Il Senato degli Stati Uniti ha bloccato un provvedimento dei Democratici per garantire l’accesso all’aborto in tutto il paese

La vice presidente USA Kamala Harris dopo la bocciatura al Senato del provvedimento per garantire il diritto di aborto a livello federale, Washington, 11 maggio 2022 (AP Photo/Jacquelyn Martin)
La vice presidente USA Kamala Harris dopo la bocciatura al Senato del provvedimento per garantire il diritto di aborto a livello federale, Washington, 11 maggio 2022 (AP Photo/Jacquelyn Martin)

Il Senato degli Stati Uniti ha respinto la proposta dei Democratici per trasformare in legge la storica sentenza del 1973 che ha legalizzato l’aborto a livello federale. Il provvedimento avrebbe garantito l’accesso all’interruzione di gravidanza in tutto il paese, ma per essere approvato avrebbe dovuto ottenere 60 voti sui 100 disponibili. È stato bloccato da 51 voti contrari, e i voti a favore sono stati 49. Tutti i Repubblicani hanno votato contro e a loro si è unito il senatore Democratico Joe Manchin, noto per le sue posizioni antiabortiste.

L’esito del voto era comunque piuttosto scontato, ma l’intenzione dei Democratici era
costringere i senatori a prendere una posizione esplicita attraverso un voto ed esercitare così delle pressioni in vista di novembre, quando si terranno le elezioni di metà mandato per rinnovare tutti i seggi della Camera e un terzo dei seggi al Senato.

Il voto al Senato è arrivato il giorno in cui i nove giudici della Corte Suprema si riuniranno per la prima volta dopo la pubblicazione della bozza di una decisione della stessa Corte che sembra voler ribaltare la “Roe v. Wade”. Negli Stati Uniti l’aborto è legale a livello federale grazie a questa sentenza, ma non c’è una legge unica che ne stabilisca le modalità. Ed è il motivo per cui ciascuno stato può regolarsi con grande autonomia e, di fatto, limitare l’interruzione di gravidanza: cosa che accade da anni negli stati governati dai Repubblicani.

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