A Forte dei Marmi temono che non sentiranno più parlare russo per strada

Da vent'anni la località della Versilia è colonizzata da centinaia di ricchissimi turisti russi, che per un po' non si faranno vedere

La spiaggia privata della Datcha a Forte dei Marmi
La spiaggia privata della Datcha a Forte dei Marmi

L’8 febbraio gli imprenditori del turismo e i commercianti di Forte dei Marmi, la nota località di mare toscana, avevano tirato un sospiro di sollievo: un provvedimento approvato dal consiglio dei Ministri autorizzava l’arrivo in Italia di stranieri con certificati di guarigione o vaccinali da più di sei mesi, compresi quelli ottenuti con Sputnik, il vaccino russo. Significava che le decine di migliaia di russi che ogni anno, prima della pandemia, arrivavano in città sarebbero potuti tornare.

La speranza di una ripresa del turismo russo è durata poco. L’invasione dell’esercito russo in Ucraina ha tantissime conseguenze, dalle più drammatiche ed evidenti a quelle più secondarie e lontane: tra queste ultime ci sono quelle che subirà Forte dei Marmi e più in generale la Versilia, la zona costiera in provincia di Lucca in cui il turismo russo, ma anche quello ucraino, sono fondamentali.

Da almeno vent’anni tantissimi bigspender (così vengono chiamati nel settore i turisti più ricchi) hanno scelto la località, un tempo luogo di villeggiatura privilegiato della borghesia milanese, come meta delle vacanze. Hanno comprato case, alberghi, attività, stabilimenti balneari. Per la Pasqua ortodossa, che quest’anno sarà il 24 aprile, alberghi e agenzie immobiliari speravano nel tutto esaurito, ma l’afflusso con ogni probabilità sarà drasticamente ridotto per via delle tante e ramificate sanzioni economiche imposte dall’Unione Europea alla Russia. Attualmente, per esempio, i voli che partono dalla Russia non possono atterrare nei paesi membri. Più banalmente, le limitazioni agli istituti bancari russi poi hanno bloccato le funzionalità di molte carte di credito.

Secondo Assoturismo-Confesercenti non sarà però solo la Versilia a soffrire: la guerra mette a rischio 1,7 milioni di arrivi dalla Russia per 5,8 milioni di presenze: «Solo per la Pasqua ortodossa solitamente si generano 175mila pernottamenti e quasi 20 milioni di euro di ricavi», ha spiegato l’associazione di settore. Presenze che quasi sicuramente nel 2022 non ci saranno.

Quale sia l’importanza della presenza russa in Versilia lo spiega Giovanni Magrini, titolare di Versilia Drive, agenzia che noleggia auto con autista e che spiega di avere una larga parte di clienti russi e soprattutto accordi con alberghi la cui clientela è almeno per metà russa. Sono clienti con grandi possibilità economiche. «In centro, al Forte», dice Magrini, «c’è una villa chiamata “La Datcha“: costa oltre 100mila euro a settimana, viene affittata per intero, ogni ospite ha a disposizione due camerieri. Affittano anche le nostre auto, senza usarle, le tengono lì, ferme». Per Magrini, qualcuno di loro arriverà comunque: «Dicono che i più ricchi in qualche modo verranno in Versilia lo stesso, ovviamente non utilizzando aerei russi».

Luigi Casentini, giornalista di NoiTv, testata di Lucca, spiega che «oltre il 50 per cento del turismo a Forte dei Marmi è extracomunitario, e di questo il 70 per cento è composto da cittadini russi e ucraini. Sono loro ad affittare le ville a 30mila euro a settimana. Quest’anno probabilmente resteranno vuote». A Forte dei Marmi i siti delle agenzie immobiliari, non a caso, traducono gli annunci oltre che in inglese anche in russo.

La Datcha, ex Hotel Nettuno ed ex Bagno Minerva, fu inaugurata nel 2018 da Oleg Tinkov, imprenditore russo da anni nelle classifiche dei più ricchi del suo paese: è un albergo di lusso che può essere prenotato solo per intero, e che prende il nome dalle tipiche ville di campagna russe. Tinkov, che è un ex ciclista professionista, è sempre stato indicato come molto vicino al presidente russo Vladimir Putin ma si è apertamente schierato contro la guerra. Ha scritto, nel suo profilo Instagram: «Ora, in Ucraina, persone innocenti muoiono ogni giorno, questo è impensabile e inaccettabile! Gli Stati dovrebbero spendere soldi per curare le persone, per la ricerca per sconfiggere il cancro e non per la guerra. Siamo contro questa guerra».

Ogni commerciante, bagnino, ristoratore di Forte dei Marmi ha il suo aneddoto, sempre piuttosto stereotipato, su un cliente russo: da quello che ha lasciato 2mila euro di mancia per un solo cameriere in un ristorante a quello che pur di dare lo scooter al figlio, visto che quelli a noleggio erano finiti, era disposto a comprarlo sul momento per una settimana di vacanza.

