La governatrice di Hong Kong Carrie Lam non si ricandiderà per un secondo mandato

(EPA/ Vincent Yu / POOL via ANSA)
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La leader di Hong Kong Carrie Lam ha annunciato di non volersi candidare a un secondo mandato da governatrice del territorio semi-autonomo nel sud della Cina, che negli ultimi due anni è stato sempre più controllato dal governo centrale cinese. Lam ha 64 anni e fu nominata governatrice da un apposito comitato filo-cinese nel 2017: durante il suo mandato, la Cina ha progressivamente eroso l’autonomia di Hong Kong e represso duramente il dissenso soprattutto attraverso la contestata legge sulla sicurezza nazionale, che dal giugno del 2020 prevede la repressione di qualsiasi atto possa essere considerato come minaccia alla sicurezza nazionale.

Lunedì in una conferenza stampa Lam ha detto che la conclusione del suo mandato, prevista per il prossimo 30 giugno, segnerà anche la fine della sua carriera nel servizio pubblico. Ha aggiunto che la sua decisione era stata comunicata l’anno scorso al governo centrale a Pechino, che l’aveva accolta con «rispetto e comprensione».

La persona che governa Hong Kong resta in carica cinque anni e viene scelta da uno speciale comitato composto da politici, funzionari governativi e rappresentanti del governo centrale cinese, tanto che uno dei temi al centro delle grosse proteste in favore della democrazia del 2019 era proprio la richiesta che il governatore o la governatrice del territorio venissero eletti in maniera diretta. Secondo i media locali il favorito a essere nominato sarebbe John Lee, ministro della Sicurezza di Hong Kong, che in questi anni si è fatto notare per aver fatto reprimere duramente le proteste. La nomina sarà resa nota a inizio maggio.

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