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  • Giovedì 24 marzo 2022

Le polemiche per le ospitate di Alessandro Orsini in Rai

Gli interventi sull'Ucraina di un professore universitario sono stati criticati anche dalla politica, e il suo contratto è stato annullato

Dopo giorni di polemiche che hanno coinvolto anche la politica, la Rai ha deciso di non firmare un contratto che era stato concordato con il professore di sociologia del terrorismo Alessandro Orsini, estesamente criticato per i suoi interventi in vari talk show televisivi in cui aveva espresso posizioni controverse sull’invasione russa in Ucraina. Oltre che in varie trasmissioni di reti private, in particolare Piazzapulita su La7, Orsini era stato ospite diverse volte del programma di Rai 3 Cartabianca. Secondo un articolo pubblicato mercoledì dal Foglio, Orsini aveva un contratto per sei ospitate, per un compenso di circa 2.000 euro a puntata.

«La direzione di Rai 3, d’intesa con l’amministratore delegato della Rai, ha ritenuto opportuno non dar seguito al contratto originato su iniziativa del programma Cartabianca che prevedeva un compenso per la presenza del professor Alessandro Orsini nella trasmissione» ha comunicato la Rai in una nota.

Orsini ha 46 anni ed è professore associato nel Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss, dove insegna sociologia e dirige l’Osservatorio sulla Sicurezza Internazionale. Scriveva sul Messaggero, ma qualche giorno fa è passato al Fatto Quotidiano.

Fino a poche settimane fa era di fatto sconosciuto, ma a partire da fine febbraio ha guadagnato una certa popolarità partecipando a varie trasmissioni televisive in cui ha espresso posizioni critiche nei confronti della NATO, che considera responsabile dell’escalation che ha portato all’invasione russa in Ucraina, sostenendo la necessità di riconoscere come russe il Donbass e le regioni occupate in queste settimane, riducendo le sanzioni economiche occidentali e accettando che «Putin ha già vinto».

In particolare, martedì sera a Cartabianca Orsini aveva detto che se il presidente russo Vladimir Putin dovesse trovarsi «in un condizione disperata in cui rischia di perdere la guerra in Ucraina, e dovesse usare la bomba atomica, l’Europa sarebbe moralmente corresponsabile».

Questo genere di argomentazioni ha attirato su Orsini molte critiche, tra cui negli ultimi giorni quelle di vari esponenti politici che avevano obiettato al fatto che fosse pagato dal servizio pubblico.

Andrea Romano del Partito Democratico ha definito «assolutamente inaccettabile che le risorse del servizio pubblico radiotelevisivo vengano utilizzate per finanziare i pifferai della propaganda di Putin», sostenendo che «non esiste né può esistere alcuna ‘par condicio’ tra aggredito e aggressore». Valeria Fedeli, senatrice del PD e membro della commissione Vigilanza Rai, aveva detto che la questione sarebbe stata approfondita, prima della decisione della Rai di non firmare il contratto.