Michele di Bari, dirigente del ministero dell’Interno, si è dimesso a causa del coinvolgimento della moglie in un’inchiesta sul caporalato in Puglia

Michele di Bari, capo del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione presso il ministero dell’Interno, si è dimesso a seguito di un’inchiesta sul caporalato in Puglia in cui è coinvolta sua moglie, Rosalba Bisceglia. L’inchiesta ha portato nella notte tra giovedì e venerdì all’arresto di cinque persone, di cui due in carcere e tre ai domiciliari, e all’obbligo di dimora o firma per altre undici, tra cui Bisceglia.

Bisceglia è indagata in quanto socia amministratrice di un’azienda agricola tra le dieci della zona di Foggia accusate di aver sfruttato manodopera procurata dai caporali. Alla base dell’inchiesta c’è il presunto sfruttamento di circa duemila braccianti extracomunitari, provenienti dall’Africa, che vivono tutti in una baraccopoli nella città di Borgo Mezzanone, una frazione di Manfredonia, in provincia di Foggia.

Secondo l’inchiesta due cittadini extracomunitari, un senegalese e un gambiano, avrebbero agito da intermediari con gli imprenditori locali, fornendo loro i braccianti che prelevavano da Borgo Mezzanone e trasportavano nei vari terreni in cui dovevano lavorare. I braccianti erano poi costretti a lavorare senza nessun contratto, senza misure di sicurezza adeguate e senza i mezzi idonei.