Come il documentario può diventare ambientalista

Francesca Michielin spiega i comportamenti per tutelare l’ambiente senza essere integralisti

(Sky Italia)
(Sky Italia)

Quando parliamo di generi letterari, televisivi, cinematografici e così via, spesso ci dimentichiamo che la prima distinzione che attuiamo approcciandoci a un testo è tra storia di finzione e storia reale. Questa distinzione, che comporta aspettative diverse nel lettore e nello spettatore, non sempre è però così netta. Ci sono infatti opere di finzione che rielaborano, attraverso tecniche narrative, eventi realmente accaduti. Inoltre non esistono opere che raccontino davvero la realtà “così com’è”, ma sono sempre una sua trasposizione legata al tipo di medium, allo stile visivo e narrativo e al punto di vista utilizzati.

Ad esempio la tv, prima dell’avvento di internet, è riuscita grazie alla diretta ad accrescere il nostro senso di partecipazione alla realtà e addirittura alla Storia, basti pensare ai grandi eventi, dal matrimonio di Carlo e Diana all’11 settembre. Allo stesso tempo però il piccolo schermo ha reso negli anni sempre più difficile una netta distinzione tra fiction e realtà, grazie a una forte ibridazione dei generi, come accade nei reality show, che mescolano il gioco, la soap opera e la diretta costante.

In questo contesto, si può parlare di un particolare sottogenere, con una lunga storia alle spalle, capace di raccontare il reale, cioè il documentario. Anche in questi prodotti il punto di vista dell’autore esiste, persino quando cerca di essere il più neutrale possibile. Sul risultato finale poi influisce anche lo stile visivo adottato, senza dimenticare che la ricerca di un’immagine “realistica” è pur sempre frutto di alcune convenzioni.

Possono esistere diverse tipologie di documentari, a seconda del tema scelto: possono essere dedicati alla scienza, alla cultura, alla Storia, all’arte, alla natura. Proprio quest’ultimo tema è molto presente sul piccolo schermo: fin dai suoi esordi, soprattutto in ambito anglosassone, la tv ha unito la sua propensione pedagogica alla possibilità di mostrare al pubblico animali, piante e habitat spesso di paesi lontani e incontaminati.

Il documentario è quindi una costante nella programmazione televisiva, che può adesso contaminarsi con altre tematiche, ad esempio quelle legate alla sostenibilità. È il caso di Effetto Terra. Guida pratica per terrestri consapevoli, docuserie con protagonista la cantautrice Francesca Michielin che potremmo definire “ambientalista”, in onda dal 6 marzo su Sky Nature, il nuovo canale Sky dedicato all’esplorazione della natura. Alla serie è dedicata anche la quarta puntata del podcast creato da 24Ore System per Sky dal titolo Ed è solo l’inizio, condotto da Andrea Delogu, che è possibile ascoltare qui. Dopo il teen drama, il supernatural e il prison drama, la quarta puntata racconta dunque il documentario, e ha come ospite proprio Michielin.

Da intervistatrice, Michielin si confronta con ricercatrici scientifiche e content creator specializzate in temi ambientali, cercando di individuare i comportamenti quotidiani che aiutano a tutelare l’ambiente. Il documentario diventa così anche una sorta di tutorial, una “guida pratica”, come esplicita il sottotitolo della serie, riprendendo una certa vena didattica già presente in questo genere di racconto. Nelle puntate di Effetto Terra, Michielin affronta temi quali l’energia da fonti rinnovabili, l’inquinamento atmosferico e quello da materie plastiche, e infine le soluzioni per rendere più sostenibili settori quali la moda, il cibo, i cosmetici e i detersivi. 

Michielin racconta che quando ha iniziato a lavorare per questo programma credeva di dover diventare «molto bacchettona», poi ha capito che la scelta migliore è quella più vicina a noi. Se vogliamo che una nostra azione sia utile per il pianeta, deve diventare un’abitudine. Non bisogna fare delle cose mastodontiche, bastano anche piccole azioni. Piano piano la rivoluzione inizia. Il resto del dialogo con Delogu potete ascoltarlo qui, insieme alle altre puntate.

Ed è solo l’inizio è un podcast in quattro puntate. La prima è dedicata al genere teen drama e alla serie Euphoria, con ospite la modella, influencer e attivista Giorgia Soleri; la seconda puntata a un sottogenere del fantastico, il supernatural, e alla serie italiana Christian, con ospiti il regista e produttore creativo Stefano Lodovichi e l’attore Claudio Santamaria; la terza puntata alla serie Il Re, con Luca Zingaretti, ospite di Delogu.