L’Australia ha inserito i koala tra le specie a rischio

Nel giro di dieci anni la popolazione è calata notevolmente: c'entrano il cambiamento climatico e la drastica riduzione dell'habitat

(Mark Evans/ Getty Images)
(Mark Evans/ Getty Images)

Il governo australiano ha inserito i koala nella lista delle specie a rischio di estinzione nello stato del Queensland, nel Nuovo Galles del Sud e nell’Australian Capital Territory (ACT), il territorio federale dove si trova la capitale Canberra, vale a dire la gran parte del loro habitat naturale. I koala, i piccoli mammiferi marsupiali che sono tra gli animali più iconici dell’Australia, sono passati nel giro di dieci anni da animali considerati “non a rischio” a specie “vulnerabile”, fino alla categoria in cui sono appena stati inseriti, quella degli esseri viventi “in pericolo”: negli ultimi anni la loro popolazione è notevolmente calata in particolare a causa della perdita dell’habitat, e si stima che senza interventi urgenti potrà scomparire del tutto entro i prossimi decenni.

Da venerdì i koala fanno parte delle specie “a rischio” di estinzione (“endangered”) in base ai parametri fissati dall’Environment Protection and Biodiversity Conservation Act del 1999, il principale riferimento legislativo per la protezione dell’ambiente e degli animali selvatici in Australia. La decisione arriva solo dieci anni dopo che i koala erano stati inseriti nella lista delle specie “vulnerabili”, nel maggio del 2012.

La ministra dell’Ambiente australiana Sussan Ley ha detto che la decisione è stata presa per via del rapido calo della popolazione dei koala dovuta perlopiù al cambiamento climatico, alle malattie e al disboscamento compiuto per realizzare nuove infrastrutture, con la conseguente perdita di habitat naturale degli animali, ma non solo.

Le aree in cui vivono i koala in una mappa tratta dal sito dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), l’ente internazionale che valuta quali siano le specie animali e vegetali che rischiano l’estinzione e quanto ci siano vicine. Per l’IUCN al momento i koala sono animali “vulnerabili”

Negli ultimi due decenni la popolazione dei koala è stata minacciata dai lunghi periodi di siccità e dai grossi incendi estivi legati al cambiamento climatico, in particolare quelli dell’estate tra il 2019 e il 2020, che per l’estensione e la gravità dei fenomeni è conosciuta come “Black Summer”. Il calo di popolazione peggiore sembra essere quello registrato nel Nuovo Galles del Sud, anche perché dal 2016, quando il governo locale aveva indebolito le leggi per la conservazione della vegetazione, il disboscamento è aumentato di 13 volte, scrive WWF Australia. Si stima che soltanto nel Nuovo Galles del Sud i gravi incendi della “Black Summer” abbiano ucciso fino a 5mila koala e distrutto un quarto dell’habitat della fauna selvatica.

Secondo un’analisi congiunta dell’International Fund for Animal Welfare, di WWF Australia e dell’associazione ambientalista e animalista Humane Society International (HSI), nel 2020 la popolazione dei koala nel Queensland era calata del 50 per cento rispetto al 2001, e nello stesso periodo nel Nuovo Galles del Sud era diminuita del 62 per cento.

In tutti questi anni il governo australiano è stato accusato di non aver fatto abbastanza per tutelare la salute dei koala, tanto che secondo vari scienziati e attivisti la loro popolazione rischia di estinguersi completamente entro il 2050.

La ministra Ley ha detto che il nuovo status di specie “a rischio” significa che la conservazione dei koala dovrà essere trattata con grande priorità. Ley ha ordinato un’indagine approfondita per mappare in maniera dettagliata le popolazioni di koala selvatici e avere un’idea più precisa di dove ci siano focolai di malattie al Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO), un’agenzia governativa che si occupa di ricerca scientifica. Ha poi aggiunto che il governo si è impegnato a investire 50 milioni di dollari australiani (circa 31 milioni di euro) per progetti di conservazione e protezione della specie e che tra le altre cose i futuri progetti delle nuove infrastrutture dovranno tenere conto del loro impatto sulla fauna selvatica.

Ley ha anche detto che in base alle stime più recenti dello CSIRO i koala che attualmente vivono nelle aree della costa orientale dell’Australia sarebbero circa 180mila. Per Deborah Tabart, direttrice dell’organizzazione non profit Australia Koala Foundation, i numeri in realtà sarebbero molto più bassi, meno di un terzo di quelli segnalati dall’agenzia governativa.

Parlando con ABC, Tabart ha detto che secondo le analisi della sua organizzazione dal 2018 a oggi la popolazione di koala si è ulteriormente ridotta del 30 per cento, dati che sarebbero in linea con quelli verificati da altri enti e scienziati. Secondo un’analisi della Koala Foundation pubblicata lo scorso settembre, nel 2018 in tutta l’Australia vivevano circa 45mila-82mila koala in natura: nel 2021 l’organizzazione ne aveva stimati tra i 32mila e i 58mila. In ogni caso, il governo ha previsto che nei prossimi dieci anni la popolazione dei koala rischierà di ridursi in particolare nel sud-est del Queensland, dove entro il 2032 sorgeranno nuove infrastrutture per le Olimpiadi estive di Brisbane.

– Leggi anche: Metti 30 diavoli della Tasmania su un’isola, cosa mai potrà andare storto?