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  • Mercoledì 4 maggio 2022

Giovanni Melillo è il nuovo procuratore nazionale antimafia

È stato votato dai componenti del Csm di area progressista e dai due capi della Corte di Cassazione

Giovanni Melillo. (ANSA/CESARE ABBATE)
Giovanni Melillo. (ANSA/CESARE ABBATE)
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Giovanni Melillo, 61enne procuratore di Napoli, è il nuovo procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, cioè capo della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo (DNAA), l’organo con sede a Roma che controlla e coordina l’attività dei procuratori e della polizia giudiziaria che si occupano di criminalità organizzata sul territorio nazionale. Melillo è stato eletto a maggioranza questa mattina dal Consiglio superiore della magistratura, superando per preferenze Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica a Catanzaro, e Giovanni Russo, già alla DNAA come procuratore vicario. Si sapeva che a contendersi la nomina sarebbero stati soprattutto Melillo, leggermente favorito, e Gratteri.

Melillo, che prende il posto di Federico Cafiero de Raho, ha ottenuto 13 voti. Hanno votato per lui i due magistrati ai vertici della Corte di Cassazione, il presidente Pietro Curzio e il procuratore generale Giovanni Salvi, i cinque consiglieri di Area, la componente progressista dell’Associazione nazionale magistrati, i tre di Unicost (area moderata) e tre membri laici, due espressi dal Movimento 5 Stelle, Alberto Maria Benedetti e Filippo Donati, e Michele Carabona, indicato da Forza Italia, avvocato napoletano.

I voti per Gratteri sono stati sette: i quattro magistrati di Autonomia e Indipendenza, la corrente fondata da Piercamillo Davigo, i due membri laici indicati dalla Lega, Stefano Cavanna ed Emanuele Basile, e Fulvio Gigliotti, giurista calabrese indicato dal M5S. Russo ha invece avuto i quattro voti di Magistratura Indipendente, la corrente di centrodestra, e quello del membro laico di Forza Italia, Alessio Lanzi.

Melillo è foggiano e ha trascorso la maggior parte della sua carriera a Napoli, iniziando dagli anni Novanta a occuparsi, come sostituto procuratore di un tema allora nuovo, le ecomafie, cioè i gruppi delle organizzazioni criminali le cui attività hanno un impatto negativo sull’ambiente.  Ha poi lavorato nella Procura nazionale antimafia e, da fuori ruolo, come capo di gabinetto del ministro Orlando nel governo Renzi. Si era poi candidato nel 2017 alla carica di procuratore capo di Napoli, battendo Cafiero de Raho il quale era diventato procuratore nazionale antimafia.

Melillo era considerato il candidato più istituzionale, avendo già lavorato alla procura nazionale antimafia ed essendo stato capo di gabinetto al ministero della Giustizia. Il suo avversario diretto, Nicola Gratteri, tra i massimi esperti di ‘ndrangheta (vive sotto scorta ormai da 30 anni), è sempre stato considerato svincolato dalle correnti, ma spesso giudicato divisivo e troppo esposto a livello comunicativo.

Ora si apriranno le candidature per il ruolo di capo della Procura di Napoli, lasciato libero da Melillo.