.

Bondarev ha spiegato le ragioni della sua scelta in un’email in inglese che ha inviato a una quarantina di altri diplomatici e che poi è stata condivisa su Twitter da Hillel Neuer, direttore dell’ong per i diritti umani UN Watch. La lettera dice: «Per i vent’anni della mia carriera diplomatica ho visto molti cambiamenti nella nostra politica estera, ma non mi sono mai vergognato del mio paese come il 24 febbraio di quest’anno», un riferimento alla data di inizio dell’invasione dell’Ucraina.

Nel seguito dell’email Bondarev dice che la guerra iniziata dal presidente russo Vladimir Putin non è diretta solo contro l’Ucraina ma contro «l’intero mondo occidentale», ed è un crimine sia verso il popolo ucraino che verso il popolo russo. Dice anche che le persone che hanno progettato l’invasione vogliono solo «restare al potere per sempre» e che per farlo sono disposte a «sacrificare tutte le vite umane che servono». Se non si era dimesso prima – aveva cominciato a pensarlo già qualche anno fa, anche prima dell’inizio del conflitto di quest’anno – era solo perché doveva risolvere alcune questioni familiari e raccogliere il coraggio necessario.

Parlando con Associated Press, Bondarev ha detto che ciò che il suo governo sta facendo è «intollerabile» e che «come funzionario statale» lui ha una parte di responsabilità per ciò che sta succedendo. In precedenza aveva discusso della sua opposizione personale all’invasione con alcuni colleghi: ha spiegato all’agenzia di stampa che non tutti i diplomatici russi sono favorevoli alla guerra, molti hanno idee ragionevoli, ma non possono parlarne. Tuttavia alcuni lo avevano invitato a starsene zitto e altri sostengono il governo ed erano favorevoli all’invasione, almeno all’inizio.

Associated Press ha chiesto a Bondarev se sia preoccupato per le possibili ripercussioni della sua decisione di dimettersi – Putin reprime duramente il dissenso in Russia, e anche oltre i confini del paese – e il diplomatico ha risposto che deve preoccuparsene. A BBC ha detto di essere consapevole del fatto che ora probabilmente il governo russo lo considera un traditore, ma ha anche ripetuto di non aver fatto nulla di illegale.

Per ora Bondarev non ha intenzione di andarsene da Ginevra e spera che la sua scelta possa diventare un esempio per altri funzionari russi, anche se a giudicare da ciò che ha detto a Reuters è piuttosto scettico in merito. Per il momento né la rappresentanza permanente russa alle Nazioni Unite né il governo russo hanno commentato le dimissioni di Bondarev.