Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, non rinuncerà alla prescrizione per il reato di omicidio colposo nel secondo processo d’appello per la strage di Viareggio

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Il 7 marzo, nella prima udienza del secondo processo d’appello per la strage di Viareggio del 2009, in cui morirono 33 persone, l’ex amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti ha annunciato che non rinuncerà alla prescrizione per il reato di omicidio colposo.

Nel corso del primo processo di appello, nel 2019, Moretti aveva rinunciato a usufruire della prescrizione per lesioni colpose e incendio colposo, ed era stato condannato a 7 anni di carcere sia per quei reati che per omicidio plurimo colposo. A gennaio del 2021 la Cassazione aveva però annullato la condanna e ordinato che si svolgesse un nuovo processo di appello per disastro ferroviario colposo.

La Cassazione infatti non aveva riconosciuto l’aggravante di violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, facendo scattare la prescrizione anche per le accuse di omicidio colposo per tutti gli imputati. Aveva però deciso che per Moretti non potesse essere dichiarata automaticamente l’estinzione del reato di omicidio colposo, e che nel nuovo processo d’appello dovesse chiarire la sua volontà di non usufruire della prescrizione.

Non rinunciando alla prescrizione, per Moretti cade l’accusa di omicidio colposo plurimo, mentre rimane quella di disastro colposo. Oltre a Moretti a processo ci sono altri 15 imputati tra cui gli ex dirigenti di Ferrovie dello Stato Michele Mario Elia, Vincenzo Soprano e Mario Castaldo.

La strage di Viareggio avvenne la sera del 29 giugno 2009, quando un treno merci deragliò poco dopo aver superato la stazione di Viareggio, in Toscana. Trasportava GPL — gas di petrolio liquefatto — che fuoriuscì da uno dei carri cisterna del treno causando un incendio e l’esplosione di tre palazzine adiacenti alla stazione. Tra le cause individuate per l’incidente, c’era il cedimento di un asse del vagone uscito dai binari. Ci furono 33 morti: 11 persone morirono subito per le ustioni o per il crollo degli edifici, altre 20 morirono in ospedale nelle settimane e nei mesi successivi mentre 2 anziani, Angela Monelli e Italo Ferrari, morirono di infarto, probabilmente a causa dello spavento dovuto all’esplosione.

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