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  • Lunedì 7 marzo 2022

La storia dietro la foto della famiglia uccisa a Irpin

Mostra una donna, un uomo e i due figli a terra, colpiti dall'artiglieria russa mentre cercavano di scappare dalla città

Lunedì sulla prima pagina del New York Times e su molti altri giornali sia italiani che internazionali come Repubblica, la Stampa e El País è stata pubblicata una serie di foto che mostrano una famiglia ucraina uccisa da un colpo di artiglieria a Irpin, vicino a Kiev. La più presente sui giornali, nonché la più cruenta della serie, è stata scattata dalla nota fotogiornalista statunitense Lynsey Addario. Mostra quattro persone – un uomo, una donna e due bambini – a terra, con ancora addosso zaini e bagagli e in mano alcune valigie: la madre e i due bambini appena uccisi da un bombardamento russo, l’uomo sanguinante ma ancora vivo, con alcuni soldati che cercano di rianimarlo.

 

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Come altre centinaia di profughi ucraini, le quattro persone ritratte nella foto avevano appena provato ad attraversare a piedi il fiume Irpin, che divide l’omonima città da Kiev: il bombardamento russo li ha colpiti poco dopo l’attraversamento, mentre cercavano di raggiungere la capitale.

Irpin è una città di circa 60mila abitanti a ovest di Kiev. Ormai da giorni viene bombardata dall’esercito russo, cosa che ha costretto migliaia di persone a fuggire dalla città. Per andarsene bisogna attraversare il fiume: ma il ponte che serve a farlo, come molti altri, è stato distrutto dai soldati ucraini nei giorni scorsi, per rallentare l’avanzata dei russi verso Kiev. Chi prova a lasciare Irpin deve quindi farsi strada tra le macerie, con molte difficoltà: in questi giorni sono circolate varie foto che mostravano soldati o combattenti ucraini che assistevano le persone, tra cui anche anziani, ad attraversare le macerie di alcuni ponti.

Domenica mattina le autorità locali avevano detto che la via per uscire da Irpin era troppo pericolosa e avevano consigliato ai cittadini di non andarsene fino a quando non fosse stato concordato un nuovo cessate il fuoco. Ma molte persone avevano tentato ugualmente la fuga, correndo a gruppi per cercare di sfuggire ai colpi dell’esercito russo. L’esercito russo, comunque, non ha fermato i propri bombardamenti, «o mirando di proposito al percorso di evacuazione, o trascurando il rischio di vittime civili», ha scritto il New York Times, la cui troupe era presente e ha filmato e fotografato il tutto.

Secondo le loro ricostruzioni la famiglia fotografata domenica da Addario era riuscita ad attraversare il ponte ed è stata colpita da un bombardamento mentre camminava sulla strada verso Kiev. Nel video pubblicato dal New York Times si vede il momento esatto dello scoppio del colpo dell’artiglieria, forse un mortaio, a qualche metro dalla famiglia. Subito dopo lo scoppio si vedono civili scappare, mentre altri gridano chiamando l’aiuto di personale medico, in sottofondo si sente anche un cane abbaiare. Oltre alle quattro persone della famiglia, nell’esplosione è morto anche un altro uomo, probabilmente un amico di famiglia che li stava aiutando a scappare.

Un’altra foto circolata molto e ripresa da vari giornali mostra decine di ucraini, verosimilmente in attesa di scappare dalla città come la famiglia uccisa, mentre si nascondono sotto il ponte per evitare di essere colpiti dai russi.