Roberto Gualtieri vuole costruire un termovalorizzatore a Roma

Il sindaco lo ha annunciato inaspettatamente mercoledì, per provare a risolvere una volta per tutte il problema dei rifiuti della capitale

Gualtieri nell'aula del consiglio comunale (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
Gualtieri nell'aula del consiglio comunale (ANSA/ALESSANDRO DI MEO)
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Mercoledì il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha annunciato l’intenzione di costruire entro il prossimo giubileo, che sarà nel 2025, un termovalorizzatore per la città, cioè un impianto che brucia i rifiuti producendo energia. L’annuncio è arrivato a sorpresa durante una riunione straordinaria del consiglio comunale proprio sul tema dei rifiuti. Durante l’incontro, Gualtieri ha descritto l’impianto e fornito alcuni dettagli su come sarà.

Il termovalorizzatore verrà costruito da Acea, una società energetica partecipata dal comune di Roma, e costerà circa 150 milioni di euro. L’obiettivo è di completarlo in meno di quattro anni e di ridurre poi la tassa sui rifiuti in città del 20 per cento. «Dobbiamo dotarci di impianti per la frazione indifferenziata» ha detto Gualtieri. «L’impianto sarà da 600mila tonnellate annue e ci permetterà di chiudere Rocca Cencia [un impianto di trattamento meccanico biologico, ndr] e dotarci di una sola piccola discarica per conferire 60mila tonnellate di inerti all’anno».

Il problema dei rifiuti a Roma è uno dei più sentiti dalla cittadinanza e si trascina da anni per una serie di cause, tra cui la scarsa dotazione di impianti di smaltimento in città.

Periodicamente a Roma il ciclo dei rifiuti si ingolfa, con conseguenze immediatamente visibili e sgradevoli in termini di pulizia delle strade e dei punti di raccolta. È una cosa che succede perché per decenni i rifiuti prodotti dalla capitale furono portati nell’enorme discarica di Malagrotta, senza trattamento, contravvenendo alla normativa europea (la discarica di Malagrotta si trova nella periferia ovest di Roma, nella tenuta di Malagrotta, appunto, in zona Castel di Guido).

Nel 2013 la discarica venne chiusa e nei tre anni successivi non si riuscì a trovare una soluzione alternativa immediata: il piano del sindaco di allora, Ignazio Marino, non venne mai attuato perché la giunta cadde tra le polemiche nel 2015, dopo soli due anni. Per i mesi successivi il commissario straordinario Francesco Paolo Tronca si occupò dell’amministrazione ordinaria; poi venne eletta Virginia Raggi con il Movimento 5 Stelle, che nei suoi cinque anni di mandato non è riuscita a trovare una soluzione duratura alle cicliche emergenze rifiuti in città.

Oggi Roma produce circa 5.000 tonnellate di rifiuti al giorno, di cui più del 50 per cento indifferenziati. Questi rifiuti vengono trattati negli impianti di trattamento meccanico biologico (TMB) che separano la cosiddetta frazione umida (i rifiuti organici) da quella secca (metalli, carta, plastiche, vetro). Ci sono però due grossi problemi: il primo è che Roma ha solo tre impianti di questo tipo, non sufficienti a trattare tutti i rifiuti che produce. Il secondo è che i TMB eseguono un trattamento non conclusivo del ciclo dei rifiuti indifferenziati.

I TMB separano e compattano i rifiuti, non li smaltiscono. La parte finale del ciclo prevede invece lo smaltimento in una discarica o in un termovalorizzatore; ma dato che Roma non ha né l’una né l’altro, in questi anni ha risolto la situazione attraverso soluzioni temporanee, mandando i propri rifiuti a impianti e discariche fuori dal territorio comunale, causando conflitti tra le amministrazioni e proteste nelle comunità locali dove questo avviene.

Secondo molti, l’unica soluzione era appunto la realizzazione di un termovalorizzatore o di una discarica dentro il territorio del comune di Roma, ma sono entrambe soluzioni costose politicamente, perché hanno ricadute sulle comunità locali in termini di emissioni e di impatto ambientale.

L’annuncio di Gualtieri di mercoledì è stato inaspettato, perché il piano regionale dei rifiuti prevede per Roma la realizzazione di due discariche temporanee, quindi ci si attendeva dalla giunta una decisione in quel senso. Ne sono rimasti sorpresi anche alcuni consiglieri di maggioranza, scrive l’agenzia di stampa AGI, informati dell’intenzione di Gualtieri solo mercoledì mattina.

Ad ogni modo, il fatto che la Regione Lazio non preveda la realizzazione di un termovalorizzatore non è di per sé un problema, secondo Gualtieri. In un’intervista data al Sole 24 Ore, ha detto: «stiamo lavorando con governo e Regione per permettere a Roma di chiudere il proprio ciclo dei rifiuti con tutti gli strumenti necessari e di ricorrere alle procedure, anche straordinarie, per garantire rapidità, certezza ed efficienza, superando il vincolo posto dal piano regionale». L’amministrazione del Lazio è guidata da Nicola Zingaretti, del Partito Democratico, come Gualtieri.

Non ci sono ancora molti altri dettagli sul piano per realizzare l’impianto, che in queste ore è stato criticato dalle opposizioni in consiglio e dovrà ricevere l’approvazione delle commissioni competenti, cosa non scontata in un contesto come quello romano in cui costruire grandi opere pubbliche è particolarmente difficile. Sui giornali si parla in maniera ufficiosa di Santa Palomba come probabile sede, un territorio al confine sud del comune di Roma, non lontano dai comuni di Pomezia e Albano Laziale.