È morto l’inventore delle GIF

Stephen Wilhite le ideò nel 1987 come formato video adatto alle lente connessioni dell'epoca, e da allora non se ne sono mai andate

Stephen Wilhite in una fotografia degli anni Ottanta riprodotta con un mosaico di GIF in occasione dell'assegnazione del Webby Lifetime Achievement Award all'ingegnere nel 2013 (Webby Awards)
Stephen Wilhite in una fotografia degli anni Ottanta riprodotta con un mosaico di GIF in occasione dell'assegnazione del Webby Lifetime Achievement Award all'ingegnere nel 2013 (Webby Awards)

Mercoledì è morto l’ingegnere informatico americano Stephen Wilhite, l’inventore delle GIF, le immagini digitali animate nate negli anni Ottanta come soluzione alle lentezze di internet e tornate poi enormemente popolari nell’ultimo decennio come strumento espressivo e comico tra i più usati e apprezzati sui social network, nonostante la concorrenza di molti altri formati. Wilhite aveva 74 anni ed era malato di COVID-19.

Wilhite inventò le GIF nel 1987, quando lavorava da CompuServe, una società fornitrice di servizi informatici e uno dei primi provider di internet, poi acquisito da AOL. L’acronimo significa Graphics Interchange Format, “Formato per lo scambio di elementi grafici”, e all’epoca erano pensate per consentire di mostrare brevi video in un formato molto leggero, adatto alla ridotta velocità delle prime connessioni a internet. Il formato si diffuse per la sua praticità, per la resa di ottima qualità nonostante gli ingombri ridotti e per la sua compatibilità con programmi e sistemi operativi diversi, affermandosi come uno dei più usati sul neonato World Wide Web. Le GIF divennero un modo per decorare i siti web di quel periodo.

La praticità delle GIF consentì al formato di sopravvivere all’evoluzione di internet: dopo un periodo di relativa obsolescenza infatti tornarono a essere usatissime online nell’epoca dei social network, prima su MySpace e Tumblr e poi anche sui siti che progressivamente li avevano sostituiti, da Facebook a Twitter. Negli anni Dieci dei Duemila diventò abitudine trasformare in GIF le scene dei film o delle serie, spezzoni di programmi televisivi e di video virali, frammenti di pubblicità e riprese amatoriali particolarmente eloquenti, specialmente di animali. Col tempo le GIF diventarono anche uno strumento di espressione artistica particolarmente apprezzato da alcuni artisti specializzati nelle opere digitali.

Da lì, le GIF si diffusero poi sulle app di messaggistica, trovando una nuova e centrale applicazione come “reaction gif”, usate cioè per illustrare la reazione a qualcosa di detto o fatto dall’interlocutore. Nel 2013 fu fondato GIPHY, il più grande archivio online di GIF, popolato nel tempo da account ufficiali di brand e marchi di vario tipo che intuirono le potenzialità di distribuire da sé le GIF dei propri prodotti e contenuti: tra i canali più popolari, a lungo ci fu quello della serie Game of Thrones. Nel 2020 GIPHY fu poi comprato da Facebook.

Wilhite era in pensione dal 2001 e aveva ottenuto una grande popolarità per la sua invenzione nel 2013 dopo un’intervista sul New York Times e l’assegnazione del Webby Award – i premi soprannominati “Oscar di internet” – alla carriera. In quelle occasioni Wilhite aveva chiarito come si dovrebbe pronunciare “GIF”, un tema su cui c’è sempre stato molto dibattito online: con la “g” dolce, come in “gioia”, e non con la “g” dura, come in “ghiotto”. L’Oxford English Dictionary ammette entrambe le pronunce, anzi ne registra addirittura quattro, distinguendo tra accento britannico e accento statunitense. La pronuncia scelta da Wilhite e dai suoi colleghi era ispirata allo slogan del burro d’arachidi Jif: per anni le pubblicità di questo prodotto erano accompagnate dalla frase “Choosy moms choose Jif”, che significa “Le mamme esigenti scelgono Jif”, e l’idea era ricalcarla con “Choosy developers choose GIF”, cioè “I programmatori esigenti scelgono le GIF”.