La Russia sta diffondendo teorie complottiste su Bucha

Attraverso i suoi account ufficiali sta sostenendo che i video delle vittime civili siano falsi, ma è facile dimostrare che non è così

Ormai da due giorni i giornali internazionali stanno raccontando le violenze contro i civili compiute dall’esercito russo nella cittadina ucraina di Bucha, riconquistata il primo aprile dalle forze ucraine. La Russia ha reagito a queste testimonianze con una strategia che usa dall’inizio della guerra: cioè la diffusione di notizie false e teorie complottiste attraverso canali ufficiali, funzionari, politici e attivisti filorussi in giro per il mondo, in modo da insinuare dubbi sull’affidabilità dei media occidentali e inquinare il discorso pubblico riguardo all’invasione in corso.

Da ieri sui social network circola un video girato da un’automobile a Bucha in cui si vedono alcuni cadaveri ai lati della strada. Diversi account ufficiali russi, tra cui quelli di alcune ambasciate, così come moltissimi non ufficiali, hanno scritto che il video sarebbe falso sostenendo che il corpo che si vede in basso a destra nel video muova a un certo punto la mano. In realtà, come ha fatto notare per esempio il giornalista Shayan Sardarizadeh di BBC News, la presunta mano del soldato è semplicemente una goccia d’acqua che scorre sul finestrino dell’auto, come si può osservare scorrendo le immagini al rallentatore oppure colorando in maniera differente il video.

Un’altra presunta prova a sostegno del complotto riguarda invece un istante del video in cui si vede il corpo di una persona nello specchietto laterale dell’auto: l’accusa della propaganda russa è che si muova poco dopo il passaggio dell’auto. Alistair Coleman, un altro giornalista di BBC News esperto di disinformazione, fa notare che si tratta semplicemente di una distorsione ottica, causata dalla curvatura dello specchietto e dal fatto che l’auto si sta allontanando dal corpo.

Entrambe le persone al centro delle teorie complottiste, fra l’altro, sono state fotografate da altre angolazioni dal fotografo Sergei Supinsky di Agence France-Presse. Ed entrambe sono chiaramente morte.

– Leggi anche: Ci sono sempre più prove che a Bucha la Russia abbia massacrato i civili

Sul massacro avvenuto a Bucha ci sono sempre più conferme: foto e resoconti di vari giornalisti internazionali, i primi rapporti di organizzazioni umanitarie, e molte testimonianze di chi è sopravvissuto. Le foto dei fotoreporter e dei corrispondenti mostrano molti cadaveri ai lati delle strade, alcuni in decomposizione, con le mani legate dietro la schiena e colpiti da proiettili sparati a distanza ravvicinata, in quelle che sembrano essere state esecuzioni sommarie.

I giornalisti hanno segnalato anche la presenza di una fossa comune, in cui secondo varie testimonianze potrebbero essere sepolte decine di persone. Oliver Carroll dell’Economist ha raccontato di avere visto diversi corpi all’ingresso della città: apparentemente sono persone che «avevano scelto il momento sbagliato per andare a fare la spesa». Accanto ai loro corpi si vedono scatole di piselli, bustine di tè e confezioni di yogurt. Diversi giornalisti internazionali, fra cui Ilario Piagnerelli di Rai News, hanno fotografato un uomo anziano che sembra essere stato ucciso da lontano mentre stava circolando in bicicletta.

Diverse altre tracce, in giro per la città, fanno pensare che le forze russe abbiano ucciso decine di persone, fra cui molti civili, con esecuzioni sommarie di questo tipo: sono accuse che se confermate rientrerebbero a pieno titolo nella definizione di crimini di guerra.