Gli otto carabinieri accusati di depistaggio nel caso Cucchi sono stati condannati

La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria Cucchi, ospite in un programma RAI, nel 2019 (ANSA/ANGELO CARCONI)
La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria Cucchi, ospite in un programma RAI, nel 2019 (ANSA/ANGELO CARCONI)

Gli otto carabinieri imputati al processo sui depistaggi avvenuti dopo la morte di Stefano Cucchi sono stati condannati in primo grado dal tribunale di Roma.
Tra loro c’è l’ex generale Alessandro Casarsa, che nel 2009 era comandante del “Gruppo Roma” dei carabinieri, da cui secondo l’accusa sarebbe partito l’ordine di insabbiare le prove della colpevolezza dei carabinieri nella morte di Cucchi: è stato condannato a 5 anni.

Lorenzo Sabatino, ex capo del nucleo operativo di Roma, è stato condannato a un anno e tre mesi; Francesco Cavallo, all’epoca capoufficio del comando del “Gruppo Roma”, è stato condannato a cinque anni e sei mesi; Luciano Soligo, che era comandante della Compagnia Montesacro, è stato condannato a cinque anni; Massimiliano Colombo Labriola, ex comandante della stazione di Tor Sapienza, è stato condannato a un anno e un mese; Francesco Di Sano, all’epoca in servizio a Tor Sapienza, è stato condannato a tre anni e tre mesi; Tiziano Testarmata, nel 2009 comandante della quarta sezione del Nucleo investigativo, è stato condannato a quattro anni; Luca De Cianni, infine, è stato condannato a cinque anni.

Cucchi era stato arrestato il 15 ottobre 2009 ed era morto sette giorni dopo all’ospedale Sandro Pertini di Roma. Lunedì scorso, il 4 aprile, la Corte di Cassazione ha condannato in via definitiva a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro.