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  • Sabato 19 marzo 2022

Com’è andato il dialogo tra Cina e Stati Uniti sull’Ucraina

Joe Biden e Xi Jinping si sono parlati venerdì per quasi due ore, ma le posizioni sono rimaste molto lontane

(The White House via AP)
(The White House via AP)

Venerdì sera i presidenti di Stati Uniti e Cina, Joe Biden e Xi Jinping, hanno parlato al telefono per quasi due ore, discutendo della guerra in Ucraina, tra le altre cose. La telefonata tra i due, la prima dall’inizio dell’invasione russa, era piuttosto attesa, perché la Cina è al momento l’unica potenza mondiale capace di esercitare una certa influenza sul presidente russo Vladimir Putin.

Tuttavia, le speranze che la Cina possa intervenire per favorire una soluzione diplomatica del conflitto sono per ora bloccate: la telefonata tra Biden e Xi non ha prodotto risultati apprezzabili, e anzi ha mostrato come le posizioni tra Cina e Occidente siano ancora molto distanti sulla questione ucraina. Allo stato attuale, è molto difficile che la Cina si esponga e metta a rischio i propri rapporti con la Russia per porre fine alla guerra.

La differenza tra le posizioni si è vista in maniera piuttosto evidente nelle comunicazioni successive alla telefonata. La Casa Bianca ha pubblicato un comunicato quasi interamente dedicato alla guerra in Ucraina, in cui si dice che Biden «ha descritto le implicazioni e le conseguenze se la Cina fornirà sostegno materiale alla Russia mentre conduce attacchi brutali contro le città e i civili ucraini». Da diversi giorni l’intelligence americana sostiene che la Cina potrebbe decidere di fornire alla Russia aiuti finanziari e perfino militari.

La versione cinese della telefonata, invece, è molto differente: sull’agenzia di stampa Xinhua si parla di una conversazione «franca», in cui la questione dell’Ucraina è soltanto uno dei tanti punti in agenda. Per gran parte del comunicato si parla di Taiwan, e quando poi arriva all’Ucraina il comunicato riporta soprattutto frasi di circostanza, senza mai descrivere quello che sta avvenendo nel paese come «guerra» o «invasione», in linea con la propaganda russa.