«Molto probabilmente» Trump ha commesso dei crimini dopo le elezioni del 2020

Lo ha detto un giudice federale americano, alla fine di un processo civile contro uno degli avvocati dell'ex presidente

Donald Trump durante la notte elettorale del 4 novembre 2020 (AP Photo/Evan Vucci, File, La Presse)
Donald Trump durante la notte elettorale del 4 novembre 2020 (AP Photo/Evan Vucci, File, La Presse)

Lunedì un giudice federale americano ha stabilito che l’ex presidente statunitense Donald Trump e un avvocato che lo consigliava hanno «molto probabilmente» commesso dei crimini per cercare di cambiare il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 vinte da Joe Biden, ostacolando il lavoro del Congresso e cospirando contro gli Stati Uniti. Il giudice David O. Carter della California si è espresso nella causa civile contro John Eastman, avvocato collaboratore di Trump e ideatore di una strategia per convincere l’allora vicepresidente Mike Pence a non certificare i risultati del voto per numerosi stati in cui Trump e Biden non erano molto distanti per consensi ricevuti.

«L’illegalità del piano era ovvia», ha detto Carter, commentando una serie di email di Eastman: «Lo spirito di queste email era portare avanti una strategia politica: persuadere il vicepresidente a prendere un’iniziativa personale il 6 gennaio [il giorno dell’assalto al Congresso]».

Uno dei documenti su cui si è espresso Carter è un’email che contiene la bozza di una relazione destinata a Rudolph Giuliani, un altro degli avvocati di Trump, che suggerisce che Pence «rifiuti gli elettori degli stati contestati». In un’altra email si ipotizzano i diversi scenari possibili che si sarebbero delineati se Pence avesse ritardato il conteggio ufficiale dei voti per la certificazione delle elezioni, o ne avesse rifiutato una parte: tra le altre cose, questa email immagina le possibili reazioni della Corte Suprema e le conseguenze di eventuali sentenze.

La dichiarazione del giudice Carter potrebbe essere molto rilevante per le indagini della commissione d’inchiesta sull’assalto al Congresso del 6 gennaio, che ha ipotizzato che Trump e alcuni suoi collaboratori siano colpevoli di tre reati: aver cercato di ostacolare la procedura ufficiale della certificazione della vittoria di Biden al Congresso; aver frodato gli Stati Uniti diffondendo informazioni false sul risultato delle elezioni; e aver violato la legge sulle frodi del District of Columbia (il distretto federale dove si trova Washington, la capitale). Di fatto quanto detto da Carter conferma la prima di queste ipotesi.

Attualmente la commissione sta valutando se consigliare al Dipartimento di Giustizia di raccomandare al procuratore generale degli Stati Uniti Merrick B. Garland un’accusa formale contro l’ex presidente e i suoi collaboratori.

Trump, che finora non è stato accusato di alcun crimine, non ha commentato le dichiarazioni di Carter, che tra le altre cose ha sottolineato che prima del 6 gennaio 2021 l’ex presidente partecipò a due incontri «esplicitamente organizzati per persuadere il vicepresidente Mike Pence a interrompere la seduta del Congresso» per la certificazione dei voti.