Von der Leyen vuole superare l’unanimità nelle decisioni dell’Unione Europea

Per arrivare ad accordi più rapidi su temi importanti, come le sanzioni contro la Russia

(AP Photo/Jean-Francois Badias)
(AP Photo/Jean-Francois Badias)

Lunedì la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha parlato della necessità di superare l’obbligo di voto all’unanimità nelle decisioni più importanti della politica europea. Nel suo intervento alla cerimonia di chiusura della Conferenza sul futuro dell’Europa – iniziativa avviata nel 2021 per raccogliere le proposte di tutti i cittadini europei per migliorare il funzionamento dell’Unione – Von der Leyen ha detto:

Dobbiamo andare ancora oltre. Ad esempio, sostengo da sempre che il voto all’unanimità in alcuni settori chiave non abbia più senso, se vogliamo agire più velocemente. L’Europa dovrebbe anche svolgere un ruolo maggiore nella salute o nella difesa.

Il vincolo di unanimità a cui Von der Leyen fa riferimento è quello che riguarda molte delle votazioni espresse dal Consiglio dell’Unione Europea, l’organo che ha il potere legislativo insieme al Parlamento Europeo, e che non va confuso con il Consiglio Europeo. Tra i “settori chiave” per cui è necessario un voto unanime da parte di tutti i membri del Consiglio ci sono l’adesione di nuovi paesi all’Unione o questioni riguardanti la politica estera, la difesa, e le sanzioni che si possono comminare a governi, enti o singoli individui.

Raggiungere un voto unanime può essere estremamente difficile su alcune questioni, e ne è la dimostrazione quanto sta succedendo in questi giorni sulla nuova proposta di sanzioni della Commissione Europea nei confronti della Russia, annunciata mercoledì scorso, che prevede il blocco delle importazioni del petrolio russo.

I rappresentanti dei 27 paesi europei avrebbero dovuto raggiungere un accordo domenica, ma Ungheria, Slovacchia e in parte Repubblica Ceca si sono dette contrarie. Senza il voto favorevole di questi tre paesi le sanzioni non possono essere approvate, ed è quindi molto probabile che nei prossimi giorni la proposta iniziale della Commissione verrà modificata e si troverà un compromesso per concedere loro una scadenza più avanti nel tempo per interrompere le importazioni di petrolio russo (anche se l’Ungheria vorrebbe essere del tutto esentata dal blocco).

L’obbligo di un voto all’unanimità su determinate questioni aveva creato già in passato rallentamenti su diversi temi. Uno di quelli discussi più a lungo – e su cui ancora non è stata presa una decisione finale – era stata la richiesta della Macedonia all’Unione Europea, su cui si era fortemente opposta per anni la Grecia a causa di una disputa storica e culturale, terminata con il cambio del nome del paese in Repubblica della Macedonia del Nord.

– Leggi anche: L’Unione Europea fatica a mettersi d’accordo sul petrolio russo

La proposta quindi è che in assenza di unanimità possa bastare anche la maggioranza qualificata dei voti, come già succede per alcune questioni trattate dal Consiglio.

Il superamento del voto all’unanimità, che richiederebbe una sostanziale revisione dei trattati europei da approvare all’unanimità, è una questione di cui si discute da parecchio tempo, e la stessa Von der Leyen altre volte in passato si era detta favorevole. Di recente ne aveva parlato anche il presidente del Consiglio italiano, Mario Draghi, che a questo proposito aveva detto: «Abbiamo bisogno di un federalismo pragmatico, che abbracci tutti gli ambiti colpiti dalle trasformazioni in corso: dall’economia, all’energia, alla sicurezza. Se ciò richiede l’inizio di un percorso che porterà alla revisione dei Trattati, lo si abbracci con coraggio e con fiducia. […] Dobbiamo superare il principio dell’unanimità e muoverci verso decisioni prese a maggioranza qualificata».