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  • Venerdì 8 aprile 2022

Il governo russo ha ammesso che la Russia ha perso molti soldati in Ucraina

Lo ha detto il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, in un'intervista a Sky News

Un carro armato russo abbandonato in Ucraina (AP Photo/Vadim Ghirda, File)
Un carro armato russo abbandonato in Ucraina (AP Photo/Vadim Ghirda, File)

Giovedì, durante un’intervista con l’emittente britannica Sky News, il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha ammesso che l’esercito russo sta subendo grosse perdite in Ucraina: è la prima ammissione di questo tipo, anche se Peskov non ha specificato il numero delle perdite. A una domanda sul ritiro dei soldati russi nelle zone a nord dell’Ucraina che la Russia non è riuscita a conquistare, Peskov ha detto che sarebbe sbagliato definirla una «umiliazione», come suggeriva il giornalista, ma ha aggiunto: «Abbiamo significative perdite di soldati e per noi è una tragedia enorme».

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Finora, la Russia è sempre stata molto restia a parlare del numero dei soldati uccisi in Ucraina, anche perché nel paese l’invasione è ancora presentata come una “operazione militare speciale” rapida e vittoriosa per liberare l’Ucraina da un inesistente regime nazista. L’ultimo dato ufficiale fornito dal governo russo risale al 25 marzo, quando il ministro della Difesa disse che i soldati morti in Ucraina erano 1.351.

In realtà, le perdite russe sono molto più alte: i governi e le agenzie d’intelligence occidentali stimano che in Ucraina siano morti tra i 7.000 e i 15.000 soldati russi.

Mercoledì, dopo settimane in cui la Russia tentava senza successo di conquistare alcune zone a nord dell’Ucraina, l’esercito si è ritirato in Russia, in Bielorussia e in Ucraina orientale, molto probabilmente per essere impiegato nella regione del Donbass e completarne la conquista.

Il governo russo ha cercato in vari modi di camuffare il necessario ridimensionamento dei propri obiettivi, sia sostenendo che il proprio scopo fosse la conquista del Donbass, e non di tutta l’Ucraina, sia presentando il ritiro dei soldati come un gesto di distensione. Lo ha ribadito anche Peskov nell’intervista di giovedì, quando ha detto che il ritiro dei soldati serve a «diminuire la tensione in quelle zone [a nord dell’Ucraina] e per mostrare che la Russia è pronta a creare le condizioni adeguate per il proseguimento dei negoziati».

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