• Konrad
  • Mercoledì 11 maggio 2022

Il Regno Unito ha fatto un patto di sicurezza con Svezia e Finlandia

Gli accordi impegnano l'esercito britannico ad aiutare quello svedese e quello finlandese in caso di attacco: prevedono anche un miglioramento della cooperazione in diversi settori

(AP Photo/Frank Augstein, Pool)
(AP Photo/Frank Augstein, Pool)
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Durante una visita a Stoccolma, in Svezia, il primo ministro britannico Boris Johnson ha firmato un patto di reciproca assistenza in cui il Regno Unito si impegna ad andare in soccorso della Svezia in caso di attacco armato, e la Svezia a fare altrettanto in caso di attacco contro il territorio britannico. Poche ore dopo, Johnson ha firmato un accordo simile anche con la Finlandia.

L’accordo con la Svezia, sottoscritto anche dalla prima ministra svedese Magdalena Andersson, di centrosinistra, e quello con la Finlandia, sottoscritto dal presidente Sauli Väinämö Niinistö, non sono tuttavia vincolanti: quindi non obbligano i paesi che l’hanno sottoscritto a soccorrersi reciprocamente. Come fa notare James Landale, corrispondente diplomatico di BBC, l’accordo non prevede garanzie di sicurezza legali e automatiche: è piuttosto una dichiarazione politica di reciproco sostegno.

Dopo l’accordo con la Svezia, Johnson ha spiegato che l’intesa prevede assistenza militare in caso di attacco, una maggiore condivisione di informazioni fra le agenzie di intelligence ed esercitazioni militari comuni, ma nonostante le richieste dei giornalisti non ha detto esplicitamente, per esempio, se l’accordo implica che in caso di attacco alla Svezia il Regno Unito invierà i propri soldati in difesa del paese, e si è limitato a dire che «su richiesta dell’altra parte, ci mobiliteremmo in suo aiuto».

L’accordo con la Finlandia, hanno spiegato Johnson e Niinistö durante una conferenza stampa, prevede che i due paesi si sostengano a vicenda, anche militarmente in caso di attacco, e che aumentino la loro cooperazione in diversi settori.

Nelle prossime settimane sia la Svezia che la Finlandia dovrebbero avanzare una richiesta ufficiale per entrare nella NATO, l’alleanza militare dei paesi occidentali, a cui si sono avvicinate dopo decenni di neutralità per via dell’aggressività della politica estera russa, culminata con l’invasione dell’Ucraina.

Dall’inizio della guerra in Ucraina il governo Conservatore di Boris Johnson si è mostrato uno dei più solidali con la resistenza ucraina: più nelle parole e nei simboli che nei fatti, dato che il Regno Unito rimane l’unico paese dell’Europa occidentale a esigere che i profughi ucraini facciano una richiesta di asilo per poter rimanere nel proprio territorio. A ogni modo gli accordi firmati mercoledì con Svezia e Finlandia confermano la volontà di Johnson di ritagliarsi uno spazio più centrale e autonomo di quello avuto dal Regno Unito negli ultimi anni, quando la politica estera britannica era sostanzialmente sovrapponibile a quella dell’Unione Europea.

«La guerra in Ucraina sta costringendo tutti a prendere decisioni difficili», ha detto Johnson nella conferenza stampa dopo la firma dell’accordo con la Svezia: «Ma gli stati sovrani devono essere liberi di prendere queste decisioni senza timore di influenze esterne o di ritorsioni». Il portavoce del governo russo Dmitry Peskov, rispondendo a una domanda sull’accordo, ha risposto in maniera vaga che la Russia osserverà attentamente l’eventuale allargamento della NATO nei pressi dei suoi confini.

L’accordo di Svezia e Finlandia con il Regno Unito ha una rilevanza notevole anche se non prevede gli stessi automatismi dell’articolo 5 del trattato fondativo della NATO, di cui si è parlato molto negli ultimi mesi. L’articolo 5 sancisce che ogni attacco a uno stato membro debba essere considerato un attacco all’intera alleanza, e di conseguenza che ogni membro debba dare il proprio contributo nella difesa di chi viene attaccato. Il Regno Unito fa parte della NATO e in caso di ingresso di Svezia e Finlandia sarebbe obbligato ad aiutarle militarmente, nel caso venissero attaccate.

Inoltre l’accordo con la Svezia è entrato in vigore subito, quindi sarà attivo «anche nel periodo di area grigia che si creerà fra il momento in cui la Svezia chiederà di entrare nella NATO e quello in cui ci entrerà davvero, che potrebbe durare diversi mesi», spiega Landale. La stessa cosa dovrebbe valere per l’intesa firmata con la Finlandia.