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  • Mercoledì 23 marzo 2022

Il furto degli ori della statua di San Nicola, a Bari

Una persona ha rubato alcuni oggetti preziosi e reliquie del patrono della città, particolarmente importante per la Chiesa ortodossa

La teca con la statua di San Nicola (ANSA / EPA/YURI KOCHETKOV / PAL)
La teca con la statua di San Nicola (ANSA / EPA/YURI KOCHETKOV / PAL)

Nella notte tra lunedì e martedì una persona è entrata di nascosto nella basilica di San Nicola, a Bari, e ha rubato alcuni oggetti preziosi e reliquie che adornavano una statua del santo, il patrono della città e venerato anche dalla Chiesa ortodossa. La statua era protetta da una teca trasparente, che non è stata rotta ma solamente aperta. Sono stati rubati tutti gli oggetti che erano stati posti nelle mani della statua, oltre che tutto il contenuto di una cassetta con le offerte dei fedeli.

Gli oggetti rubati sono un anello in oro con pietre preziose, un libro liturgico con tre sfere d’argento, simbolo del santo, e un medaglione che conteneva una fiala con la cosiddetta “manna di San Nicola”, un liquido proveniente dalla tomba in cui sono custodite le reliquie e che è considerato sacro dai fedeli (ma che probabilmente è solo frutto dell’umidità). Non è stata rubata invece una croce che era stata donata dall’arcivescovo di Bari Mariano Magrassi, considerata l’oggetto di maggiore valore economico.

La polizia sta indagando. Secondo quanto detto dai frati domenicani a cui è affidata la custodia della basilica di Bari, le videocamere di sorveglianza avrebbero ripreso un uomo dall’aspetto giovane, con una mascherina e un cappuccio, che dopo aver divelto un’inferriata vicino alla torre campanaria avrebbe sfondato la porta d’ingresso in Largo Abate Elia. Dalle immagini sembra inoltre che l’uomo non indossasse guanti, cosa che potrebbe permettere agli investigatori di rintracciarlo grazie alle impronte digitali lasciate nella chiesa.

Il culto di San Nicola è fortemente sentito in città, motivo per cui il furto è stato molto commentato in questi giorni. Ma San Nicola è un santo molto importante anche per le Chiese ortodosse, in particolare in Russia. Pochi giorni fa, peraltro, sotto la statua del santo si era svolta una preghiera ecumenica tra cattolici e ortodossi a cui avevano partecipato esponenti della comunità russa e ucraina, per invocare la fine della guerra in Ucraina.

San Nicola era nato nel III secolo nella Licia, allora provincia dell’Impero romano d’Oriente e che si trova nell’attuale Turchia. Fu vescovo dell’arcidiocesi di Myra (sempre nella Licia), dove morì nel 343. Dopo la morte gli vennero attribuiti moltissimi miracoli e leggende, che ne fecero uno dei santi più venerati in tutta la cristianità, e il suo culto proseguì anche dopo lo scisma tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa.

Dopo la sua morte la città di Myra venne assediata dai musulmani, e nel mondo cristiano in molti si preoccuparono che le sue reliquie potessero essere distrutte. Così sessantadue marinai baresi organizzarono una spedizione a Myra e sottrassero alcune delle ossa del Santo, portandole a Bari il 9 maggio del 1087. Nel 1100 anche alcuni marinai veneziani organizzarono una spedizione a Myra, convinti che le vere reliquie del santo non fossero state portate a Bari. Trovarono alcune ossa più piccole, che portarono a Venezia e che oggi sono conservate nell’abbazia di San Nicolò del Lido.

San Nicola viene venerato dai fedeli cristiani come un santo benefattore e protettore, soprattutto dei bambini, tanto che la sua figura ha dato origine a quella di Babbo Natale (chiamato nei paesi anglofoni Santa Claus, che deriva da Sinterklaas, il nome olandese di San Nicola).

– Leggi anche: Babbo Natale è un turco