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  • Martedì 4 gennaio 2022

Il Netflix brasiliano di destra

Brasil Paralelo esiste dal 2016 e offre contenuti ultra-conservatori e complottisti, tra le accuse di essere legato a Bolsonaro

Brasil Paralelo (Brasile Parallelo) è un servizio per vedere in streaming on demand serie tv, documentari e film disponibile in Brasile. È stato lanciato nel 2016, ha più di 270 mila abbonati, prevede di superare il milione entro il 2022 e nel 2021 ha più che raddoppiato il proprio fatturato. Negli ultimi mesi diversi giornali internazionali che se ne sono occupati lo hanno soprannominato il “Netflix brasiliano di destra”: i suoi fondatori dicono di offrire contenuti “conservatori”, mentre i critici – che spesso vengono querelati per diffamazione – parlano di contenuti di estrema destra, revisionisti e negazionisti.

Sostengono anche che Brasil Paralelo abbia un legame con il presidente Jair Bolsonaro e con Olavo de Carvalho, uno scrittore complottista a lui molto vicino, una sorta di versione brasiliana di Steve Bannon, l’ex consigliere di Donald Trump.

Il logo di Brasil Paralelo è ispirato all’immagine del buco nero del film di fantascienza Interstellar di Christopher Nolan. I suoi fondatori sono tre giovani imprenditori di Porto Alegre, ex studenti della Scuola Superiore di Pubblicità e Marketing, ESPM, un’istituzione privata: Henrique Viana, Lucas Ferrugem e Filipe Valerim. «La sinistra era egemonica nei media e nel mondo accademico. Un vasto pubblico brasiliano era alla ricerca di un’alternativa, ma non c’era nessuno che gliela offrisse», ha spiegato il trentenne Viana.

Inaugurato nel 2016, Brasil Paralelo ha sede in Avenida Paulista, uno dei viali più importanti della città di San Paolo, ha una sessantina di produzioni proprie e oltre 150 dipendenti. L’anno scorso l’azienda ha guadagnato 30 milioni di reais (circa 4,5 milioni di euro) con una crescita del 335 per cento rispetto all’anno precedente. Dal 2019 al 2020 il numero di abbonati è passato da 12.300 a più 186 mila, e attualmente sono più di 270 mila. Gli abbonamenti vanno da 10 reais al mese (1 euro e 50 circa) per il “piano patriota” ai 49 reais (7,60 euro circa) per l’accesso a corsi online e dibattiti.

Alcuni contenuti sono disponibili gratuitamente, altri solo su abbonamento. Su YouTube, dove l’accesso ai video è gratuito, Brasil Paralelo ha quasi 2,2 milioni di iscritti; su Facebook, dove ha speso centinaia di migliaia di euro in pubblicità, ha circa 685.000 followers.

L’azienda dice di non ricevere alcun tipo di investimento pubblico, ma diversi giornali brasiliani sostengono che importanti imprenditori (alcuni dei quali legati alla produzione siderurgica) abbiano in Brasil Paralelo delle partecipazioni simboliche. La casa di produzione invece nega: «Gli attuali azionisti sono i tre soci fondatori. La vendita degli abbonamenti rappresenta il 98 per cento dei ricavi, i proventi finanziari rappresentano l’1 per cento e il programma di partnership che stiamo strutturando rappresenterà l’1 per cento delle entrate. L’indipendenza editoriale sarà sempre una priorità nel nostro modello di business».

Secondo la formula utilizzata dalla piattaforma i contenuti sono «per tutti i gusti e per tutte le età». Uno dei primi documentari prodotti da Brasil Paralelo, Congresso Brasil Paralelo, criticava il governo della ex presidente di sinistra del paese Dilma Rousseff che, nel 2016, venne destituita. Nel documentario i tre fondatori intervistavano le voci più radicali della destra, tra cui l’allora deputato Jair Bolsonaro: «Tutti ci guardavano perché davamo voce a persone che nessuno cercava di capire», ha spiegato Henrique Viana.

Tra le produzioni di Brasil Paralelo c’è poi il documentario Cortina de Fumaça, che prende posizione contro i movimenti ambientalisti e in cui si dice, tra le altre cose, che «mentre gli ambientalisti affermano di lottare per salvare l’ambiente, in realtà vogliono conservare la gigantesca struttura finanziaria delle loro istituzioni, così come il loro potere politico». Si dice anche che tra le «bugie» su cui continuerebbero a lucrare c’è il riscaldamento globale, che «non ha prove scientifiche definitive». Nel lungometraggio 1964: O Brasil Entre Armas e Livros si spiega che il golpe militare di marzo 1964, che aprì la strada a una dittatura di oltre vent’anni, era inevitabile per impedire una presunta minaccia comunista, tesi non condivisa dalla gran parte degli storici: il documentario ha avuto più di 9 milioni di visualizzazioni solo su YouTube.

