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  • Mercoledì 11 maggio 2022

C’è un caso intorno a un “ballo delle debuttanti” a Prato

Nell'istituto scolastico statale più antico della città l'esclusione delle coppie gay dall'evento ha coinvolto due ministri, e non è finita

L'istituto dall'alto (Convitto Nazionale Cicognini)
L'istituto dall'alto (Convitto Nazionale Cicognini)
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Le decisioni del Convitto “Cicognini”, l’istituto scolastico statale più antico di Prato, riguardo all’inclusione delle coppie gay al tradizionale “ballo delle debuttanti” di fine anno ha provocato una polemica che è arrivata fino alle cronache nazionali. Lunedì l’estensione della possibilità di partecipare alle coppie dello stesso sesso era stata ammessa dalla dirigenza e dal consiglio di amministrazione dell’istituto, ma ora potrebbe essere rimessa in discussione a causa dell’esito di un sondaggio tra gli studenti e le studentesse.

Il Cicognini comprende una scuola elementare, una scuola media, un liceo classico e un liceo scientifico. Il ballo delle debuttanti è un evento mondano che si tiene tradizionalmente in vari contesti – principalmente nobiliari – in Europa, e storicamente serviva a sancire “l’ingresso in società” delle ragazze a cavallo della maggiore età, con un ballo a cui si partecipa in abiti da cerimonia, solitamente scuri per i maschi e bianchi per le femmine. Il più famoso è quello che si tiene all’Opera di Vienna, ma vengono organizzati anche in diverse scuole militari italiane, e anche in istituti civili come quello di Prato.

Le attenzioni dei giornali locali sul ballo delle debuttanti di Prato erano cominciate la scorsa settimana, quando l’Arcigay Prato-Pistoia aveva raccontato che almeno due coppie di studentesse e studenti gay erano state escluse. Sembra che una coppia avesse chiesto già lo scorso novembre di partecipare, ma l’assemblea d’istituto aveva rifiutato. Poi erano state avanzate nuove richieste tra febbraio e marzo, con l’Arcigay che aveva chiesto formalmente alla preside dell’istituto, Giovanna Nunziata, di includere le coppie gay al ballo. Nunziata aveva detto che trattandosi «di una tradizione centenaria […] non sono io a decidere in autonomia. La macchina organizzativa oramai è partita». Aveva aggiunto di essere favorevole all’inclusione, ma dal prossimo anno scolastico.

Poi, alla fine della scorsa settimana, le cose sono cambiate piuttosto in fretta. Sabato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha telefonato all’istituto. Domenica si è espressa sulla questione anche la ministra per le Pari opportunità, Elena Bonetti, definendo molto grave la discriminazione avvenuta al Cicognini e invitando a superare «il simbolismo che viene associato all’idea del ballo delle debuttanti». Lunedì Nunziata ha convocato un consiglio d’istituto e un consiglio di amministrazione, ed entrambi gli organi hanno votato a favore dell’inclusione delle coppie gay al ballo.

La questione sembrava essere conclusa, ma martedì sono arrivati i risultati di un sondaggio che la dirigenza aveva inviato a studenti e famiglie attraverso la piattaforma Google Forms. Non è chiaro chi abbia risposto al sondaggio, se solo gli studenti coinvolti o anche le famiglie, ma i voti favorevoli all’inclusione delle coppie gay sono stati 198, contro i 199 che vorrebbero mantenere il tradizionale «format dei balli di sala».

Adesso la decisione presa dalla dirigenza scolastica potrebbe essere rimessa in discussione. La preside Nunziata, parlando con Repubblica, ha detto di aver convocato di nuovo gli organi collegiali della scuola, ma ha precisato che «non è una retromarcia, la maggioranza dei ragazzi si è espressa e bisogna tenerne conto. Non passi il concetto che sono omofobi perché non accettano le coppie liberamente formate: in questi giorni i miei studenti sono stati esposti a una gogna mediatica. Serve tempo per cambiare le cose».