A Roma è stata istituita una “zona rossa” per limitare la diffusione della peste suina africana

(Regione Lazio)
(Regione Lazio)

Sabato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato un’ordinanza che ha istituito una “zona rossa” per cercare di contenere nei dintorni di Roma la diffusione del virus della peste suina africana, che colpisce cinghiali e maiali (le persone no, sebbene possano contribuire a diffonderlo). La scorsa settimana era stato trovato un cinghiale positivo al virus nella riserva naturale dell’Insugherata, che si trova nel nord-ovest della capitale, vicino alle zone di Monte Mario, Balduina e Primavalle.

Nella “zona rossa” non si possono organizzare eventi e raduni, pic-nic compresi, nelle aree agricole e naturali; non si possono inoltre avvicinare i cinghiali e dare loro da mangiare (cosa comunque già vietata). È inoltre raccomandata la disinfezione delle scarpe all’uscita dalle aree agricole e naturali. La zona è delimitata a nord e nord-ovest dal Grande Raccordo Anulare; a est e a sud-est dal fiume Tevere; a sud dalla Circonvallazione Clodia, da via Cipro, via di San Tommaso D’Aquino, via Arturo Labriola, via Simone Simoni, via Pietro De Cristofaro e via Baldo Degli Ubaldi; a sud-ovest da via di Boccea.

In arancione la “zona rossa”, in rosa una “zona di attenzione” (Regione Lazio)

Gli enti di gestione dei parchi aumenteranno le forme di sorveglianza della popolazione suina; i servizi veterinari analizzeranno le carcasse di cinghiali morti e i cinghiali moribondi per verificare la presenza del virus, non solo nella “zona rossa” ma anche in una più ampia “zona di attenzione”. Sarà inoltre fatto un censimento delle aziende che detengono suini e delle persone che ne hanno come animali da compagnia. Chi avvista carcasse di cinghiali o cinghiali moribondi è invitato a segnalarli al numero verde gratuito della Protezione civile regionale 803 555.

La peste suina africana è endemica nell’Africa sub-sahariana ma dal 2007 in Europa si è diffuso un nuovo ceppo, rilevato per la prima volta in Italia a gennaio, tra Liguria e Piemonte. Il virus è molto resistente (sopravvive in ambiente esterno fino a 100 giorni e per diversi mesi all’interno di salumi o nella carne congelata) e piuttosto letale: nel 90 per cento dei casi gli animali contagiati muoiono nel giro di dieci giorni a causa di emorragie interne.

Non essendoci cure, negli allevamenti colpiti dalla peste la soluzione più efficace è l’abbattimento dei maiali contagiati per limitare la diffusione del virus. Il contagio può avvenire per contatto con qualsiasi oggetto contaminato, abbigliamento compreso, per questo anche le persone possono avere un ruolo nella diffusione.