Circa cinque settimane dopo la potente eruzione e lo tsunami, a Tonga è stato ripristinato il servizio Internet

L'isola di Atata, a Tonga, dopo l'eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai e il conseguente tsunami di metà gennaio (POIS Christopher Szumlanski/ Australian Defence Force via AP)
L'isola di Atata, a Tonga, dopo l'eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai e il conseguente tsunami di metà gennaio (POIS Christopher Szumlanski/ Australian Defence Force via AP)

È stato riparato l’unico cavo in fibra ottica che garantiva il collegamento a Internet a Tonga, l’arcipelago dell’oceano Pacifico che a metà gennaio era stato gravemente colpito dall’eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai e dallo tsunami che aveva generato. Subito dopo gli eventi, l’arcipelago era rimasto praticamente senza comunicazioni e i suoi abitanti erano riusciti a comunicare con l’estero grazie ad alcuni telefoni satellitari, per lo più messi a disposizione dalle ambasciate. L’assenza di comunicazioni aveva complicato le attività di soccorso e fatto temere una possibile crisi umanitaria: nel giro di alcuni giorni erano cominciati i lavori per ripristinare la rete cellulare, per lo meno per le telefonate e l’invio degli SMS.

Martedì pomeriggio le aziende di telecomunicazioni Tonga Cable e Digicel hanno confermato che il cavo sottomarino lungo oltre 800 chilometri che mette in comunicazione lo stato insulare con le Fiji è stato riparato e che il servizio Internet è stato ripristinato nelle isole principali. Sono invece ancora in corso i lavori per riparare altri cavi che assicurano le telecomunicazioni nelle isole più remote dell’arcipelago.

Gli eventi di metà gennaio avevano provocato la morte di tre persone, distrutto centinaia di edifici e fatto rimanere senza casa migliaia di persone. Nel giro di poche ore, tra sabato 15 e domenica 16 gennaio, il vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai aveva prodotto un’alta colonna di fumo, una quantità gigantesca di fulmini e infine un’eruzione la cui onda d’urto aveva viaggiato per migliaia di chilometri, provocando maremoti. Le onde più grandi avevano causato danni lungo le coste dell’arcipelago di Tonga, mentre altre più piccole erano state rilevate a migliaia di chilometri di distanza, nel Nordamerica e nel Sudamerica.

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