È stata archiviata l’indagine italiana sul caso dei fucilieri Salvatore Girone e Massimiliano Latorre

Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, a New Delhi, India, nel febbraio del 2014. (ANSA)
Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, a New Delhi, India, nel febbraio del 2014. (ANSA)

Il giudice delle indagini preliminari (gip) del tribunale di Roma ha archiviato l’indagine sui due fucilieri della marina italiana Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, che nel 2012 erano stati accusati dell’omicidio di due pescatori indiani. La decisione del gip è stata presa dopo che a dicembre l’allora procuratore di Roma Michele Prestipino e il sostituto procuratore Erminio Amelio avevano chiesto l’archiviazione in quanto gli elementi di prova raccolti in questi anni non erano stati ritenuti sufficienti per avviare un processo.

Con l’archiviazione dell’indagine italiana si sono conclusi tutti i procedimenti a carico di Girone e Latorre.

Lo scorso giugno la Corte Suprema indiana aveva chiuso il procedimento più importante, quello in corso in India, dopo che lo Stato italiano aveva dato 100 milioni di rupie (pari a 1,1 milioni di euro) come risarcimento alle famiglie dei due pescatori indiani uccisi. L’obbligo di risarcimento era stato deciso nel luglio del 2020 dalla Corte permanente di arbitrato dell’Aia, un’organizzazione che risolve arbitrati in ambito internazionale, che in quell’occasione aveva deciso di assegnare all’Italia la giurisdizione per giudicare i due fucilieri.

Il caso dei due marinai
I fatti di cui erano accusati risalgono al 15 febbraio 2012 quando Latorre e Girone si trovavano sulla petroliera Enrica Lexie, battente bandiera italiana, al largo delle coste del Kerala, nel sudovest dell’India. Sebbene fossero militari “statali”, facevano parte del corpo di protezione della nave come previsto da una legge italiana del 2011. A circa 20 miglia marittime dalla costa, la Enrica Lexie incrociò la rotta del peschereccio indiano St. Antony. I due fucilieri aprirono il fuoco verso il peschereccio uccidendo due pescatori indiani di 44 e 20 anni.

Secondo la versione degli italiani, i colpi furono sparati a causa di una manovra sospetta del peschereccio, scambiato per una nave pirata, e in seguito ad alcuni colpi di avvertimento. Secondo gli indiani, invece, la manovra del St. Antony nei confronti della Enrica Lexie fu pacifica, per segnalare la propria presenza alla petroliera italiana; e non furono sparati colpi di avvertimento.

La reazione dei militari italiani, secondo l’India, sarebbe stata quindi esagerata e non aderente alle normali procedure, soprattutto perché i marinai del St. Antony non erano armati. Latorre e Girone furono arrestati e trattenuti in India per diversi anni, ma a causa di lungaggini burocratiche il processo a loro carico non era mai iniziato. La Corte arbitrale dell’Aia permise loro infine di attendere l’esito dell’udienza in Italia, per motivi umanitari.