«È da fine anni Novanta che il turismo dell’est è molto importante», dice Roberto Santini, titolare dei Bagni Piero di Forte dei Marmi, «e certo una ricaduta economica ci sarà ma in questo momento è l’ultimo dei miei pensieri: c’è gente che sta morendo, sinceramente non riesco a pensare a chi ci sarà in spiaggia quest’estate». I Bagni Piero comunque sono tra quelli che hanno una percentuale minore di clienti russi. Altri, come il Bagno Paradiso al Mare, hanno invece un forte rappresentanza di clienti dell’est Europa: «Sono russi ma anche ucraini» dice il titolare, Guido Paolacci, «e sono qui anche in questo momento, nelle loro ville. Abbiamo un ristorante, aperto tutto l’anno, e continuano a esserci clienti russi e ucraini. Sono molto preoccupati, certo non c’è una grande allegria». Il Bagno Paradiso al Mare è spesso stato oggetto di offerte d’acquisto da parte di magnati russi.

Il flusso iniziò a fine anni Novanta. Tra i primi ad arrivare a Forte dei Marmi in vacanza furono il regista Andrej Končalovskij, che divenne una presenza fissa d’estate, e l’ex governatore di Mosca Boris Gromov. Col tempo, le influenti famiglie russe si sovrapposero alle storiche famiglie della borghesia milanese, come i Moratti, che a Forte dei Marmi hanno casa da sempre. La presenza divenne così imponente che il New York Times definì Forte dei Marmi «il parco giochi dei russi».

Riuscire a stabilire quante siano le ville di proprietà di russi o ucraini è praticamente impossibile. Diceva nel 2014 all’Huffington Post Paolo Corchia, proprietario dell’Hotel President ed ex presidente di Federalberghi Toscana: «spesso a gestire le vendite sono società prestanome di questi ricchi russi. Un vero e proprio censimento, dunque, non c’è, ma basta farsi un giro per le strade di Forte per sentire parlare russo quasi a ogni angolo, come accadeva per il tedesco un po’ di anni fa».

A comprare una villa a Forte dei Marmi per 3,8 milioni di euro, nella frazione di Vittoria Apuana, fu una quindicina di anni fa anche l’attuale presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che la acquistò tramite una società cipriota intestata a lui e alla moglie. Diventato nel frattempo eroe nazionale e ammirato e celebrato da tutti i leader occidentali, a quel tempo Zelensky era un celebre e assai pagato attore e comico televisivo. Solo pochi sostengono di aver visto Zelensky nella zona: è probabile che abbia utilizzato la villa prevalentemente come investimento.

Alcune stime approssimative sono state comunque fatte: sarebbero 500 le famiglie, tra russe e ucraine, che frequentano oppure vivono stabilmente in Versilia. Hanno comprato, spesso pagandole anche più del valore di mercato, ville a Forte dei Marmi, Camaiore e Massarosa. Hanno anche creato un’associazione, Russkaya Versilia, gestita dall’artista Dimitri Kuzmin che ha in progetto, proprio a Forte dei Marmi, l’edificazione di una chiesa ortodossa.

«Quello che a Forte dei Marmi in molti si stanno chiedendo», dice ancora Luigi Casentini, «è se per esempio gli otto alberghi di proprietà russa apriranno per la stagione. In ballo ci sono anche molti posti di lavoro per gli stagionali: non sono grandi numeri, ma comunque importanti per la zona».

Tra i primi alberghi a essere acquistati e ristrutturati da imprenditori russi ci fu il Principe, per cui Vladimir Yevtushenkov investì circa 30 milioni di euro. Yevtushenkov è stato, secondo l’agenzia di stampa russa Tass, uno dei 13 oligarchi che, pochi giorni prima dello scoppio della guerra, avevano partecipato all’ incontro al Cremlino in cui Putin annunciò le sue intenzioni. Secondo Forbes, Yevtushenkov ha un patrimonio personale di 9 miliardi di dollari.

Un altro storico albergo di Forte dei Marmi, il Tirreno, è stato trasformato da tre stelle a hotel di lusso dopo l’acquisto e la ristrutturazione concluse da Vitaly Bezrrodnykh, che fino a poche settimane fa sembrava essere in trattative avanzate per l’acquisto di uno stabilimento balneare, il Bagno Royal. Una società controllata da Sergey Kolesnikov ha acquistato a Viareggio il bagno Paradiso sulla Passeggiata: lui non è affatto amico di Putin, non mette piede in Russia dal 2010 dopo aver definito pubblicamente «corrotto» il presidente russo. Ancora a Forte dei Marmi sono ferme le proposte per l’acquisto da parte di compratori russi dei bagni Alcione e Mirabeu: il progetto sarebbe quello di unirli e farne un’unica struttura di super lusso.

Una ricaduta certa si avrà prossimamente sulla compravendita e sull’affitto (almeno 30mila euro al mese) di ville di lusso. Davide Turrini, socio di Luxury Villa Italy, dice che «abbiamo una grande percentuale di clienti russi e ucraini e siamo molto preoccupati. Quelli inseriti nella black list saranno bloccati nelle loro attività. Resta da capire come riusciranno a comportarsi i russi, con larghe disponibilità economiche ma che oligarchi non sono. Potranno ancora venire ad affittare ville in Versilia? E se vorranno comprarle, come faranno a trasferire i soldi?».