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  • Martedì 1 marzo 2022

I giornali che ricevono contributi pubblici (seconda rata del 2020)

Il governo ha pubblicato la lista definitiva: le testate che ne hanno diritto – correttamente o meno – sono più o meno sempre le stesse, con una novità

(Ansa/Mourad Balti Touati)
(Ansa/Mourad Balti Touati)

Il Dipartimento per l’informazione e per l’editoria del governo italiano ha pubblicato l’elenco dei giornali a cui è stato riconosciuto per il 2020 il diritto al “contributo pubblico diretto”: cioè alla quota di finanziamento pubblico che la legge prevede per i giornali che si dichiarino pubblicati da cooperative di giornalisti o da società senza fini di lucro, o siano espressione di minoranze linguistiche (non sono gli unici criteri, gli altri sono indicati più avanti).

In base alle regole di legge il contributo viene inviato in due tranche successive (ma in alcuni casi, più rari, anche in un’unica soluzione a fine anno): quella che viene pagata ora è la seconda del 2020 e completa la prima parte del contributo che era stata pagata a giugno del 2021. In generale i dati sono abbastanza simili a quelli del 2019, anche se tra i giornali che ricevono i contributi maggiori si nota l’ingresso della Gazzetta del Sud, giornale della Calabria e della provincia di Messina (dove ha sede), il cui editore possiede dal 2017 anche Il giornale di Sicilia (quotidiano di Palermo, che invece non riceve contributi pubblici). Lo scorso anno la Gazzetta del Sud non era tra i giornali che avevano ricevuto il contributo, e a giugno non era tra gli assegnatari della prima tranche di quest’anno.

Queste sono le prime quindici testate per contributo totale assegnato.

Dolomiten 6.176.996,03 euro
Famiglia cristiana 6.000.000 euro
Libero quotidiano 5.467.110,28 euro
Avvenire 5.422.492,61 euro
Italia oggi 4.062.533,95 euro
Gazzetta del Sud 3.737.236,04 euro
Il quotidiano del Sud 3.696.160,87 euro
Il manifesto 3.105.166,35 euro
Corriere Romagna 2.218.356,97 euro
Cronacaqui.it 2.207.300,07 euro
Il Foglio 1.866.457,98 euro
Primorski dnevnik 1.666.668,08 euro
Editoriale Oggi 1.629.932,66 euro
Il Cittadino 1.424.098,80 euro
Cronache di (Libra editrice) 1.259.956,77 euro

Dolomiten è un quotidiano in lingua tedesca della provincia autonoma di Bolzano, così come Neue Südtiroler Tageszeitung, mentre Primorsky Dnevnik è un quotidiano della minoranza slovena pubblicato a Trieste. I contributi sono attribuiti in base a una serie di calcoli che tengono conto dei costi sostenuti dal giornale e della sua diffusione, calcoli che favoriscono i gruppi di medie dimensioni, che hanno costi e diffusioni rilevanti.

– Leggi anche: Come mai Avvenire “va bene”

Della legge sui contributi non beneficiano i maggiori quotidiani nazionali, come Repubblica, Corriere della Sera e Sole 24 Ore, che non ricevono aiuti pubblici diretti. Ne approfittano invece alcuni quotidiani che compaiono tra quelli con maggiore diffusione, fra cui Avvenire e Libero. Tutti i giornali che si pubblicano in versione cartacea usufruiscono invece di alcuni sostegni indiretti alla stampa, per esempio gli sconti sull’acquisto della carta, ma si tratta di voci non particolarmente rilevanti per i loro bilanci, a differenza di quanto avviene per i giornali che ricevono le grosse quote di contributi diretti citate sopra, da cui sono fortemente dipendenti.

Il finanziamento diretto all’editoria ha uno scopo preciso e limitato: sostenere il pluralismo dell’informazione aiutando in particolare le piccole testate locali, quelle delle minoranze linguistiche e quelle indipendenti, come in teoria dovrebbero essere quelle edite da cooperative di giornalisti: la forma cooperativa è però usata strumentalmente da diverse delle testate che ricevono più contributi (Libero, Italia Oggi, il Foglio, per esempio) malgrado nei fatti quei giornali abbiano editori privati al pari dei quotidiani che non accedono ai contributi. Nella maggior parte dei casi questo “aggiramento” delle regole è ottenuto attribuendo a una cooperativa la proprietà della “testata” del giornale, mentre è una società commerciale a possederlo di fatto. Un commento esteso ad alcune scelte sui contributi si trova sul sito specializzato Datamediahub:

Ben più del “Quotidiano del Sud” riceve “Libero”.  Il quotidiano, passato di recente sotto la direzione di Sallusti, nel 2020 ha ricevuto la bellezza, si fa per dire, di quasi 5,5 milioni di euro. Questo nonostante che, come noto, sia tutto fuorchè una cooperativa di giornalisti ed è di proprietà della famiglia Angelucci, che controlla la finanziaria Tosinvest che ha in portfolio anche altre testate.

Che lo stato finanzi un quotidiano che non solo ottiene contributi sfruttando le pieghe della legge, ma il cui fondatore, Vittorio Feltri, si sottrae alla più basica deontologia professionale, non è certamente un aspetto trascurabile. Come scrive lui stesso, «furto e furbo sono compari inseparabili».

Dopo “Libero” troviamo “ItaliaOggi” con più di 4 milioni di euro ricevuti nel 2020. Nonostante abbia ricevuto tale sostanzioso importo ha chiuso il 2020 con una perdita di 3,5 milioni di euro.

Anche in questo caso si tratta di un altro quotidiano molto border line, diciamo, in quanto ad effettiva titolarità a ricevere contributi diretti visto che di fatto rientra nel portfolio delle testate di Class Editori, società quotata in borsa, che ne ha rilevato la proprietà ad agosto del 1991 […].

Un tempo i finanziamenti sostenevano anche i giornali di partito, ma quest’aspetto della legge è stato soppresso. In tutto sette tipologie differenti di periodici e quotidiani hanno diritto ai finanziamenti.

  1. Cooperative giornalistiche che editano quotidiani e periodici;
  2. Imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti senza fini di lucro;
  3. Enti senza fini di lucro ovvero imprese editrici di quotidiani e periodici il cui capitale è interamente detenuto da tali enti;
  4. Imprese editrici che editano quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche;
  5. Imprese editrici, enti ed associazioni che editano periodici per non vedenti e ipovedenti;
  6. Associazioni dei consumatori che editano periodici in materia di tutela del consumatore, iscritte nell’elenco istituito dal Codice del consumo;
  7. Imprese editrici di quotidiani e di periodici italiani editi e diffusi all’estero o editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero.

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