È morto Ivica Osim, allenatore dell’ultima nazionale di calcio jugoslava

(Koji Watanabe/Getty Images)
(Koji Watanabe/Getty Images)

L’ex calciatore e allenatore bosniaco Ivica Osim è morto domenica a 81 anni. Nato a Sarajevo nel 1941, fu l’ultimo allenatore della Jugoslavia unita, che nel 1990 portò fino ai quarti di finale dei Mondiali in Italia, dove perse ai rigori contro l’Argentina. La allenò per l’ultima volta il 25 marzo 1992, in una partita amichevole contro l’Olanda.

Da calciatore giocò con lo Zeljeznicar di Sarajevo e poi in Francia, tra Strasburgo, Sedan e Valenciennes. La nazionale jugoslava fu una delle sue prime esperienze da allenatore, e coincise con il periodo di disgregazione del paese. Dopo i Mondiali in Italia, terminati fra i rimpianti per l’eliminazione ai rigori, con la Jugoslavia si qualificò agli Europei in Svezia del 1992.

Nei mesi precedenti all’inizio del torneo, tuttavia, i giocatori croati e sloveni lasciarono la squadra uno dopo l’altro, perché nel frattempo non era più la loro nazionale. A un mese dall’inizio degli Europei, per protesta contro i combattimenti in corso nel paese e in difficoltà per le tensioni arrivate anche all’interno della squadra, Osim lasciò l’incarico e se ne andò all’estero. Nella conferenza stampa in cui lo annunciò, disse: «È molto difficile per me, ma a rischio di sembrarvi brusco, mi dimetto. Interpretatela come volete, ma vi dico una cosa: è una mia decisione personale ed è l’unica cosa che posso fare per la mia città, Sarajevo».

Quel che rimaneva della nazionale jugoslava andò lo stesso in Svezia per partecipare al torneo, ma a pochi giorni dall’inizio ricevette dalla UEFA la notizia dell’estromissione in seguito all’embargo votato dall’ONU. Negli anni successivi Osim continuò ad allenare tra Grecia, Austria e Giappone, di cui fu allenatore tra il 2006 e il 2007.

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