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  • Giovedì 3 marzo 2022

Per le persone che non sono bianche è più difficile fuggire dall’Ucraina

Diversi profughi africani, mediorientali e indiani raccontano di essere stati discriminati e in alcuni casi picchiati dalle guardie di frontiera

Profughi africani nella stazione ferroviaria di Leopoli (AP Photo/Bernat Armangue)
Profughi africani nella stazione ferroviaria di Leopoli (AP Photo/Bernat Armangue)

Giovedì Filippo Grandi, Alto commissario ONU per i rifugiati, ha scritto che le persone fuggite dall’Ucraina dall’inizio dell’invasione russa sono ormai un milione. Sono per la grandissima parte cittadini ucraini, ma ci sono anche persone straniere che al momento dell’entrata dell’esercito russo si trovavano lì per motivi di lavoro o di studio.

Tra queste ce ne sono molte provenienti da paesi africani, che però stanno avendo grosse difficoltà a lasciare il paese. Secondo i racconti fatti da alcune di loro, le guardie di frontiera che presidiano i confini dell’Ucraina, in particolare quello con la Polonia dove moltissimi stanno cercando di scappare, starebbero impedendo loro di fuggire, privilegiando invece le persone bianche.

Chineye Mbagwu, una dottoressa nigeriana di 24 anni che viveva nella città di Ivano-Frankivs’k, nell’Ucraina occidentale, a circa 160 km dal confine polacco, ha raccontato al New York Times di aver trascorso più di due giorni bloccata alla frontiera, nei pressi di Medyka, una piccola città polacca verso cui in questi giorni si sta dirigendo la maggior parte dei profughi. Mbagwu ha detto che le guardie di frontiera stanno lasciando passare gli ucraini ma bloccano gli stranieri, in alcuni casi picchiandoli con bastoni, prendendoli a schiaffi e spingendoli in fondo alle file di persone in attesa di passare il confine.

Secondo Mbagwu, le guardie ucraine starebbero respingendo soprattutto persone africane, mediorientali o indiane, e la sua testimonianza è stata confermata anche da altri profughi non ucraini. Ahmed Habboubi, studente di medicina franco-tunisino di 22 anni, ha detto che a tutti i cittadini stranieri è stato detto di andare a un cancello alla frontiera di Medyka, dove sono state fatte passare solo quattro persone ogni due ore.

Ai cittadini ucraini è stato detto invece di andare a un altro valico, dove sono stati lasciati passare liberamente. Habboubi ha detto di essere stato picchiato ripetutamente dalle guardie di frontiera ucraine, tanto che quando è finalmente riuscito ad entrare in Polonia le autorità polacche lo hanno dovuto portare direttamente in ospedale. «Era il caos assoluto. Siamo stati trattati come animali. E ci sono ancora migliaia di persone bloccate lì», ha detto al New York Times.

Testimonianze di questo tipo sono state raccontate da diverse persone anche sui social network, attraverso video e foto che hanno mostrato le violenze delle autorità ucraine. In un video molto circolato nei giorni scorsi si vedono per esempio alcuni poliziotti nella stazione di Leopoli impedire alle persone non bianche di prendere un treno per raggiungere il confine con la Polonia.

Rachel Onyegbule, studentessa nigeriana di Medicina a Leopoli, ha raccontato a CNN che mentre si trovava nella città di Shehyni, al confine con la Polonia, arrivavano decine di autobus per trasportare i cittadini ucraini oltre la frontiera, ma a lei e ad altri profughi stranieri non è stato permesso di salire.

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Anche Saakshi Ijantkar, studentessa indiana di Medicina in Ucraina, ha raccontato un’esperienza simile. Le guardie di frontiera, in base al suo racconto, avrebbero consentito a 30 indiani di passare il confine solo dopo che 500 ucraini erano già passati. Ha detto anche che per superare il confine bisogna passare per due checkpoint, che distano circa 5 km. Gli ucraini, secondo il suo racconto, verrebbero trasportati in quel tragitto su taxi e autobus, mentre le persone di tutte le altre nazionalità vengono fatte camminare. Anche lei ha raccontato di episodi di violenza: dopo lunghe attese le guardie di frontiera avrebbero infatti fatto passare solo le donne, mentre i profughi maschi che cercavano di fuggire sarebbero stati picchiati senza motivo.

Il viceministro dell’Interno ucraino, Anton Herashenko, ha respinto tutte queste accuse e ha detto che semplicemente si sta cercando di far partire prima donne e bambini, e che quindi gli uomini stranieri devono aspettare, come anche gli uomini ucraini.

Anche Andriy Demchenko, portavoce del servizio che gestisce i controlli alle frontiere ucraine, ha respinto le accuse di razzismo e violenze nei confronti dei profughi stranieri ai confini. A proposito delle lunghe file di profughi che si stanno creando ai confini, ha detto a CNN che riguardano tutti, ucraini e non, a causa dell’enorme aumento del numero di persone che cercano di lasciare l’Ucraina in questi giorni, e che «non c’è assolutamente alcuna divisione per nazione, cittadinanza o classe».

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