In 7 Denúncias: as consequências do caso Covid-19 si criticano invece le politiche legate al contenimento della pandemia da coronavirus adottate dai governi internazionali: «di fronte ai problemi generati dal coronavirus, il mondo intero ha assistito alla costante violazione dei diritti fondamentali delle persone». Su Brasil Paralelo si trovano poi documentari in difesa della cosiddetta famiglia naturale, contro l’aborto, e contro la presunta arretratezza del sistema di istruzione del paese, influenzato dall’ideologia della sinistra.

Le produzioni di Brasil Paralelo, dicono gli osservatori, sono molto buone e incredibilmente efficaci: «Sono lontani dal delirante youtuber bolsonarista, che urla in cucina davanti alla webcam. Sono professionali, ben confezionate, sofisticate. I programmi ispirano fiducia», ha detto ad esempio a Le Monde Guilherme Felitti, fondatore di una società di analisi.

«La visione della storia di Brasil Paralelo è dicotomica, manichea, cospirazionista», ha spiegato a sua volta lo storico Fernando Nicolazzi: «È bene contro male, vizio contro virtù. Si considerano crociati in guerra contro gli infedeli. Per loro, le scuole pubbliche e le università stanno facendo indottrinamento ideologico. Brasil Paralelo promuove un’alternativa, privata e a pagamento. È una strategia aziendale ben congegnata». Secondo Nicolazzi, la piattaforma non sarebbe altro che «un ingranaggio della macchina di Bolsonaro: difende la sua stessa visione del mondo».

Secondo la storica Mayara Balestro, che ha studiato Brasil Paralelo fin dalla sua nascita, la casa di produzione «è emersa nell’ambito del golpe del 2016 ed è diventata famosa tra i conservatori, con articolazioni in organizzazioni della nuova destra e con Olavo de Carvalho come “padrino” intellettuale». Olavo de Carvalho è stato definito da Eduardo Bolsonaro, figlio del presidente e anche lui politico, «una delle persone più importanti della storia del Brasile. È un’ispirazione. Senza di lui Jair Bolsonaro non esisterebbe». Vive in Virginia, si definisce un filosofo, non è laureato, è popolarissimo sui social, apprezzato da Bannon, e, tra le altre cose, sostiene che le università siano dei covi di comunisti, che la Pepsi usi le cellule fetali per produrre dolcificanti, che Barack Obama non sia nato negli Stati Uniti, che i vaccini uccidano, e che non esista una «risposta definitiva» sul fatto che la Terra sia rotonda e che ruoti intorno al Sole. Tra le altre cose, è anche stato accusato di antisemitismo.

Dalla fine del 2019, la serie di documentari di Brasil Paralelo intitolata Brasil- A Última Cruzada, una rievocazione nostalgica della grandezza del passato del paese e considerata revisionista da molti storici, è disponibile gratuitamente anche su TV Escola, una piattaforma legata al ministero della Pubblica istruzione. Brasil Paralelo sostiene comunque di essere imparziale, indipendente e apartitico e nega «qualsiasi legame editoriale, economico, politico o ideologico» con personalità di estrema destra.

Nel frattempo, Brasil Paralelo sta denunciando per diffamazione storici, intellettuali o docenti universitari che hanno pubblicato anche dei semplici post su Facebook per denunciare i contenuti inesatti o negazionisti dei documentari. Richieste di diritti di replica sono arrivate a siti, riviste accademiche e giornali.

Il giornalista e youtuber Clayson Felizola, contro il quale Brasil Paralelo ha intentato una causa lo scorso febbraio, dice che «questi gruppi legati alla destra o all’estrema destra sono i primi a parlare di libertà di espressione» e che «quando vedono qualcuno che fa da contrappunto, esercitando la propria libertà di espressione, procedono con le cause giudiziarie. Qual è il problema con tutta questa storia? Brasil Paralelo è un’azienda che vende un prodotto; i video sono prodotti. È come se fossi un consumatore che non può criticare il prodotto, ma può solo elogiarlo».

Carlos Zacarias, docente di storia all’Universidade Federal da Bahia che ha ricevuto una lettera dai legali di Brasil Paralelo, ha parlato di «strategia intimidatoria»: «Ho vicino a me giovani studenti che sono stati presi di mira dalla casa di produzione, che deve avere molti soldi per mobilitare degli studi legali per cercare di impedire agli studenti di svolgere delle ricerche».